Uiv e Corriere Vinicolo dipingono l’Amarcod del 2016 in attesa di sapere come sarà il 2017 per il vino italiano: in quanto a ‘salute’ non c’è male. Nel complesso, come ci si poteva aspettare, la salute è buona. E con lo champagne che, dati alla mano, vive un momento non proprio meraviglioso, sono sempre le bollicine nostrane a far registrare il trend migliore. Non a caso il Veneto resta, con un margine decisamente ampio, la regione che fa meglio in quanto a bottiglie spedite oltre confine

Ma il dato che rincuora di più è certamente quello del mercato interno. Sebbene non ci siano novità sulla disastrosa situazione dei fornitori, problema che andrebbe affrontato e risolto, almeno sul fronte dei consumi e delle vendite qualcosa inizia a cambiare. Dopo anni “a secco” i calici tornano a riempirsi. Soprattutto fuori casa.

 

Vino italiano: non brillano, ma crescono i consumi. L’Horeca tira sospiro di sollievo. 

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Consumi

Il 2016 si chiude decisamente col sorriso. Dopo tre anni in calo gli italiani tornano a bere. E la crescita, dal 2015, è stata forse più grandi di quanto ci si aspettasse. Attualmente sono 28,4 milioni gli italiani che bevono vino. Quasi un milione in più rispetto all’anno precedente. Pian piano, insomma, sembra si stia tornando all’ultimo anno col segno più: il 2011 quando a riempiere i calici erano quasi 29 milioni di persone.

Andando nel dettaglio si noterà come a consumare vino abitualmente sono 13,5 milioni di italiani. Occasionalmente circa 15. Il consumo procapite è di 36,2 litri di vino l’anno. Sì, siamo molto lontani dagli oltre 100 del 1975, ma a fronte di una diminuzione costante è cresciuta la consapevolezza. Insomma: se prima il vino era la quotidianità sulla tavola di casa oggi è una scelta precisa da fare, con attenta selezione, fuori dalle mura domestiche.

 

Supermercati e Horeca

Se parliamo di supermercati e negozi vendono bene. Secondo le stime Uiv le vendite valgono il 68% del totale in volume. Trend che, stando alle stime, dovrebbe crescere nei prossimi tre anni raggiungendo il 70%. Dopo un periodo buio è l’Horeca che torna a respirare. Nel settore sono i ristoranti a vendere più vino: il 60% del totale. Seguono wine bar, enoteche e bar che si dividono il 40% restante stando agli ultimi dati dell’Osservatorio del vino.

Neanche a dirlo sono proprio le bollicine a fare i numeri migliori. Nel 33% dei casi, infatti, la scelta dei clienti ricade proprio sugli spumanti, seguiti dai rossi (28%), i bianchi (26%), i frizzanti (11%) e i rosati (2%). 

In termini di crescita sono hotel e catering i canali che crescono maggiormente, seguiti da ristoranti, enoteche e winebar.

 

Vino Italiano: promozione e riconversione dei vigneti. Siamo quelli che spendono di più.

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Entrare nel terreno dell’Ocm vino è complicato. Una vera polveriera. Al momento il caos è tanto. Questi dicono che, nel 2015, l’Italia ha speso 92 milioni di euro per la promozione. Il doppio di Francia e Spagna. Un numero che cresce ancora di più quando parliamo, appunto, di riconversione dei vigneti. La grande spesa non è di certo andata di pari passo con la soddisfazione. Sta di fatto che alla “ristrutturazione e riconversione dei vigneti” sono stati destinati 164 milioni di euro. Ben più dei 99 e degli 80 investiti da francesi e spagnoli.

E in effetti, sebbene il nostro vino goda di buona salute, va ricordato che Francia e Spagna riescono a veicolare molto di più il loro vino. Tanto da stracciarci in molte classifiche. Compresa quella dell’enoturismo. Perché nelle spese il totale degli investimenti inverte la classifica. La Francia ha investito 101 milioni di euro, la Spagna 57 e l’Italia 47.