Assegnati i cinque riconoscimenti di un Premio che è un vero e proprio momento culturale. E per la prima volta protagonista anche la solidarietà per un riconoscimento che quest'anno ha voluto valorizzare coloro "che fanno" e non si limitano solo a raccontare

 

Ferdinando Camon, Christian Greco, Carlo Nordio, Gerard Basset e il Cardinale Mario Zenari: sono loro i “magnifici cinque” cui è stato assegnato il 37° Premio Masi. Un Premio che è piuttosto un vero e proprio momento culturale.

Nato nel 1981 dalla volontà di Sandro Boscaini, patron dell’azienda veneta, lo scrittore Cesare Marchi e il giornalista Giovanni Vicentini, il Premio Masi voleva rendere merito ai personaggi originari delle Venezie distintisi nei vari campi della conoscenza. Negli anni, però, è cresciuto tanto da istituire altri due riconoscimenti dal respiro mondiale:   il Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino e il Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano.

 

 

 

Il Premio Masi 2018 a cinque personaggi che, nei loro campi, hanno saputo dare lustro all’Italia nel mondo

 

Il Civilità Veneta, il Premio nato nell’81 che volge lo sguardo all’eccellenza della “gente veneta” nei campi della cultura, delle scienze e dell’imprenditoria, è stato assegnato al padovano Ferdinando Camon, “singolare esempio di scrittore provinciale ed europeo insieme”, al direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, vicentino, “egittologo e archeologo di fama internazionale”, e al magistrato trevigiano Carlo Nordio, “luminosa figura di servitore della giustizia, mai disgiunta da umanità e garanzia dei diritti costituzionali”.

E’ invece andato al Master of Wine anglo-francese Gerard Basset il Premio Internazionale Civiltà del Vino. Premio attribuitogli per la “straordinaria carriera e opera”.

Infine il Grosso d’Oro Veneziano, il riconoscimento internazionale riservato a personalità che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura, solidarietà e progresso civile nel mondo. Per l’edizione 2018 del Premio Masi la scelta è caduta sul Cardinale Mario Zenari. Il Cardinale ha fatto subito sapere che lo devolverà, per la prima volta, a tre ospedali no-profit siriani. Tre ospedali, due a Damasco e uno ad Aleppo, aperti a tutti, senza cioè distinzione di razza o religione.

 

Boscaini: il Premio Masi 2018 esalta “il valore del saper fare, in un mondo sempre più orientato solo a raccontare”

 

Molti e toccanti i temi trattati dai premiati durante la tradizionale cerimonia privata alle Cantine Masi, a cominciare proprio dall’opera di sostegno voluta dal Cardinale. “Quest’anno abbiamo premiato personalità di spicco. Personaggi che hanno messo la loro vita a servizio dello Stato, della cultura e della letteratura. Ne siamo profondamente fieri”. Questo il commento della Presidente del Premio Isabella Bossi Fedrigotti. 

“Figure importanti – ha aggiunto – che sono di esempio al Paese dando un’iniezione di fiducia per la sua futura crescita. Non soltanto a nome della Fondazione e della Giuria, ma a nome di tutti i veneti, siamo ancora una volta orgogliosi di questi riconoscimenti”.

A ricordare l’antico rito della firma della botte, oggetto originale del Premio, Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola. L’ideatore del Premio, riferendosi proprio al rito evocato, ha dichiarato: “La filosofia che lega i protagonisti dell’edizione 2018 è il valore del saper fare, in un mondo sempre più orientato solo al raccontare. Mai come quest’anno l’antico detto veneziano che recita “saper fare e far sapere” interpreta le personalità dei premiati”.