In sette anni la crescita è stata del 30%. Milano e provincia fanno da capofila. Un successo che fa bene ai produttori anche grazie all'Expo. Sempre più le bottiglie destinate alle cantine di wine bar ed enoteche

C’era una volta la Milano da bere oggi c’è la Lombardia al bicchiere…frutto del boom enoteche! Terra di vino per amanti del vino insomma. Mentre la crisi continua a far abbassare saracinesche qui le enoteche continuano ad alzarne di nuove ogni giorno. O quasi. Complice la crisi che spinge molti under 35 a tentare l’avventura dell’attività in proprio quel che è certo è che, il settore del vino, è un volano che fa gola a molti e che, per i produttori, rappresenta un’opportunità in più per mettere letteralmente in vetrina le proprie etichette.

Cosa che sarebbe certamente ancor più possibile se la filiera enologica italiana snellisse alcuni passaggi particolarmente farraginosi: quelli legati alla logistica.

Al di là di quel che non va ai lombardi il vino piace e anche tanto. Lo ha fatto sapere la Coldiretti regionale rendendo noti i dati raccolti dalla Camera di Commercio di Milano: negli ultimi sette anni, le enoteche sono aumentate del 30% passando dalle 759 del 2009 alle circa mille attuali.

 

Boom enoteche in Lombardia: è Milano la città con il maggior numero di “oasi delle Doc”

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Non stupisce che sia Milano la provincia che ha visto il maggior incremento di “oasi delle Doc“, cioè di enoteche. Se ne contano 261. La segue Brescia con le sue 175 enoteche, Bergamo che ne ha 109, Varese che apre ogni giorno 99 saracinesche, Monza e Brianza dove di luoghi “divini” se ne contano 82, Como con i suoi 63 locali, Pavia che ne conta 59, Cremona dove di enoteche ce ne sono 34 e infine Lecco, Sondrio e Lodi rispettivamente con 31,25 e 9 attività a misura di winelovers.

E che sia chiaro. Tutte, in misura e modalità diverse, lasciano parlare, o meglio decantare, soprattutto le aziende del territorio. “Un ulteriore segnale della crescita in qualità del vino italiano e lombardo – ha dichiarato il Presidente della Coldiretti regionale Ettore Prandini -. Un riconoscimento del lavoro che è stato fatto e continuano a fare i nostri viticoltori per migliorare le produzioni”. Come? investendo sui mercati nazionali e internazionali”. 

 

Milano prima anche se si guardano le singole città

Le città dove le crescite sono state più sostanziali sono state Milano che ha segnato in 7 anni un +59% e Bergamo cresciuta di un solo punto in meno. Attualmente nel capoluogo lombardo sono 133 le “oasi del vino”. Bergamo ne conta “soltanto” 20. Il divario è enorme, ma d’altra parte Milano è la città più europea che abbiamo. Di certo quella che, se si parla di mercato, attrae più investimenti. 

Terzo gradino del podio per Brescia dove le Enoteche sono 18. Seguono Monza (13), Pavia (11), Cremona e Lecco (10), Mantova e Como (7), Varese (6) e Sondrio (4). 

 

Boom enoteche in Lombardia: la filiera è solida, l’economia gira e il lavoro non manca

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La filiera dell’enologia lombarda è sicuramente una delle più solide del territorio nazionale. Una filiera che è fatta di eccellenza e di aziende piccole e grandi. Imprese che hanno colto il senso del lavorare in sinergia riuscendo a creare, spesso, brand riconoscibili a livello internazionale. Un esempio? La Franciacorta.

Sono circa 30mila le persone che lavorano in questo settore, oltre 3mila le imprese vitivinicole per un totale di più di 20mila ettari di vigneto con la quasi totalità (17.500) destinati alle produzioni di qualità Doc, Docg e Igt. Le Indicazioni geografiche, come di recente ha affermato il rapporto Ismea Wine&Food sono dunque davvero il traino della nostra economia: anche nell’enologia.

 

Boom enoteche in Lombardia: i vini più richiesti secondo i produttori. Per loro, le enoteche, sono vetrine a 360 gradi

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Non importa quante vetrine abbiano, numericamente parlando, le enoteche lombarde. Quel che è certo è che per i produttori il loro proliferare ha significato una vetrina unica in cui esporre prodotti e dalla quale acquisire consumatori. L’Expo, in questo senso, sembra aver dato una mano. “Rifornisco enoteche a Milano, nella provincia metropolitana e in Brianza – ha affermato Alberto Marsetti produttore vitivinicolo della Valtellina -. L’Expo è stato un punto di svolta. La richiesta di etichette pregiate è aumentata. Il nostro vino più ricercato è il Valtellina Superiore, una Docg prodotta in provincia di Sondrio”.

