Musica il vino. Il binomio è sempre stato inscindibile. Ma in alcune arie non si parla solo di vino, ma di specifici vini. Noi li abbiamo immaginati in una Carta dei VIni tematica

Carta Canta. Ci siamo dedicati anche oggi alla creazione di una nostra wine list. Cercando di tenere fede, da profani, alle caratteristiche principali che gli si riconosce debba avere ne abbiamo stilata una breve, chiara, semplice e soprattutto, adatta ad una particolare occasione. Qualche tempo fa ci siamo divertiti a crearne una cinematografica. Oggi abbiamo deciso di stilarne una musicale. All’insegna dell’opera. Quella dove, ogni vino, può essere identificato!

 

Carta Canta: musica e vino. Un binomio che si perde nella notte dei tempi. 

Carta Canta - baccanale-tiziano1

Che il binomio vino-musica esista dalla notte dei tempi ce lo raccontano i miti a cominciare dai famosi baccanali che nella rappresentazione hanno permeato l’arte classica (nella foto quello dipinto da Tiziano). Ancor prima, a dirla tutta, ci sono state Mesopotamia ed Egitto. Con la modernità molte canzoni hanno fatto il paio con il vino e ancor più sono le opere liriche e i brani di musica classica. Come accade per il cinema però, non siamo sempre molto attenti a quali vini si stanno bevendo nelle canzoni o nelle arie d’opera. La gran parte delle volte la parola “vino” non si associa ad uno specifico di questi.  Eppure di dichiarazioni d’amore verso il nettare degli Dei la musica ce ne ha regalate tante. La Carta dei Vini che vi proponiamo oggi è giornaliera, tematica, flessibile e dinamica. Non solo. Adatta ad ogni tasca: da un ottimo Bordeaux all’eccellenza di un Passito ce n’è decisamente per tutti i gusti. Cosa manca? Un bianco. Sembra proprio che nella musica si preferiscano rossi e bollicine. 

 

Carta Canta: sommelier…un rosso del Trentino!

 

E’ la citazione più conosciuta. Almeno per chi ama l’estro mozartiano. Sembra proprio che questo eccellente rosso trentino fosse considerato tale già in epoca romana, ma a renderlo “famoso”, musicalmente parlando, è stato il Don Giovanni mozartiano che al servo Leporino ordina di versare proprio un “eccellente Marzemino”. Un’opera potente e autobiografica secondo i più musicata da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Un inno al divertimento che Don Giovanni pagherà caro, ma il cui spirito non può esser rinnegato. Come lui canta infatti “già che spendo i miei denari, io mi voglio divertir”…e per farlo sulla nostra Carta…si Canta proprio con un’ottima bottiglia di vino del Trentino. 

Per accompagnare vi proponiamo la scena “incriminata” sulle note della Wiener Philarmoniker magistralmente diretta da Herbert Von Karajan. 

 

 

Carta Canta: sommelier…un Bordeaux per brindare all’amore!

 

Nemorino ci credeva. Ci credeva proprio che dentro quella bottiglia di Bordeaux costatagli tutto il patrimonio (uno zecchino) ci fosse l’Elisir d’Amore. E la splendida musica di Gaetano Donizetti accompagna perfettamente il libretto di Felice Romani. Così bene che l’equivoco dell’elisir farà sì che davvero quel Bordeaux passi per il vino del potente amore. E’ dal dottor (ciarlatano di fatto) Dulcamara che Nemorino lo acquista sperando di regalare alla sua Adina un amore grande quanto quello della sua storia preferita: Tristano e Isotta. Perfetto per un primo appuntamento o per una proposta matrimoniale. Un Bordeaux nella nostra Carta non poteva di certo mancare. 

Ve lo regaliamo attraverso la splendida voce di Luciano Pavarotti nelle vesti di Nemorino. Correva l’anno 1981. 

 

Carta Canta: sommelier…Champagne, Champagne, Champagne!

