Primo assoluto il Brunello di Montalcino 2012 Conti Costanti. Ma nella classifica della prestigiosa rivista Usa sono 19 le etichette italiane premiate e tutte "in rosso". Dominano Toscana e Piemonte, ma lechicce, anche da altre regioni, non mancano

L’Italia su tutti. Meglio sarebbe dire la Toscana. L’entusiamo per i nostri vini continua a crescere e che gli Usa, dove nell’export siamo ancora primi nonostante l’inarrestabile ascesa della Francia, siano sempre più attratti dal fascino e il gusto della nostra viticoltura lo dimostra la prima delle classifiche internazionali della stagione: quella di Wine Enthusiast. Sì, tra le 100 etichette Francia e Stati Uniti ne contano di più (rispetivamente 25 e 31), ma la presenza italiana non solo cresce, ma si aggiudica il primo posto in assoluto grazie al Brunello di Montalcino 2012 di Conti Costanti.

Diciannove in tutto i vini italiani entrati nella Top 100 della prestigiosa rivista americana che, quest’anno, ne ha recensiti 22 mila in tuto il mondo. Un bis quello del Brunello che l’anno scorso il vertice se l’era guadagnato con la Riserva 2010 Biondi Santi Tenuta Greppio, ma a parimerito con lo Champagne Brut 2012 Brut di Krug. Scopriamo allora quali sono i vini in classifica firmati Made in Italy che parla la lingua dei grandi rossi. Dei 19 vini nostrani riconosciuti come i 100 migliori al mondo, infatti, ben 16 raccontano la grande enologia di Toscana e Piemonte.

 

Top 100 vini Wine Enthusiast: sua maestà il Brunello! Uno di loro è leader, gli altri, con le grandi eccellenze toscane, l’espressione di una inimitabile viticoltura

 

Top 100 vini Wine Enthusiast conti-costanti

Ph: la tenuta dell’azienda leader in classifica, Conti Costanti

Prima di addentrarci nello specifico, facciamo nostre le parole di Kerin O’Keef, l’italian editor di Wine Enthusiast: “i vini italiani che sono stati inclusi nella Top 100 sono meritevoli di entrare nelle cantine dei culturodi dei grandi vini, ma ve ne erano molti altri ugualmente meritevoli. La dimostrazione cdel livello raggiunto dal vino italiano. Degli oltre 3mila vini che ho recensito nell’ultimo anno, ben 100 bottiglie sono state da me designate come Cellar Selection in Virtù della loro elevata qualità e longevità.

 

Il vino più buono al mondo? E’ il Brunello di Montalcino 2012 Conti Costanti

Partiamo dal Brunello. Nella Top 100 di Wine Enthusiast se ne contano quattro. Uno di questi è primo assoluto. Lo abbiamo già citato: è il Brunello di Montalcino 2012 Conti Costanti. Un vino che è la storia di un territorio. I Costanti, infatti, sono viticoltori da ben sei genrazioni. La loro storia legata al vino inizia infatti nel 1559 sui terreni che vanno da Colle al Matrichese al Castello di Bibbiano fino a Sovignano. L’uomo simbolo che lega il passaggio alla modernità per l’azienda è certamente quello di Tito Costanti, conte ed avvocato. A lui e altri produttori montalcinesi risalgono le prime tracce del nome “Brunello” per contrassegnare i propri vini. Un uomo proiettato, potremmo dire, ad un secolo dopo. In un certo precurosore delle regole messe nero su bianco solo con la nascita delle Docg. Chi lo ha succeduto ne ha decretato la fama rendendo questo vino da “introvabile” a ricercatissimo decretandone il successo commerciale.

Oggi, a portare avanti il nome e l’eccellenza dell’azienda, è Andrea Costanti che tiene salda la tradizione del Brunello, ma con un’attenzione costante all’innovazione, in vigna e in cantina e regalando, oggi, grandi vini mai facili, ma dotati di grande profondità e inconfondibile persistenza. Proprio come il Brunello premiato da Wine Enthusiast!

 

I Quattro Brunello di Montalcino nella Top 100 Wine Enthusiast

Si sono conquistati rispettivamente il 12esimo, il 29esimo e il 38esimo posto gli altri tre Brunello selezionati dalla prestigiosa rivista americana. E’ una storia di vera e propria passione quella che, in 30 anni, ha fatto de Il Marroneto, una delle aziende più importanti quando parliamo del Brunello di Montalcino. Ed è il suo Madonna delle Grazie 2012 ad essersi guadagnato un posto nella Top 100 di Wine Enthusiast. Scrutando il panorama dalle torri di Siena si possono scorgere i suoi vigneti ed è lì, precisamente nella storica vigna del Marroneto a pochi passi dalla chiesetta della Madonna delle Grazie da cui il vino prende il nome, che nasce questo Brunello frutto di una selezione accuratissima. Un frutto di Sangiovese di grande spessore. un vero vino da meditazione.

Al 29esimo posto uno dei Brunello che porta il nome Bondi Santi. O meglio dei suoi eredi. Parliamo del Brunello di Montalcino 2012 Le Chiuse. La sua storia nasce infatti proprio dal matrimonio tra Maria Tamanti e Clemente Santi. La figlia Caterina sposò Jacopo Biondi e optà per il doppio cognome. Fino al 1990 è stato Franco Biondi Santi, proprietario della fattoria “Il Greppo”, ad occuparsi della tenuta tornata poi nelle mani della nipote Simonetta Valiani cui si deve la nascita di questo Brunello, un vino “etereo, armonico e persistente”.

