Una vendemmia così abbondante che, secondo l'associazione, alcuni operatori di mercato spingono i vignaioli ad abbassare i prezzi fino al 40% per la paura di non vendere l'uva raccolta

“Altro che compensazione! Gli ottimi risultati della vendemmia 2018 hanno dato vita ad un vero e proprio sciacallaggio”. E’ infuriato il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella “per il gioco a ribasso sui prezzi del vino sfuso della vendemmia 2018”.

Un’annata, questa, che ha scacciato il fantasma del 2017. Un anno horribilis per tutti i produttori Europei compresa l’Italia. Una vendemmia, quella dello scorso anno, definita da tutti la peggiore dal dopoguerra ad oggi.

L’ottimo andamento di quella appena conclusa “doveva servire a compensare le perdite dell’anno scorso – ha detto Cotarella –, invece c’è chi approfitta del timore dei produttori di non riuscire a vendere la grande quantità di uva”.

 

L’ira di Assoenologi: “l’abbondanza del 2018 doveva compensare la scarsità del 2017 non dare vita a speculazioni”

 

Se l’anno scorso la scarsa vendemmia aveva messo tutti i produttori in grande difficoltà, quest’anno, a farlo, sarebbero gli atteggiamenti speculatori di coloro che li spingono a temere che sarà impossibile vendere tutta l’uva raccolta per cui questa andrebbe venduta con una stima sul prezzo che tocca ribassi del 40% sul vino sfuso.

E’ quanto sostiene Assoenologi nel report 2018. La vendemmia ha fatto registrare “un quantitativo superiore di circa il 24% rispetto allo scorso anno e una qualità eterogenea, buona con diverse punte di ottimo ed alcune di eccellente”, con una produzione complessiva di una produzione complessiva di 52.600.000 ettolitri.

 

Il dossier di Assoenologi

“L’annata 2018 presenta, pertanto – sostiene Assoenologi – valori medi di un’annata di piena produzione, che vanno a compensare il forte calo registrato nella passata campagna che è stata tra le più scarse degli ultimi cinquant’anni, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata”.

“L’Assoenologi – si legge ancora nel report – ritiene non solo inopportuno, ma scorretto che alcuni operatori del mercato vitivinicolo speculino sull’aumento di produzione“. Speculazione che ha il  “fine di ridurre il prezzo dei vini della vendemmia 2018. Non è la prima volta che succede, probabilmente non sarà nemmeno l’ultima, ma Assoenologi sarà sempre in prima fila per comunicare la verità a salvaguardia, specialmente, dell’interesse dei produttori!”.

 

I numeri della vendemmia 2018

Il record produttivo quest’anno si è registrato in Lazio e Umbria, con un +40% di uva sulla produzione del 2017. Poi il Piemonte: +35%. Il dato minore in Abruzzo, +15%, peggiore anche di quello della Campania (+18%). Tutte le altre regioni si attestano tra il +20% e il +25%. Mentre l’Emilia Romagna vola con un +28%.

“L’andamento climatico ha messo a dura prova l’opera dei viticoltori – sostiene Assoenologi – Hanno  hanno dovuto effettuare molti trattamenti per mantenere la sanità delle uve. Di conseguenza, al Nord la qualità risulta più che buona, con diverse punte di ottimo alcune di eccellente. I primi dati analitici indicano acidità inferiore alla norma, tipiche di condizioni climatiche variabili. Per quanto concerne i vini bianchi ottenuti dalle prime uve vendemmiate, si riscontra un buon quadro aromatico e un’interessante intensità“.