Intramontabile il fascino dei Franciacorta. “Sono sempre più richiesti sia in Lombardia che Veneto, Emilia Romagna e Lazio – conferma Nora Umberti dell’omonima azienda agricola di Erbusco -. Dal 2012 – afferma – le richieste da parte delle enoteche sono aumentate in media del 15% l’anno”

D’accordo anche Milena Guerci, titolare dell’azienda che gestisce a Casteggio, nell’Oltrepò Pavese. “Quello delle enoteche e dei wine shop è un canale di distribuzione che è aumentato negli ultimi tempi. Molti appassionati, dopo aver provato i vini, vengono sempre più spesso in cantina. Cresce, tra l’altro, il numero dei giovani che amano il vino di qualità”. Cosa, questa, confermata anche dai dati ufficiali.

 

Boom enoteche in Lombardia: la Regione ci crede e investe 1,7 milioni di euro per ammodernare gli impianti e spingere il mercato

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Lo ha comunicato nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava: per il settore vitivinicolo lombardo sono in arrivo 1,7 milioni di euro. A tanto ammontano le risorse per gli investimenti Ocm del vino. Quelli cioè destinati a sostenere gli interventi finalizzati alla commercializzazione del prodotto. “Vogliamo andare incontro alle esigenze sempre più forti di ammodernamento degli impianti e di commercializzazione del vino“. Così Fava che ha aggiunto: “la logica è quella di privilegiare l’aumento della competitività. Un passo necessario per una regione sempre più leader sui mercati nazionali e internazionali per produzione qualitativa e non per quantità”.

Qualitativamente infatti, gli ultimi dati, parlano di un 2015 che ha fatto registrare un +8% per le Doc che hanno prodotto 800 mila ettolitri di vino. Il 56% della produzione regionale. Ancora meglio l’Igt che, nello stesso anno, ne ha immagazzinati 426mila.

La copertura delle spese Ocm è calcolata per importi dai 5mila e i 200mila euro. Previsto un sostegno massimo del 40% per le piccole-medie imprese e il 20% per le imprese più grandi. I destinatari dei finanziamenti sono le aziende agricole e di trasformazione. Imprese con meno di 750 occupati e un fatturato minore di 200 milioni di euro.

 

Boom enoteche in Lombardia: le ragioni di un successo cercato

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Sono molteplici gli aspetti che potremmo considerare. Primo tra tutti, certamente, quello di aver compreso (istituzioni e non) l’importanza di creare un brand con cui si identificasse l’intera regione. Un passaggio possibile grazie alla distintività che fa del settore enologico del nostro Paese, un’eccellenza. Ad aver contribuito, in un certo senso, sono stati anche i consumatori. O meglio la risposta positiva che, alle loro esigenze, hanno dato gli operatori della filiera.

L’autoctonicità e la territorialità premiano. Ma anche la scelta di puntare sul calice soprattutto quando parliamo di wine bar e enoteche con angolo degustazione. Lo fanno i ristoranti e ancor più le enoteche. I consumatori, sempre più consapevoli, amano scoprire, ma farlo seguendo criteri ben precisi. Ecco perché, le enoteche e i wine bar sono diventati i nuovi luoghi di aggregazione di certo quelli della conoscenza del vino per eccellenza. Avere una buona cantina, renderla dinamica e flessibile è dunque uno dei criteri fondamentali per avere successo. Una visione nuova che, certamente, fa il bene dei produttori.  che possono usufruire sempre più di figure professionali per far sì che il loro vino finisca nelle cantine dei locali preferiti dai winelovers. 

Un modo nuovo di vivere il mondo del vino che si muove di pari passo con la voglia di scoprire tutto dei produttori e dei loro vini da parte dei consumatori. Dall’enoteca all’azienda, insomma, è il tempo di una giornata da enoturista.

 

Crediti fotografici. Dall’alto prima, seconda, terza e quinta foto Flickr CC. Scatti rispettivamente di Michela Simoncini, CT M, Magnus Reuterdahl e Alper Çuğun. Copertina Flickr CC East Midtown