Infine il Baricci Brunello di Montalcino 2012 che racconta una storia di riscatto. Quella dell’ominima famiglia contadina che nel 1955, con tanto sacrificio, riesce finalmente ad acquistare un piccolo podere: quello del Colombaio di Montosoli. Sono tra quelli che del Brunello hanno fatto la fortuna e che oggi, con questo riconoscimento, vedono il coronamento di un percorso fatto di tradizione, passioe e serietà.

 

La Toscana ha altri tre vini tra i 100 migliori al mondo e sono ognuno espressione di territorialità

Altri quattro i vini toscani presenti nella classifica di Wine Enthusiast. Ognuno simbolo di una porzione di territorio. Immancabile il Sassicaia 2013 della Tenuta San Guido. Uno di quei vini che porta il Made in Italy nel mondo e che è entrato nella top 20 con il suo 19esimo posto. Una vera chicca quella che troviamo al 61esimo posto. Frutto di Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, infatti, uno dei 100 migliori vini al mondo per la rivista americana è il Castello dei Rampolla d’Alceo 2012. Siamo nella terra del Chianti e sempre da qui arriva, ma con tutta la voce prorompente del Gallo Nero, il vino toscano classificatosi 82esimo: il Fontodi Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbo 2012 cui segue, all’88esimo, un altro simbolo dell’enologia italiana, il Marchesi Antinori Tignanello 2013.

 

Top 100 vini Wine Enthusiast: il Barolo incanta conquistando 9 posizioni con un’eccellenza nella Top 10. Una classifica di grandi certezze capaci di raccontare la maestosità del Nebbiolo!

 

Top 100 vini Wine Enthusiast Nebbiolo

 

Se la Toscana con il Brunello si guadagna la vetta della classifica, è il Piemonte a inserirsi nella lista con ben 9 etichette e una di queste è anche nella top 10. Etichette che vedono protagonista soprattutto il Barolo con 5 eccellenze. La prima è quella del Garblèt Suè 2013 Brovia: il sesto tra i 100 vini più buoni al mondo. E’ una storia antica la sua che racconta, nei suoi calici, tutto il valore del Nebbiolo. Fondata nel 1863 vanta oggi 19 ettari vitati e una conduzione tutta al femminile, quella di Elena e Cristina Brovia.

La varietà dei terreni regala vini molto diversi, ma ognuno rappresenta la profondità di questo territorio. Così come accade con questo incredibile Barolo.

Al 16esimo posto troviamo il Barolo Cannubi 2013 firmato Brezza. Altra storia antica iniziata nel 1885 proprio a pochi pasi dal Comune di Barolo e il cui grande rosso, già nel 1935, fu recensito da Paolo Monelli ne “Il Ghiottone errante”: “Onestissimo – scrisse -. Non dà alle gambe non dà alla testa, prepara ad un sonno calmo e senza sogni, la mattina dopo vi svegliate chiedendo al mondo una battaglia da vincere”. Un vino da conquista!

Al 21esimo e il 25esimo posto troviamo due vere e proprie bandire del Barolo nel mondo. Parlimo del Barolo Bussia 2013 Giacomo Fenocchio e del Barolo Parafada 2013 Massolino. Eccellenze che non hanno bisogno di presentazioni. La classifa cel Barolo la chiude, al 32esimo posto il Barolo Monvigliero 2013 Comm. G.B. Burlotto.

 

Il Piemonte non è solo Barolo: in classifica altre tre etichette e parlano tutte la lingua del Barbaresco

Gli altri tre grandi rossi piemontesi entrati nella Top 100 parliano l’inconfondibile lingua del Barbaresco e per voce di due dei suoi più importanti rappresentati. Rispettivamente 38esimo, 42esimo e 68esimo, infatti, troviamo tra i vini pùi buoni al mondo il Barbaresco Ronchi 2014 di Albino Rocca, il Barbaresco 2013 firmato Gaja e il Rio Sordo 2014 Cascina delle Rose.

 

Top 100 vini Wine Enthusiast: ci sono anche altre tre rappresentanti di altre importanti realtà enologiche italiane tra i 100 vini selezionati e arrivano da Lombardia, Veneto e Campania!

 

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Non ci restache scoprire quali sono le altre tre etichette italiane considerte tra le migliori al mondo da Wine Enthusiast. Due vengono ancora dal nord, mentre una è firmata Campania.

Partiamo dalla Lombardia e dal 45seimo posto dello Sforzato di Valtellina 5 Stelle 2013 Nino Negri. Siamo nella provincia di Sondrio è questa è una chicca di una delle realtà più importanti della Valtellina. Una realtà sempre più orientata alla sostenibilità e che questo vino lo produce con la varietà chiavennasca del Nebbiolo vinificando soltanto con le migliori uve raccolte nelle migliori annate. Un vino decisamente unico e dotato di grande longevità.

Ci dobbiamo spostare in Veneto per scoprire che l’Amarone in classifica, seppur di un soffio c’è. Centesimo posto infatti per l’Amarone della Valpolicella Riserva 2010 Musella. Un vino, questo, che nasce sui vigneti dei 400 ettari di una tenuta converita al biodinamico e inastonata in una corte rurale del 1500. Un Amarone di grande eleganza certamente espressione di vera territorialità.

Risaliamo in classifica, ma scendiamo sulla cartina per concludere il viaggio tutto italiano della Top 100 Wine Enthusiast. Al 77esimo posto, infatti, troviamo un vino di grande spessore che è bello vedere tra i 100 migliori al mondo. Parliamo del Taurasi 2011 dei Fratelli Urciulo. Una realtà enologica, questa, a conduzione familiare che nei suoi vini racconta l’origine vulanica dei suoi terreni (siamo a Fiorino alle pendici del Monte Falisei in provincia di Avellino) e che con il suo Taurasi regala un’espressione magnifica di uno dei vitigni simbolo dell’enologia del territorio e di quella italiana: l’Aglianico.

 

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