L'agronomo Giovanni Bigot ha creato uno strumento rivoluzionario. Ci sono voluti 20 anni per arrivare al risultato e oggi, per tutti, l'App 4grapes è a portata di click

Indice di Bigot: segnatevi queste due semplici parole perché potrebbero essere rivoluzionarie e segnare un ulteriore passo avanti per garantirci una buona annata.

Un buon vino, si sa, parte proprio dalla vigna. Ma la qualità di un vigneto si può misurare? Ora sì grazie all’agronomo friulano Giovanni Bigot che dopo anni di studio ed osservazione ha messo a punto un metodo di valutazione scientifico che a quanto pare può raccontarci del potenziale qualitativo di un vigneto.

 

Indice di Bigot: 60 minuti per valutare la qualità di un singolo vigneto per tutta la stagione

Ph: l’agronomo Giovanni Bigot (foto Ansa)

Produzione, chioma, rapporto tra foglie e produzione, sanità delle uve, tipo di grappolo, stress idrico, biodiversità e microorganismo, età del vigneto. Sono 9 i parametri agronomici più importanti su cui il lavoro di Bigot si è concentrato e che ha portato in anteprima al Castello di Cigognola nell’Oltrepò Pavese. Parametri, e va sottolineato, riconosciuti a livello internazionale come fattori di qualità.

Tra gli scopi dell’indice dunque, se prima di tutto c’è quello di dare un contributo importante al lavoro dei produttori, dall’altro anche quello di dare ai consumatori uno strumento in più per comprendere quanto la qualità del vigneto sia importante perché nel calici arrivi un buon vino.

Osservare-dedurre-agire: questi gli step su cui ha lavorato l’agronomo mettendo dunque sempre l’uomo al centro di un metodo che si basa su una valutazione numerica e oggettiva. Se già il fatto che l’indice sia stato realizzato ha in sé un qualcosa di rivoluzionario, la sua semplicità, nell’utilizzo lo è ancora di più. Le misure per poterlo calcolare infatti sono tutte semplici e veloci (al massimo 60 minuti per stagione per ogni vigneto) e non servono neanche attrezzature o strumenti particolari. Non ci vuole un esperto per utilizzarlo insomma. Quello che servono sono una bilancia da campo e l’App 4grapes che raccoglie i dati. Dirlo così è facile, ma arrivare a realizzare uno strumento tanto tecnologico semplicissimo non è. 

 

Con l’indice di Bigot vino e vigneto entrano in relazione: pianificare le azioni da compiere per migliorarne la qualità ora è possibile

L’indice Bigot è infatti frutto di un’esperienza ventennale di osservazione sistematica dei vigneti. Osservazioni messe per anni in relazione con i risultati della ricerca vitivinicola internazionale. Uno strumento a quanto pare che se già utile, potrà non fare altro che migliorare quanto più i parametri saranno raccolti.

Sostanzialmente si tratta di un importante strumento di autovalutazione ambientale che monitora i vigneti e permette di lavorare per migliorarne, in modo costante, la qualità. Utile per fare le scelte giuste quando si parla di vendemmie ad esempio. Ma anche per programmare il lavoro da fare in vigna e per decidere quando è il momento di raccogliere le uve. Uno strumento di precisione che si avvale dunque della storia millenaria dell’osservazione che ha permesso all’uomo di creare il vino e di migliorarlo nei secoli fino a portarlo alla qualità attuale.

L’indice di Bigot collega direttamente il vino con il vigneto e quindi è importante nella valutazione dei vini che si fanno in cantina insieme all’enologo. Un momento per ridefinire tutto quel che si farà per l’annata successiva. E se vogliamo metterla anche un po’ sul piano economico, elemento comunque fondamentale, l’indice, determinando il potenziale qualitativo di un vigneto, andrà anche ad influenzare il suo valore.

 

Una ‘semplice’ App frutto di 20 anni di lavoro: sotto la lente di Bigot 80mila osservazioni, 250 aziende, 2mila vigneti e mille vini

Ma se i parametri già esistono in che modo questo nuovo indice può essere così innovativo? Nel modo in cui li ha combinato ovviamente. Sono infatti stati presi in considerazione gli aspetti legati alla qualità delle uve, la produttività della singola pianta, la sanità dei grappoli e gli aspetti ambientali in cui la pianta e i grappoli si sono sviluppati e interagito. Sono stati uniti e correlati per ottenere un unico valore, un parametro univoco, in sostanza, che dà un’informazione completa su tutto il vigneto. 

Per svilupparlo negli ultimi vent’anni sono state eseguite più di 80mila osservazioni in vigna, tutte georiferite e archiviate su un database grazie alla App 4grapes con tanto di foto; sono state coinvolge più di 250 aziende e sono stati analizzati pùi di 2mila vigneti in Italia e all’estero. A questi dati si sono aggiunti quelli ricavati dalla valutazione di 1000 vini condotte insieme ai vignaioli e gli enologi aziendali e ricondotti ad un singolo e distinto vigneto.

Va da sé che presi i dati bisognava calcolarli. Come? Con un algoritmo che ha attribuito un punteggio parametro ad ogni singolo fattore partendo dai dati delle ricerche scientifiche internazionali e integrandolo con i risultati dell’esperienza fatta. Ne è quindi venuta fuori un’equazione polinominale che dà il massimo risultato ottenibile da questa relazione attribuendogli di conseguenza un preciso punteggio.

 

L’indice di Bigot lo può utilizzare chiunque condividendo i risultati direttamente sull’applicazione in qualunque momento e da qualunque luogo

Non è finita. Per arrivare alla definizione di un parametri unico si è dovuti procedere anche ad un’analisi statistica. Per farlo Bigot ha utilizzato i risultati delle valutazione di circa mille vigneti e i rispettivi vini, determinando il peso percentuale di ognuno dei fattori al risultato finale. Ovvio che ciò che è emerso è che ogni fattore ha un “peso” diverso nella stima dell’indice di Bigot. Alcuni che arrivano a contare per il 30% e altri che hanno un valore di “solo” il 5%.

Un lavoro davvero complesso che arriva nelle mani di produttori ed enologici, con la semplicità di una App alla portata di tutti. Pochi click per tenere costantemente sotto controllo la situazione fitopatologica, fenologica e produttiva dei propri vigneti. Con la possibilità di farlo da qualunque posto e in qualunque momento grazie alle funzionalità innovative della App basate su standard europei e un protocollo di monitoraggio ottimizzato per ogni area.

Un’altra cosa importante che l’App 4grapes può fare è quella di individuare, se non le si conoscesse, le malattie della vite. Basta caricare una foto. Una volta raccolto tutto il materiale non si deve fare altro che inviare una mail a indicebigo@gmail.com o condividere tutto sull’applicazione.

 

Viva l’innovazione

Un servizio integrato che ci piace, perché, proprio come la nostra Start Up, cerca di dare risposte concrete alle aziende vitivinicole cui si chiede una sempre maggiore qualità nei mercati. E se l’indice Bigot la cerca in vigna, Enolò la cerca nella gestione innovativa della propria attività, passando dalla cantina al ristorante, tra strumenti di marketing e di logistica all’insegna dell’innovazione.