L'idea è venuta al delegato dell'Ais Bari e l'obiettivo è quello di dare ai ragazzi con disabilità la possibiltà di imparare la professione e avere nuove opportunità di lavoro

Il vino come strumento di inclusione sociale: è l’obiettivo de “Il sommelier astemio”, il progetto promosso dall’Ais Bari che ha lo scopo di inserire nel mondo del lavoro le persone con disabilità. L’idea è venuta al delegato Raffaele Massa. Tutti i dettagli dell’iniziativa saranno spiegati sabato nel corso di una conferenza stampa, ma qualcosa è stato già detto di questo bel progetto. Scopriamo insieme cosa.

Il sommelier astemio…non beve ma impara tutto quello che fa parte del bagaglio formativo dei professionisti Ais!

A dare le prime informazioni sul progetto “Il sommelier astemio” sono gli organizzatori di questo corso dal sapore decisamente speciale. L’intuizione – spiegano gli organizzatori – è stata quella di adattare la tecnica di degustazione allo condizioni psico-fisiche di questi ragazzi che possono apprendere e raccontare le caratteristiche visive e olfattive del vino, pur non potendolo assaggiare”.

Un modello innovativo di formazione unico in Italia che è raccontato nel libro “Io valgo-imparo a raccontare il vino”. un testo articolato in 14 lezioni dove si affrontano i temi fondamentali della didattica Ais, ovvero la viticoltura, l’enologia, le caratteristiche visive e olfattive dei vini. Ci sono quindi le tecniche di servizio, i criteri di abbinamento del cibo. Il tutto presentato con un linguaggio semplice fatto anche di illustrazioni, fumetti e didascalie idonee ad essere facilmente comprese e ricordate.

“I sommelier astemi – aggiungono gli organizzatori – imparano così a servire il vino, ad abbinarlo al cibo, a descriverlo con il solo uso della vista e dell’olfatto, acquisendo una professionalità consona alla loro condizione, ma non per questo meno apprezzabile”.

La volontà è chiara: l’iniziativa che parte dall’Ais Bari intende estendersi oltre i confini della città e regionali. La certezza che ha chi lo ha pensato è quello di poter contribuire attivamente a regalare a questi “ragazzi speciali” la possibilità di avere un ruolo attivo nella società.

 

 

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