Un'indagine americana di Wine Opinion incorona (ed è una buona notizia) le cantine, ma consorzi, associazioni e critici devono svecchiarsi, comunicare di più e meglio sui canali "giovani"

Un anno è trascorso e uno nuovo è arrivato, ma il rapporto tra vino e social media stenta ancora a decollare. Almeno non quello tra critici e consorzi, perché invece retailer e aziende iniziano a far sentire la loro voce.

Possibile che la pandemia abbia dato il suo contributo perché tutti “forzatamente” costretti a trovare nuovi canali di comunicazione, ma certo è che il 2023 si apre ancora una volta con un rapporto di luci ed ombre.

Guardando all’indagine di Wine Opinons riportata da WineNews ci sembra di capire che, soprattutto la critica, debba rivedere il modo di “parlare” tramite canali tanto frequentati dai giovani con il linguaggio del vino che torna ancora protagonista. Tanto quanto lo torna la necessità di investire nella comunicazione.

Social e vino: l’indagine Usa che conferma il difficile rapporto del mondo enologico con i nuovi linguaggi, anche se con qualche bella eccezione

Il web è un universo che sembra non conoscere confini. Le informazioni sono tantissime, il flusso continuo e le new entry continue. Oggettivamente emergere non è facile. Diciamolo subito, l’indagine è stata fatta negli Usa e se qui ci sono criticità è facile capire quante se ne possano trovare in altre parti del globo.
Wine Opinions ha infatti chiesto ad un campione di amanti del vino americani quali profili e pagine social seguissero del mondo vino. Campione suddiviso in due fasce di età: sopra e sotto i 40 anni.

Le percentuali dei follower sui social di retailers, cantine e ristoranti

I più seguiti sono i retailers scelti dal 72 per cento degli under 40 e il 66 per cento degli over 40. Seguono i profili aziendali che si assicurano il 60 per cento dei follower tra gli under 40 e il 65 per cento tra gli over 40. Un dato questo molto importante. E’ vero che parliamo degli Usa, ma è pur vero che leggerle certe indagini può dare una visione ben più ampia di una tematica e il fatto che le cantine siano molto seguite la dice lunga su quanto spazio si possa guadagnare in termini di mercato, conquistando il cuore dei winelover.

Questo si traduce nel bisogno di fare investimenti e dovrebbero farlo tutti, non solo i grandi brand che di certo non hanno problemi al riguardo. Ecco perché sin dal primo giorno anche noi di Enolò abbiamo creduto fortemente nel bisogno di esserci sui social e di esserci con professionalità offrendo ai nostri clienti uno strumento utile ed efficace.

Proseguendo nell’indagine si vede ad esempio quanto gap ci sia tra più giovani e meno giovani riguardo le pagine social di ristoranti e locali che attirano più gli under 40 (il 58 per cento le segue) rispetto agli over 40 (il 42 per cento). Qui però forse l’età ha un peso. I giovani sperimentano, si scambiano di più opinioni escono di più e si incontrano in quei locali. Sembra quasi essere una sorta di “passaparola” moderno ed è un aspetto di cui chi ha un’attività di food&beverage dovrebbe prestare molta attenzione. Ricordiamoci infatti che stiamo parlando di vino.

Chi va male

A non andare proprio bene sono i canali social delle pubblicazioni dedicate al vino, seguite dal 33 per cento degli under 40 e il 38 per cento degli over 40. Dispiace vedere in fondo alla classifica (americana ripetiamolo), consorzi e associazioni del territorio seguiti dal 33 per cento degli under 40 sui social e dal 32 per cento degli over 40.

Peggio ancora per critici ed editorialisti. I wine writer sono seguiti dal 25 per cento degli intervistati per ogni categoria e cioè solo un winelover su quattro ne segue uno. Un dato rilevante perché rimette al centro l’accessibilità del linguaggio. Sbagliato pensare che più si è grandi e magari conoscitori, più si cerchi chi spieghi le cose in modo non comprensibile ai più. D’altra parte quello dell’accessibilità del linguaggio è un cardine della comunicazione da sempre, figuriamoci ora che è così “veloce”.

Social e vino: Instargram vince tra i giovani, ma per gli over 40 Facebook resta il preferito

Passiamo quindi a quali sono i social più amati e di nuovo tra i più giovani Instagram si dimostra imbattibile co Facebook che invece resta il must per gli over 40.

I follower dei retailer

Guardando al dettaglio i retailer su facebook sono seguiti dal 63 per cento degli over 40 e l’80 per cento degli over 40. Il dato si inverte su Instagram dove i “giovani” seguono pagine a tema vino nel 75 per cento dei casi a fronte del 44 per cento dei “più anziani”.

Il cinguettio non sembra essere il social del vino: solo il 4 per cento degli over 40 segue pagine ad esso dedicato su Twitter con una percentuale più altra tra gli over 40 che è però comunque “solo” del 12 per cento.

I follower dei ristoranti

Passando ai ristoranti i profili sono seguiti su facebook dal 65 per cento degli under 40 e l’82 per cento degli over 40. Ancora una volta totale inversione su Instagram dove i canali dei ristoranti sono seguiti da ben l’83 per cento dei più giovani e il 48 dei più anziani. Anche qui il cinguettio è afono: solo il 6 per cento degli under 40 segue le pagine dei locali a fronte di un 9 per cento (numero comunque basso) degli over 40.

I follower dei critici

Quindi i critici seguiti su facebook soprattutto dagli over 40 (il 63 per cento) a fronte del 38 per cento degli over. Si conferma la diversificazione dei social perché anche in questo caso i critici su Instagram vanno più forte tra i più giovani (79 per cento) e meno tra i più grandi (55 per cento). A sorpresa per questi Twitter si dimostra un canale abbastanza importante. A seguirli a suon di cinguetti infatti sono il 19 per cento degli under 40 e il 26 per cento degli over.

I follower delle testate di settore e i profili aziendali

Ci sono poi le testate di settore e i profili aziendali. Per entrambi tutto secondo programma. Le testate sono seguite infatti soprattuto dagli over 40 su Facebook (76 per cento) e dai pù giovani su Instagram (77 per cento) con Twitter che in entrambi i casi viaggia tra il 15 e il 16 per cento di follower.

I follower delle cantine

Le aziende, cioè le cantine, non fanno differenza. Il social “blu”, infatti, conquista ancora una volta gli over 40 con l’83 per cento di questi che segue le loro pagine social così come lo fa il 59 per cento degli under. Su Instagram il dato, di nuovo, si ribalta: le cantine le seguono sul social fotografico il 74 per cento degli under 40 e il 50 per cento degli over. Su Twitter le loro pagine sono seguite dall’8 per cento dei più giovani e il 13 per cento dei più grandi.

I follower di consorzi e associazioni territoriali

Infine le associazioni di territorio e i consorzi. Stesso film: su Facebook sono seguiti dal 79 per cento degli over e il 49 per cento dagli under. Su Instragram è sempre il contrario: le loro pagine social sono seguite dal 76 per cento degli under 40 e il 49 per cento degli under. Su Twitter, infine, li scelgono il 6 per cento dei più giovani e l’11 dei più grandi.