Ecco qualche buon consiglio per partecipare al simpatico contest lanciato dal museo di Los Angeles. Trasformari, in casa, al tempo della pandemia, in opere d'arte. Noi abbiamo scelto il vino e già che ci siamo anche quello da degustare!

Raccogliamo la sfida e la rilanciamo: pronti a trasformarvi in capolavori enologici? Ci siamo imbattuti nella stravagante iniziativa del Getty Museum di Los Angeles e abbiamo deciso di darvi qualche buon consiglio per partecipare, ma rispondendo ad un dictat preciso: trasformarvi in vere e proprie opere d’arte a tema vino. O meglio, riprodurle. L’occasione per divertirsi un po’ tra le mura domestiche. Con un’accortezza: mantenete la giusta distanza.

Il contest che ha lanciato il museo è molto semplice, ma allo stesso tempo geniale. E il successo che ha avuto è stato incredibile. Nel consigliarvi di dare uno sguardo anche solo per farvi quattro risate, vi proponiamo alcuni quadri famosi a tema vino che potreste riprodurre stando comodamente in casa. Ci vuole solo un po’ di fantasia e la voglia di mettersi in gioco. Un buon modo, tra l’altro, per rispolverare le conoscenze artistiche, acquisirne di nuove e concedersi un calice in una dimensione spazio temporale carica di divertimento.

 

Capolavori enologici: pronti a trasformarvi nel Bacco di Caravaggio? Qualche sorso e passa l’imbarazzo

Partiremmo da un grande classico di un grande artista. Il Bacco di Caravaggio. Dipinto tra il 1596 e il 1598 è custodito nella Galleria degli Uffizi di Firenze che, tra l’altro, è uno dei musei che ha dato la possibilità di essere visitato online in questo periodo di pandemia.

Commissionato dal cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte era un regalo di nozze per Ferdinando I de’ Medici, a testimonianza della grande amicizia tra i due in occasione delle nozze del figlio di quest’ultimo: Cosimo II. Probabilmente anche un’opera che testimonia il grande amore che Caravaggio aveva per il nettare…di Bacco! Non vi servirà molto per riprodurlo: una tunica, un fiocco nero, un cesto di frutta, un decanter, un calice e un buon vino. Certo l’espressione è importante. E’ rilassata e assopita e anche le diverse colorazioni della pelle testimoniano la piacevole ebbrezza del personaggio iconico rappresentato. Sarebbe dunque il caso di berne uno di calice prima di mettersi in posa, anche magari per superare l’imbarazzo.

Vi diamo una dritta: se guardate bene nel calice che il Bacco di Caravaggio ci porge, si vedono ancora delle bollicine. Segno che è stato da poco versato. Che vino scegliere dunque? Beh potrebbe essere l’occasione, visti i natali dell’artista, di provare ad esempio un rosso Terre Lariane Igt nella sua versione…frizzante!

 

“Il giorno dopo” di Munch sarebbe un post sbornia, ma non c’è bisogno di esagerare, sono settimane che assumiamo questa posizione…o no?

Questa è forse l’opera più adatta al periodo e non è neanche di difficile esecuzione. Parliamo dell’opera “Il giorno dopo” di Edward Munch. Dipinto nel 1985 questa è un’opera che ha fatto discutere. Certo è che riprodurla difficile non sarà. La donna è sola, stesa sul suo letto sfatto e ancora vestita. Non c’è alcuna sensualità, ma al di là di cosa l’artista abbia voluto dire, e su questo teorie ce ne sono diverse, una cosa è certa: al centro della scena c’è l’oblio causato dall’eccesso.

Siamo sicuri che in parecchi in questo periodo non stiate rifacendo il letto la mattina e questo vi agevolerà. Di bottiglie ce ne sono due. Una etichettata, chiaramente un rosso e un’altra che dalla forma ci ricorda vagamente una bottiglia di spumante o prosecco. Nel bicchiere, però, visto il colore, ci pare piuttosto di cogliere un possibile passito. E vista la scena ci sembra proprio il caso di consigliarvi un vino cosiddetto da “meditazione”. Uno di quei vini, insomma, che si può gustare benissimo da solo, senza il bisogno di accompagnarlo con il cibo. Ad esempio un ottmio passito di Pantelleria.

Un’accortezza però: dovreste solo riprodurre la scena, non trangugiare tutta la bottiglia. Ne andrebbe della vostra salute e anche del buon gusto, a partire da quello del vino.

 

Cari produttori questo tra i capolavori enologici questo è il vostro: sli “spillatori di vino” che in questo periodo ci appaiono quasi come degli dèi!

Cari produttori questa sfida è per voi. Dubitiamo che alri abbiano botti da vino in casa quindi è il momento di scendere in cantina (anche se già lo fate quotidianamente). Nella certezza che abbiate gli abiti adatti, quelli da campagna, l’opera che vi consigliamo di rappresentare è quella de “Gli spillatori di vino” di Giacomo Ceruti, noto come il Pitocchetto.

L’opera non è datata, ma rappresenta i soggetti preferiti di questo artista vissuto tra il 1698 e il 1767: gli umili. E di umiltà, in queste settimane, ne abbiamo bisogno e la vita ci ha forse come mai insegnato quanto questa sia necessaria. E poi c’è anche un tratto di positività. Lo abbiamo letto in alcune recensioni di chi, di arte, ci capisce più di noi. La povertà, in questo quadro come in tutti quelli del pittore, perde i connotati della privazione ed appare come un valore positivo. E anche di questa abbiamo più che bisogno.

In questo caso dovreste dirci vuoi quale vino ci accingiamo a degustare.

 

La sfida impossibile: riuscite a trasformarvi nell’Autunno di Arcimbolo. Tra i capolavori enologici è il più complesso, ma si può giocare con la fantasia!

capolavori enologici arcimboldo autunno

Complichiamoci la vita. Riuscire a replicare questo quadro è pressoché impossibile, ma noi vi diamo fiducia. Lo conoscete l’Autunno dell’Arcimboldo? L’opera originale non esiste più, ma la copia conservata al Louvre è stata realizzata dall’artista stesso. Il richiamo al vino è tutto nella chioma: grappoli e grappoli d’uva!

Questa è una sfida da campioni anche perché, ammettiamolo, siamo proprio fuori stagione, ma con un po’ di fantasia siamo certi che potrete fare del vostro mento una melagrana, della vostra bocca una castagna, del vostro naso una pera, della vostra guancia una mela, del vostro orecchio un gustosissimo fungo e della vostra barba un ciuffo di grano. Non dimenticate gli accessori a cominciare dall’orecchino a forma di fico. Per reggere la vostra fluente chioma che esalta la viticoltura? Una zucca.

Buon lavoro. Per darvi la carica non possiamo che consigliarvi un vino di grande complessità. Che ne pensate di un Syrah?