Retto l'impatto con il Covid si pensa al ritorno degli stranieri e il futuro da costruire...insieme! Il settore vale 2,65 miliardi e incide su tutta la filiera in modo importante

Covid o no, l’Italia dell’enoturismo resta un motore fondamentale. I numeri sono stati dati dal webinar “Il Nuovo Enoturismo”, nel corso del quale è stata portata ad esempio la case history della Lombardia.

Ad oggi il settore vale 2,65 miliardi di euro e incide per il 27%  sul fatturato delle cantine. Numeri che meritano di essere approfonditi.

L’Italia dell’Enoturismo piace a 15 milioni di persone e fa bene a tutto il territorio

Si stiamo che siano 15milioni gli enoturisti che sceltono il Bel Paese. E se per le cantine la loro presenza rappresenta il 27% del fatturato, come annunciato, per le altre attività della filiera il numero cresce ancora di più assestandosi al 36%. L’enoturismo, per le comunità rurali, si traduce complessivamente in 42 milioni di fatturato annuo. E’ quanto emerso dal webinar svoltosi nei giorni scorsi.

E non parliamo di una forma di turismo arrangiata, ma al contrario l’enoturismo ci parla di viaggiatori che spendono fino a 120 euro al giorno per un’esperienza nel mondo del vino. Una spesa destinata addirittura a crescere. Ad affermarlo è stata Magda Antonioli, pioniera del settore, vicepresidente European Travel Commissione e consigliere Enit (Ente nazionale per il turismo in Italia). La Antonioli ha sottolineato come la voglia di qualità faccia pensare meno al portafogli, portando con sé un impatto socio-culturale importante tanto quanto quello meramente economico.

 

Case History: la Lombardia

Sul tavolo è stato portato l’esempio della Lombardia, con l’intervento promosso dall’Unioncamere del territorio, sintesi del progetto formativo “il Nuovo Enoturismo: istruzioni per l’uso”, un ciclo di incontri dedicati alla formazione degli operatori lombardi della filiera enoturistica.

Un territorio, quello lombardo, che conta oltre 22mila ettari di superficie vitata e una produzione di 1,3 milioni di ettolitri.

“La priorità – ha sottolineato Carlo Pietrasanta, presidente Mtv Lombardiadeve essere la preparazione per il ritorno degli stranieri. Quando l’emergenza Covid sarà passata dovremo farci trovare pronti per accogliere al meglio le tante persone che hanno voglia di enoturismo in Italia. Quest’estate – ha aggiunto – pur con delle limitazioni abbiamo avuto, ci ha dimostrato quanto siano attrattive la vigna, la cantina e le esperienze a esse collegate e che bisogna continuare su questa strada”.

 

L’Italia dell’Enoturismo ha retto l’impatto del Covid con la prossimità e la possibilità di vivere esperienze all’aria aperte. Basta concorrenza, bisogna collaborare

Lo sguardo è stato rivolto anche alla complessa stagione del 2020. Nonostante l’emergenza Covid-19, infatti, i viaggiatori sono in crescita. Parliamo di wine lovers, enogastronauti e turisti del tipo più vario. Quest’anno, va specificato, si è trattato soprattutto di un turismo cosiddetto “della ripartenza”: ovvero un turismo di prossimità, economicamente accessibile, integrato con altre esperienze culturali, gastronomiche, da vivere immersi nella natura, ma anche amisura di bambini. Insomma si è andati più in vigna che in cantina.

“L’enoturismo – ha sottolineato Giulio Somma, direttore de Il Corriere Vinicolorispetto al mercato del vino, coinvolge un patrimonio collettivo che costringe tutto il territorio a collaborare per fare squadra. Questo porterà a un radicale cambio di visione da parte dei produttori che, attualmente, vedono gli altri produttori del proprio territorio come concorrenti e non come possibili partner”.