Il problema dell'arrivo degli stranieri a causa del Covid e le complicazioni burocratiche mettono ansia, ma non scoraggiano. Se dal Governo ci si aspetta una semplificazione, i territori mettono in campo le loro azioni

La vendemmia è alle porte e mentre si iniziano a fare previsioni sulla quantità resta un problema da risolvere: la vendemmia 2020 chi la farà? L’allarme in Italia è stato lanciato dalle associazioni di categoria. Le misure anti-covid lasciano oltre confine molti lavoratori stagionali.

Un’opportunità di lavoro per gli italiani, eppure trovare chi ha voglia di farla non è affatto facile, a differenza di quanto avviene non poi così lontano da noi. Ma qualcuno ci prova e chiama a raccolta i corregionali, chi va a pescare in specifiche categorie sociali.

 

Vendemmia 2020: i timori e la denuncia di Cia e Coldiretti. Le associazioni chiedono a gran voce la semplificazione per garantire la presenza dei lavoratori stagionali

 

Partiamo dal problema: la quarantena obbligatoria per i lavoratori che arrivano dall’Est e le difficoltà burocratiche del sistema agricolo italiano. A lanciare l’allarme sono state le associazioni di categoria. In paricolare Cia e Coldiretti. Per la prima il fisco 4.0 e lo smart working degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrare ha portato a 15 giorni i tempi per dotare di codice fiscale i lavoratori stranieri per la vendemmia. Un’attività per cui, sostiene, bastava un’ora in passato. 

Non molto diversa la posizione di Coldiretti che chiede una semplificazione del voucher agricolo proprio per ridurre la burocrazia così che anche chi dispone di ammortizzatori sociali, gli studenti e i pensionati possano, volendo, passare la stagione a lavorare tra vigne e campi. Un modo per far fronte all’emorragia di lavoratori stranieri che di norma, spiega l’associazione, si traduce in 100mila lavoratori rumeni e 10mila bulgari.

A fermare il loro arrivo quindi, sostiene Coldiretti, l’obbligo di Quarantena. Con il rischio che ci si trovi ad avere ancor maggiori difficoltà in vista delle vendemmie autunnali, quelle di settembre e ottobre, quando le uve da raccogliere sono le grandi uve rosse autoctone come il Sangiovese, il Montepulciano e il Nebbiolo. Arrivando fino a novembre con Aglianico e Nerello. Una soluzione, sottolinea Coldiretti, sarebbe dunque quella di riattivare i voucher per l’agricoltura, dal 2013 soggetti ad una complicata regolamentazione per l’agricoltura, “snobbati per anni” e che invece, ne è certa, permetterebbe di semplificare la burocrazia e impiegare almeno 25mila persone che oggi più che mai hanno bisogno di lavorare.

 

Vendemmia 2020: la Francia si è ‘sburocratizzata’ in nome di un’esigenza nazionale. In vigna arrivano i disoccupati e i giovanissimi: anche under 18

La semplificazione che l’Italia chiede al Governo in Francia è arrivata. La burocrazia anche qui ha i suoi problemi, ma per superare il momento dall Borgogna a Bordeaux, quest’anno, non ci saranno problemi a reclutare i giovani, anche gli under 18.

A semplificare le operazioni il fatto che le scuole, quest’anno, apriranno con due settimane di ritardo permettendo loro di passare un’estate in vigna e guadagnare il primo stipendio. Una possibilità che il Paese ha aperto anche ai disoccupati, che quest’anno, complice il Covid, sono tornati a crescere. E le richieste, fa sapere la Conféderation des appellations et des vignerons de Bourgogne, sono arrivate. Lo testimoniano anche piattaforme come Vitijob e il trovalavoro Vitisphere che rispetto al 2019 hanno visto crescere le richieste di lavoro stagionale in vigna del 40%.

Sono le stesse, aziende, come si evince, a prediligere la manodopera locale, sia essa francese o di origine straniera. Studenti e disoccupati anzi, se ci aggiungiamo i pensionati, ciò che è stato semplificato oltralpe è esattamente ciò che si chiede di semplificare qui. E mentre si attendono risposte c’è chi, qualche idea l’ha messa in campo e la risposta è arrivata.

 

Vendemmia 2020: in Trentino è partito il reclutamenti grazie all’Agenzia del Lavoro. Per il settore agricolo sono già oltre 1.400 le candidature

Siamo in Trentino Alto Adige. A lanciare l’iniziativa, destinata a garantire manodopera in tutto il settore agricolo, è stata il 30 luglio l’Agenzia del Lavoro in collaborazione con Confederazione italiana agricoltori, Confragricoltura, Coldiretti, Associazioni contadini trentini e ente bilaterale agricolo.

Un vero e proprio reclutamento stagionale rivolto a disoccupati e giovani che sono alla ricerca di un’opportunità. Possibilità aperta anche ai percettori di ammortizzatori sociali cui sarà consentito stipulare contratti a termine di massimo 60 giorni, così da non perdere il reddito percepito, per uno stipendio massimo di 2mila euro per il 2020.

In 10 giorni a candidarsi sono state olte 1.400 persone. Un risultato buono, ma che può migliorare considerando che qui, oltre alla vendemmia, molto importante è la raccolta della frutta. L’iscrizioni alla lista permette ai candidati quindi di essere segnalati agli imprenditori, o di essere direttamente contattati da questi. Un’iniziativa, sottolineano gli organizzatori, che ha una doppia valenza: aiutare il territorio e aprirsi una possibilità. Candidarsi è semplice: basta riempire il form che si trova sul sito dell’Agenzia del Lavoro.

Gli imprenditori a loro volta possono richiedere i nominativi disponibili compilando il modulo disponibile sempre sul sito o rivolgendosi alla propria associazione di categoria e all’ente bilaterale agricolo.

 

Per la vendemmia la Lombardia chiama a raccolta i percettori di reddito di cittadinanza. Il fabbisogno in vigna è di 4-5mila stagionali

In Lombardia per far fronte al bisogno di lavoratori stagionali in vigna, l’idea proposta è quella di reclutare i beneficiari di cittadinanza. Sono stati gli assessori regionali ad avanzarla per ovviare al problema legato alle difficoltà dell’arrivo della manodopera straniera e e complessità burocratiche. 

Nel sottolineare che il fabbisogno è di 4-5mila persone e che esiste già un protocollo con sindacati e associazioni per garantire, con il tampone e il controllo della temperatura, una vendemmi sicura è ai Navigator che si sono rivolti chiedendo di mettere a disposizione i nominativi di chi, sul territorio, percepisce il reddito di cittadinanza e che dunque è alla ricerca di lavoro.

Per candidarsi, in questo caso, basterà inviare la propria candidatura ai centri per l’impiego con l’indicazione Vendemmia 2020. Saranno quindi le organizzazioni professionali a comunicare le caratteristiche dei profili richiesti indicando luogo di lavoro, durata e tipologia di contatti. D’altra parte per legge più di due proposte di lavoro chi percepisce il reddito non può rifiutarle. E su questo si punta per tamponare il problema “lavoro in vigna” e garantire la riuscita della prima (e si spera ultima) vendemmia post-covid.