La Doxa scatta la fotografia degli italiani. I giovani escono di più, soprattutto al Sud. Si cerca qualità, un'esperienza che rompa la routine, ma con una spesa non eccessiva. Anche nel vino bisogna avere flessibilità. E l'online conta

Si esce meno che in passato, ma gli italiani al pranzo o la cena fuori casa non rinunciano. Non spendono cifre esorbitanti, ma cercano la qualità e, soprattutto, l’esperienza. Una parola usata fin troppo, ma il cui senso reale dovrebbe essere quelli di riuscire a regalare ai presenti un momento capace di tenerli lontani dalla routine, di fargli godere una cena con amici, famiglia o con la propria metà.

Certo è che nella scelta il web è sempre più determinante. Lo è per la scelta dei locali e per quella dei vini. Essere presenti su internet è ormai una necessità fatta di recensioni, food blogger e tutto quanto sia in grado di far sentire le persone protagoniste…almeno per una sera! La Doxa ha scattato una fotografia agli italiani e le loro abitudini quando si tratta di uscire fuori a cena. Una volta a settimana lo fanno 8 italiani su 10, ma in base a regioni, età ed esigenze i numeri cambiano.

 

Italiani al ristorante: il consiglio degli amici è al primo posto, ma è il web che ci fa decidere

 

italiani al ristorante recensioni-online

 

Farci consigliare da chi ci conosciamo è sempre il criterio principale di scelta. Il 66% degli italiani decide così dove andare a mangiare.  Ma la verità è che se è vero che è già alto il numero di coloro che si affidano alle recensioni online (il 58%) in alcuni casi questa tendenza supera la prima. Accade in Toscana dove la tendenza si inverte con il 65% delle persone che consultano il web e il 55% che chiede a parenti e amici. In Piemonte la percentuale è identica: 62%.

Sono soprattutto i cosiddetti Millennials, e non solo loro a dire il vero, a fare ricerche su tablet e smartphone. Per i giovani tra i 18 e i 35 anni, infatti, non contano solo le recensioni trovate su internet, ma anche le opinioni dei food blogger. I wine influencer del settore enogastronomico sono seguiti dal 52% degli intervistati Doxa. E di loro si fidano ancor di più le persone tra i 35 e i 44 anni.

Scegliere da una recensione per poi recensire. Finita la cena raccontarla piace. La gran parte di loro lo fa per passaparola e tramite i social media (69%). Per la gioia di ristoratori, enotecari e titolari di winebar si preferisce raccontare il bene e non il male. Il 63% degli intervistati, infatti, ama lasciare la sua recensione per esaltare, il 43% per distruggere. Anche in questo caso sono soprattutto i giovanissimi ad aver voglia di raccontarsi. Sono l’80% di quelli di età comprea tra i 18 e i 24 anni.

 

Le regioni dove si recensisce di più

Dove si utilizza più il web? Altro che digital divide. La Sicilia e la Campania sono quelle dove si scrive di più. Soprattutto su Facebook, Twitter e Whatsapp. E anche chi scrive per stroncare, dice di farlo per avvisare i futuri clienti creando un circolo virtuoso: parliamo dell’83% dei casi. Sono pochissimi (il 15%) quelli che lo fanno per inveire e sfogarsi di una serata no.

Ci ci può credere alle recensioni online? Chi le legge ci crede, ma non ciecamente. Per il 68% è importante che ci siano, il 91% le legge, le considera, ma, alla fine, preferisce andare di persona per vedere se è davvero tutto così come viene raccontato.

 

Italiani al ristorante: online e offline è sempre più importante regalare un’esperienza ai commensali

 

italiani al ristorante cena-fuori-casa

 

Eh sì. Questo non vuol dire doversi inventre chissà cosa. Le persone escono per spezzare la routine. Ecco perché vogliono trovarsi in un posto dove sanno che saranno coccolate, dove mangeranno e berranno bene e dove, ovviamente, non spenderanno troppo. Chi decide di andare a cena fuori lo fa principalmente “per stare in compagnia e rilassarsi senza dover cucinare” (66%). Nel 42% è questione di “sentirsti bene, staccare la spina, cambiare aria e spezzare la routine”. Per il 41% è voglia di “mangiar cose buone che non si possono o non si vogliono cucinare a casa”.

Ecco perché la qualità è il primo dei criteri di scelta per un ristorante o per un altro (77%). Segue il prezzo (73%), la pulizia del locale (62%), la posizione (56%), l’atteggiamento dello staff (53%) e l’atmosfera che si respira (53%). Sebbene questi ultimi due criteri diventano i primi per chi ha più di 35 anni.

La qualità non deve essere solo nel cibo, ma anche nel vino, ci permettiamo di aggiungere. Il ristorante, ha detto pochi mesi fa una ricerca Fipe, è il luogo in cui si preferisce berlo, ma la gran parte delle persone ammette di non essere esperta. Quanto meno non abbastanza. Il fatto che l’85% si affidi al sommelier o comunque a chi dei vini è responsabile nel locale, la dice lunga sul bisogno di saper dare risposte flessibili, immediate e soddisfacenti. Avere dunque una Carta dei Vini non eccessiva, ma ben fatta e possibilmente molto dinamica, è fondamentale. E di nuovo il web in questo aiuta moltissimo come dimostra la Carta dei Vini che abbiamo creto con Enolò proprio per far sì che fosse sempre disponibile attraverso le nuove tecnologie, ma anche continuamente rinnovabile online e in versione cartacea.

 

Italiani al ristorante: ecco quanto si esce e dove si esce di più

 

itliani al ristorante trattoria

 

Secondo lo studio Doxa si va a cena fuori mediamente 5 volte a settimana. Otto itliani su 10 mangiano fuori almeno una volta al mese e il 57% di questi esce almeno una volta a settimana. Sei le uscite mensili dei giovani tra i 18 e i 34 anni con un aumento del 44% degli under24 del 44% rispetto al 2016. Se le terre degli aperitivi vi sembrano quelle dove si trova il maggior numero dei viveur vi sbagliate.

Veneto e Lombardi sono in coda alla classifca con 4 uscite mensili. Mentre in Sicilia e in Toscana la media è di sei. E se è vero che quasi tutti optano per il venerdì e il sabato (82%) è pur vero che la domenica piace più del mercoledì (30% contro 24%), ma quest’ultimo giorno piace ai millennials che lo utilizzano per spezzre la settimana.

A tavola si cerca soprattutto la pizza (77%), la cucina mediettanea (65%) e quella tipica (55%). L’etnico prende sempre più piede ma a preferirlo sono quelli di Piemonte Liguria e Lombardia, mentre al sud va tanto lo street food olte agli aperitivi e le hamburhgerie. La spesa media? 21 euro a testa. Ecco perché avere anche una buona carta dei vini, che sia anche accessibile, è fondamentale. Non è un caso che la mescita prende sempre più piede!