O meglio un microfono subacqueo. A quanto pare, lo afferma una ricerca, il suono nel bicchiere determina la qualità del prodotto. Anche il bicchiere fa la differenza perché al suo interno le bollicine si modificano modificandone la qualità della percezione!

Innanzitutto il bicchiere. Questo però è qualcosa che sappiamo un po’ tutti, profani e grandi esperti. Un vino, bollicine incluse, ha bisogno di un un calice ad hoc per esprimere al meglio le sue qualità! Siamo in pieno periodo festivo e di spumante, prosecco e champagne ne berremo a fiumi. In Italia,  di bollicine nostrane, ne degusteremo 38 milioni. Questo infatti il numero di bottiglie che si è calcolato si stapperà. Prima di spiegarvi perché (più che noi l’Università del Texas), il “suono” fa la differenza, ripassiamo l’Abc. La questione coppa, calice o flute. Tecnicamente ve lo abbiamo raccontato già un anno fa quindi se vi è capitato di leggerci dovreste già aver imparato. Quel che dobbiamo ricordarci è che proprio la scelta del bicchiere determina l’espressione di un vino, nel nostro caso delle bollicine. E’ questione di effervescenza!

 

bollicine

 

Bollicine: per determinarne la qualità il materiale del calice fa la differenza, ma è anche una questione d’orecchio!

 

L’università di Austin, in Texas appunto, sull’argomento ha precisato che il materiale, oltre alla forma, è importantissimo. Persino chi non è un abitudinario degustatore sa che bere in plastica è totalmente diverso che in vetro! Altro discorso ancora per il bicchiere in polistirolo. A quanto pare il materiale trattiene le bollicine sulle pareti gonfiandole parecchi e facendo sì che prima che si stacchino passi fin troppo tempo. Insomma, la bontà dipende anche da questo quindi il primo passo per “ascoltare” le nostre bollicine è quello di tenere sempre in considerazione in che tipo di bicchiere e di quale materiale, stiamo utilizzando.

Gli scienziati affermano: le bollicine non sono tutte uguali. Ma anche questo, da profani, lo sapevamo o non esisterebbero tante differenziazioni nei metodi di produzione, nei risultati e in disciplinari e specificità! Il fine della ricerca è comunque nobile: capire se ciò che stiamo bevendo è di qualità o meno. Un problema che durante le festività, soprattutto nelle grandi occasioni in famiglia, ci facciamo meno. Ma supponiamo di aver sborsato almeno 100 euro a testa per un cenone di Capodanno…evitare di prendere fregature non sarebbe affatto male! Ecco allora quali sono le due caratteristiche che determinano la buona qualità di un vino. La prima constatabile a vista la seconda…all’orecchio!

 

Più piccole sono, più buone saranno!

Innanzitutto, lo abbiamo accennato, la grandezza delle bollicine. Nel polistirolo diventano già più grandi e già questo non va bene. Ma tanto più grandi sono in un qualunque bicchiere state bevendo, tanto più avrete la certezza di essere di fronte ad un pessimo prodotto. Sì perché a quanto pare, è stato rilevato nella sperimentazione, la qualità è inversamente proporzionale alla dimensione. Un po’ come quando noi diciamo che nella botte piccola c’è il vino buono. Questa volta però, la prova arriva direttamente dalla ricerca e non si limita ad un modo di dire. La dimensione conta sì…ma nel senso opposto a quella cui siamo abituati a pensare!

Un indizio però non fanno una prova. Due determinano una circostanza decisamente attendibile. Quando avrete finito di guardare dentro il vostro bicchiere provate a rintanarvi in un angolo dove l’unico suono che rompa il silenzio sia proprio quello delle vostre bollicine. Se stiamo festeggiando e siamo già al quarto o quinto bicchiere probabilmente sentiremo solo le canpane di Jingle Bells, ma se stiamo cercando di provare la qualità di un prodotto, allora tendete l’orecchio. Gli scienziati lo hanno fatto con le rilevazioni acustiche…noi ci dovremmo un po’ arrangiare!

L’effervescenza, e ce lo potevamo immaginare, è molto sonora e le frequenza di tali suoni racchiudono le informazioni sulle caratteristiche delle bolle! Ammettiamolo, lo studio è interessante, ma se non avete a casa un microfono subacqueo da mettere nel bicchiere sarà difficile che possiate fare le stesse rilevazioni. Magari potreste chiederlo a Babbo Natale e affrontare il Capodanno armati dei ferri del mestiere. Insomma, l’effervescenza è imprescindibile per le bollicine o non le chiameremmo tali. Riuscire a captarne il suono ci dirà se ciò che stiamo bevendo è davvero buono. Insomma meno festeggiamenti ci sono nel bicchiere, peggio sarà la qualità dello champagne, del prosecco o dello spumante!

P.s. alla fine però la differenza, non la farà mica il palato?