Un'indagine di Wine Intelligence rivela quali sono le 5 cose che abbiamo imparato e che ci porteremo dietro anche nella ripresa. E sono tutte incredibili opprtunità

Il post-lockdown del vino: e se fosse una grande opportunità? Beh, di certo, secondo Wine Intelligence sono 5 le cose che abbiamo imparato dal periodo di pandemia e costrizione tra le mura domestiche. Cinque insegnamenti che, con il ritorno alla normalità, continueranno comunque a far parte della nostra quotidianità.

 

Il post-lockdown del vino, lesson number one: concediamoci il nostro piccolo lusso, anche nel calice!

Ad elaborare questa piccola lista è stato lo Chief Operating Officer di Wine Intelligence Richard Halstead per cui ci verrebbe da dire…lesson number one: quando il gioco si fa duro, meglio concedersi un piccolo lusso. E tra questo c’è proprio il vino!

A dimostrare che il tempo passato in casa abbia reso la gran parte di noi consapevoli del fatto che in fondo concedersi ogni tanto un calice costoso sia un dovere oltre che un piacere, è l’aumento degli acquisti registrato sia in Europa che in Nord America.

Un insegnamento che potrebbe anche servire in tempo di ripresa a pensarci bene e che ci dice, ancora una volta, quanto sia importante avere una cantina flessibile e competitiva. La Carta dei Vini ha una nuova esigenza da soddisfare, e noi siamo pronti a darvi una mano!

 

Lesson number two: l’aperitivo social è cosa buona e giusta e per chi ama i calici, l’occasione per fare sfoggio della propria cantina

Cari vignaioli e rivenditori è ora di prendere coscienza del fatto che gli aperitivi online sono una prassi. Quella che con il lockdown era un’esigenza, nella nostra quotidianità potrebbe diventare un ben più semplice, ma altrettanto significativo, semplice momento di condivisione. E ci teniamo a fare bella figura. Il vino, ancora una volta, è, può essere e sarà un grande protagonista.

Il social drinking, spiega Wine Intelligence, ha registrato un vero boom tra piattaforme e social media. Un numero su tutto: negli Stati Uniti il 42% di coloro che, di norma, amano dedicarsi un calice e dunque 32 milioni di persone, hanno dato ampio spazio agli aperitivi social. Anche più volte la settimana. E chi sono soprattutto questi consumatori? Soprattutto i Millennials, quelli cioè tra i 25 e i 39 anni.

Visto che le norme di restrizione per la nostra sicurezza sono ancora in vigore, organizzare un aperitivo online, magari dal gusto particolare, non sarebbe una cattiva idea.

 

Il post-lockdown del vino, lesson number three: le vendite online sono aumentate. Reggerà? Potrebbe, certo è che il consumatore cerca l’approccio diretto

La vendita online e i negozi al dettaglio si sono rivelati canali vincenti. Di questo si discute molto, sul se cioè sarà la svolta dell’e-commerce. Non sta a noi dirlo. Certo è che durante il lockdown le vendite in tutto il mondo sono cresciute esponenzialmente, ma quel che più ci intriga è il fatto che ora come mai l’approccio diretto alla conoscenza del vino la stia facendo da padrone.

Un approccio diretto che noi di Enolò da anni promuoviamo sul versante B2B grazie al nostro marketplace capace di eliminare ogni tipo di intermediario tra produttori e dealer, abbattendo i costi, permettendo un ampliamento della propria cantina, evitando ordini eccessivi e garantendole quindi quella flessibilità che risponde alla lesson number one, se guardiamo alla ricaduta sul cliente.

 

Lesson number four: il timore di uscire e stare tra la gente c’è. Facciamo in modo che i clienti si sentano coccolati, ma come se fossero a casa

C’è poi la cautela. Sì ora stiamo riprendendo ad uscire. Torniamo pian piano alla normalità, ma certo è che non tutti si sentono ancora sicuri quando si trovano in un ristorante. Secondo l’indagine Wine Intelligence un consumatore su 6, dopo il lockdwon, non vede di tornare al ristorante, al bar e a fare spese, ma un quarto ha ancora timore di stare tra la gente.

Questo vuol dire che il periodo che si ha davanti non è di certo facile. La sfida è dunque quella, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, di riuscire a far vivere alle persone che tornano ai tavoli, quel piacere che provavano ben prima della pandemia. Quando cioè una cena, o un pranzo, era un momento di condivisione sociale, un momento di relax, di lontananza dallo stress quotidiano.

Ecco che allora fare in modo che si notino meno possibile le misure di sicurezza, che devono però essere garantite, diventa fondamentale. Noi la nostra parte per sostenere il settore la stiamo facendo, proponendo gratuitamente l’utilizzo della nostra Carta dei Vini digitale, che è ora anche menù, e che grazie a un Qr Code permette al cliente di essere consultata direttamente da Smartphone evitando di toccare cose che potrebbe temere siano state tra le mani di qualcun altro. Non solo. Anche una risposta al suo bisogno sempre più impellente, di conoscere in prima persona la storia di ogni singolo vino.

 

Il post-lockdown del vino, lesson number five: la spesa si contrarrà e saranno i piccoli-grandi piacere la vera discriminante…un calice forse non lo è?

Altra lezione con cui dovremmo fare i conti, l’ultima, è che il calo inevitabile dei guadagni frenerà nel prossimo anno la spesa. Quindi inutile alzare i prezzi, la gente oggi ha bisogno di rassicurazione, di recuperare fiducia e di sentirsi capita.

Difficile, dicono i dati, che si comprino case, auto e si facciano viaggi all’estero. I piccoli lussi (e riecco la lesson number one), saranno dunque una importante valvola di sfogo. Possiamo dire che nell’era post lockdown il vino ha più di uno spazio da sfruttare e questo potrebbe davvero essere per il settore, paradossalmente, un momento di ripartenza…sprint (o spritz..fate voi)!