Il presidente Uiv interviene al workshop Bocconi: così possiamo diventare leader, ma per farlo serve la capacità di fare sistema tra aziende e tra pubblico e privato

Il nostro vino è un’eccellenza indiscussa nel panorama enologico mondiale. Ma per consolidare il suo posizionamento manca ancora qualcosa: la capacità di fare realmente sistema. La biodiversità ha troppo spesso arroccato i produttori in posizioni di difesa che non fanno bene al vino italiano.

Anche il gap tra grandi e piccoli rende difficile l’emergere di quella biodiversità che spesso trova espressioni d’eccellenza proprio nelle piccole produzioni che, d’altra parte, costituiscono l’ossatura della nostra enologia. Mondi apparentemente e concretamente troppo distanti. Ma la distanza, in questo caso, è più concettuale che reale. Avvicinarsi è non solo possibile, ma doveroso per far sì che il vino italiano spicchi definitivamente il volo.

Proprio la biodiversità in vigna veicolata attraverso la capacità di fare sistema è per il Presidente di Unione Vini Italiani (Uiv) Antonio Rallo, l’elemento su cui puntare per riuscire finalmente ad esprimere al massimo il potenziale del nostro vino. Lo ha affermato nel corso della tavola rotonda del workshop organizzato da Sda Bocconi, School of Managment e Wine Managment Lab (WML) in collaborazione con ITA (Italian Trade Agency) su “La via italiana per la leadership internazionale”.

 

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Biodiversità in vigna: il riconoscimento lo abbiamo, fare squadra mantenendo salde le identità è la chiave del successo

 

“Il vino italiano è sempre più percepito come sintesi di stile, cultura, qualità”. Queste le parole di Rallo. Un punto di partenza importante, ma non sufficiente per sentirsi “al sicuro”. “E’ un trend – ha infatti aggiunto – che dobbiamo consolidare”. Come? “Raffornzando l’impegno promozionale del nostro Paese all’estero. Fare sistema per valorizzare sui mercati internazionali le sfaccettature della nostra produzione e dei territori di origine. E’ questa la strada da percorrere se vogliamo conquistare un posizionamento migliore nei Paesi focus del nostro export”.

Era emerso nel rapporto Ismea: è la biodiversità in vigna il nostro patrimonio. Rallo ha voluto rimarcare il concetto spiegando bene che “varietà” non vuol dire “separazione”. Al contrario unione d’intenti. “Varietà, diversità e ricchezza dei nostri territori sono un patrimonio da proteggere e da promuovere”. Bisogna, insomma, saperlo comunicare con attenzione ha aggiunto il presidente Uiv. “L’eccessiva frammentazione della proposta italiana di vini, infatti, rischia di creare confusione nel consumatore. La qualità espressa da ciascuno di essi, può pertanto risultare più difficile da comprendere. In questo contesto – ha spiegato – ICE gioca un ruolo fondamentale grazie alle proprie competenze in strategie di marketing e comunicazione. Attraverso azioni congiunte contiamo di raggiungere nel medio termine risultati di assoluta soddisfazione”.

 

Biodiversità in vigna: pubblico e privato insieme per migliorare lo status del vino italiano

 

Finito il tempo in cui ciò che è tuo è tuo e ciò che è mio è mio. Soprattutto il tempo in cui pubblico e privato vivevano in mondi separati dove l’incomunicabilità era l’elemento determinante. Lavorare insieme è l’obiettivo di Rallo. “E’ necessario – ha infatti sottolineato – mettere a punto una strategia per creare maggiori sinergie tra gli investimenti del pubblico e del privato. Tema sul quale il Consiglio Nazionale Uiv si è espresso in maniera chiara nelle scorse settimane durante i lavori del Tavolo del Vino tenutosi al Mise”.

Responsabilità diverse, ma condivise. “Alle istituzioni spetta l’onere di finanziare attività di formazione e comunicazione del sistema ‘vino italiano’ – ha concluso il presiente Uiv -. Alle imprese quella di promuovere i singoli brand. Solo così  potremo sviluppare attività realmente efficaci nel valorizzare sia i nostri vini sia i territori ricchi e variegati che l’Italia esprime e che, purtroppo, sono ancora spesso poco conosciuti all’estero”.