Solo un'azienda su cinque paga entro i 30 giorni previsti dalla legge. Qualche segnale di ripresa c'è, ma il mercato italiano resta in stallo e in alcuni settori si peggiora.

Beverage. La difficile vita dei fornitori. Le imprese italiane del food & beverage continuano a non pagare. E la situazione, già pessima a fine 2015, sembra non essere migliorata neanche nel terzo semestre 2016. Qualche nota positiva c’è, ma, nel complesso la situazione continua a far registrare il segno meno.

Meno di un’impresa su cinque ha pagato i fornitori alla scadenza. Insomma, il mercato italiano resta in stallo per mancato pagamento. Questo è quanto emerso dallo Studio Pagamenti del Cribs, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information che ha studiato i comportamenti di pagamento delle oltre 600mila imprese del comparto Food&Beverage.

 

Beverage - supermercato

 

Beverage: in sei anni l’effetto ‘crisi’ ha scavato un solco. 

I dati che vedremo parlano sì di alcuni miglioramenti a fronte di una situazione di grande difficoltà, ma quel che è certo è che uscire da questa condizione non sarà comunque facile. Anche quando, e soprattutto se, le cose torneranno alla normalità il percorso perché ciò accada non sarà semplice. L’effetto ‘crisi’, infatti, ha ormai scavato un solco che richiederà tempo per essere riempito. Dal 2010 ad oggi sulle aziende il peso si è fatto ampiamente sentire.

Rispetto a sei anni fa, infatti, le imprese in grado di pagare puntualmente i fornitori sono scese del 32,2% nel settore Ho.re.ca, del 25,8% nella grande distribuzione, del 13,7<% nel commercio al dettaglio e dell’8,7% nel commercio ingrosso food. 

E’ proprio il settore beverage, vino incluso, l’unico a far registrare il segno più (2,5%). L’unico, tra l’altro ad aver fatto registrare un lievissimo calo anche nei ritardi di pagamento: 1,1%

 

Beverage: i numeri di un problema strutturale.

In un certo senso, numeri alla mano e considerando il lasso temporale, potremmo dire di essere di fronte ad un vero e proprio problema strutturale. Se infatti si escludono le aziende del commercio all’ingrosso del food, ma non del beverage e dunque anche del vino che tiene un modesto 25,2% di puntualità, solo un’impresa su cinque ha pagato i fornitori alla scadenza. In particolare per il settore ingrosso del beverage solo il 16,7% ha saldato i debiti nei tempi giusti.

Ancor meno nella grande distribuzione che è certamente il settore più sofferente. Qui, ad aver pagato nei tempi, è stata solo il 15,8% delle imprese. Non meglio in realtà nell’Ho.re.ca, cioè se parliamo di ristoranti, hotel di ogni genere e caffetterie. Il 17,3% dei fornitori ha ricevuto il pagamento. Il restante 82,7% resta in trepidante e asfissiante attesa. 

 

Beverage: i ritardi che fanno male ai fornitori

Fornire merce e non ottenere pagamento è, in effetti, un’arte a perdere. Con i pagamenti, purtroppo, non si coprono i costi. I costi diventano debiti. I debiti indebitamenti e questi fallimenti. E il fenomeno, in Italia, sappiamo che è molto diffuso. D’altra parte il food&beverage rappresenta un settore strategico per l’intera economia del Paese essendo questo il mercato di sbocco di molte filiere destinato per questo ad avere un impatto non da poco sul Pil.

Facile capire quanto possa essere dannoso il fatto che, nel settore beverage, solo un’impresa su cinque sia puntuale con i pagamenti.

La minor puntualità si registra nella grande distribuzione. Due imprese su tre, cioè il 66,4% del totale, paga il debito fino a 60 giorni dopo la consegna. In generale, entro i 60 giorni e cioè sforando i 30 giorni consentiti, a pagare sono il 17,8% delle imprese. Peggio in questo lasso temporale se parliamo di commercio al dettaglio del food&beverage e dell’Ho.reca. Qui il dato sale rispettivamente al 24,3% e 27,5%. 

 

Beverage: pochi ma buoni i segnali positivi.

Nonostante tutto e nonostante la drammaticità della situazione, rispetto al 2015 qualche piccolo passo avanti si è fatto. I ritardi gravi nei pagamenti, e con gravi parliamo di pagamenti non fatti per diversi mesi consecutivi, sono scesi del 10,3% nel commercio all’ingrosso food, del 12% nella grande distribuzione, del 13,2% nel commercio al dettaglio e del 13,1% nell’Ho.re.ca. 

Un aumento però c’è stato ed è stato nel commercio all’ingrosso del beverage dove sempre con maggiore ritardo pagano il 3,5% delle attività. Migliora anche il dato di chi paga nei tempi stabiliti. Entro i 30 giorni infatti i fornitori di imprese Ho.re.ca ottengono il 14,3% dei pagamenti. Molto meno, ma almeno con il segno più, i pagatori puntuali dell’ingrosso beverage: 6,4%. Peggiora invece il caso del commercio al dettaglio che fa registrare un -0,2% con fanalini di cosa di grande distribuzione (15,7%) e commercio all’ingrosso (5,7%).

 

 

Foto: Mauro Cacciola – Flickr CC.