 

Non lo abbiamo ripetuto tre volte a caso. Lo champagne impazza nella musica colta. Tra le tante opere in cui appare ce ne sono almeno tre in cui è espressamente citato. E in una è addirittura, in qualche modo, protagonista. Consolatorio per il conte Danilo de La Vedova Allegra di Franz Lehar su libretto di Vicotr Léon e Leo Stein (con tanto di ballerine grisettes dall’aria così bohemienne), sfarzoso e testimone della banalità del denaro ne Le vie Parisienne di Jaques Offenbach su libretto di Henri Meilach e Ludovic Halévy, ingannevole e addirittura colpevole ne Il Pipistrello di Johann Strauss.

In una notte di intrighi, maschere e bugie lo champagne, nell’operetta viennese, è l’unico elemento di verità. Quello che alla fine si prenderà la colpa di tutto quanto accaduto. Perché si sa: la verità non sempre paga. E’ lui, per Strauss, “il re di tutti i vini”. Ecco perché uno spazio nella sezione bollicine per lui non poteva mancare. Magari su Carta potremmo mettere proprio l’Offenbach francese.

Per l’occasione e visto il ruolo di questo vino abbiamo scelto di accompagnarlo con il brano a lui dedicato nell’opera di Strauss nella decisamente originale interpretazione andata in scena nel 2013 sul palco della Metropolitan Opera di New York.

 

Carta Canta: sommelier…la sfidiamo con uno spumante siciliano! 

 

Facciamo fatica a immaginare che Turiddu, siamo a fine ‘800, nell’osteria siciliana in cui era andato a bere avesse trovato uno spumanti di qualche altra zona d’Italia. Ecco perché, per le bollicine nostrane, puntiamo sulla Sicilia. Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni l’ispirazione. C’è musica più bella? Non siamo di certo noi a poterlo dire, ma quel che è certo è che l’emozione che c’è dentro quest’opera tutta italiana è difficilmente replicabile. Seguiamo anche noi allora il consiglio di compare Turiddu. “Beviamocene un bicchiere! Viva il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante. Come il riso dell’amante mite infonde il giubilo. Viva il vino ch’è sincero, che ci allieta ogni pensiero e che annega l’umor nero nell’ebbrezza tenera”. 

Purtroppo l’ultimo calice per lui che perirà nel duello con il rivale d’amore Alfio. Brindiamo col suo spirito e in sua memoria con un ottimo spumante siciliano cantato dal grande Placido Domingo!

 

Carta Canta: sommelier…chiudiamo la serata con un sorso di dolce veleno!

 

Lucrezia Borgia. Basta pronunciare il nome per sentirsi scorrere un non so che di terrificante nelle vene. Ma è il suo lato umano quello che scopriamo nell’omonima opera (decisamente tragica) di Gaetano Donizetti che torna prepotentemente protagonista nella nostra Carta dei Vini tematica. Amori, tradimenti, inganni e chi più ne ha più ne metta. E il vino. Per la precisione il vin di Siracusa con cui il perfido marito di Lucrezia le chiede di uccidere Gennaro l’uomo di cui si è invaghita e che, si scoprirà, essere suo figlio. Una storia di vendetta che si consuma proprio in un calice di vino. Lì sarà messo il veleno che ricongiungerà, in punto di morte, il figlio con la madre che sul marito lancerà una sorta di maledizione.

Ma che vino sarà mai stato? Perché senza sapere di morire Maffio, uno dei personaggi dell’opera, canti “il segreto per essere felici” ci viene da pensare che sia un passito, uno della zona…ecco magari un ottimo Moscato di Noto! Tranquilli quello sulla nostra Carta vi renderà solo felice. Senza controindicazioni!

Ecco perché non temiamo di berlo accompagnandolo con la grande interpretazione di Sutherland diretta da Richard Bonynge al Covent Garden. Annata: 1980!