L'obiettivo è ottenere il riconoscimento come patrimonio immateriale dell'umanità Unesco, dopo l'annuncio è l'appoggio di tutti che serve e i giovani ci sono già
Una “call-to-action” per far sì che l’appassimento della Valpolicella diventi Patrimonio Unesco. Una tecnica “vecchia” 1.500 anni e che oggi ci regala grandi eccellenze che vanno sotto il nome di Amarone e Recioto simboli indiscussi dell’enologia Made in Italy.
L’appassimento della Valpolicella punta a diventare la prima tecnica vitivinicola riconosciuta dall’Unesco e i numeri li ha tutti
Originale e antichissima, quella dell’appassimento è una tecnica propria di questo territorio e ne è una vera e propria identità. E’ stato il comitato promotore della candidatura, coordinato dal consorzio per la tutela dei vini della Valpolicella, a lanciare l’iniziativa. Il passo che segue l’annuncio della stessa e che chiama a raccolta tutto quel territorio che questa antichissima tecnica che ci regala vini universalmente riconosciuti come emblemi dell’enologia, rappresenta.
E’ il momento di fare squadra per quei grandi rossi che la Valpolicella ci regala da ben più di un millennio.
I commenti
Se il riconoscimento dovesse arrivare sarebbe il primo per una tecnica vitivinicola. A ricordarlo è il presidente del consorzio Christian Marchesini. Quello dell’appassimento della Valpolicetta è “un savoir faire che ha scritto la storia ma anche l’economia del nostro territorio, ne ha plasmato i prodotti definendone la qualità, contribuendo a disegnare la geografia e l’evoluzione sociale, l’etica del lavoro e l’imprenditorialità, le festività e i ritmi stagionali. Un tassello fondamentale della nostra identità che non può essere dato per scontato, e che deve essere compreso e valorizzato anche e soprattutto dalle nuove generazioni”, aggiunge.
“Il riconoscimento Unesco rappresenta un’occasione importante per le comunità coinvolte – aggiunge Pier Luigi Petrillo, presidente dell’organo degli esperti mondiali dell’Unesco per il Patrimonio Culturale Immateriale – ed oltre a comportare una spinta alla tutela della tradizione e del paesaggio bioculturale in cui viene esercitata, ne assicura la trasmissione alle nuove generazioni e favorisce una fruizione collettiva anche di tradizioni e riti ad essa collegati, stimolando la crescita del territorio e la consapevolezza del patrimonio culturale e identitario”.
“Appassimento – conclude Massimo Giannolli vicepresidente della Rete Valpantena e presidente dell’azienda La Collina dei Ciliegi dove il comitato promotore si è riunito – vuol dire non solo vino di qualità, ma anche radici, impresa, valore aggiunto: una vision collettiva che non può non coinvolgere, trasversalmente, tutti gli stakeholders del territorio e che vedrà la Valpantena protagonista nel sostenere il progetto”.
Dai giovani una risposta immediata
La prima risposta, immediata, è arrivata dal Consorzio Gruppo Giovani appena nato che con l’evento degustazione “Call to Recioto” hanno voluto sostenere la candidatura. Una realtà di cui oggi fanno parte 50 under 40.
Ottenere il riconoscimento vorrebbe quindi dire non solo essere i primi a farlo per una tecnica vitivinciola, ma soprattuto entrare tra i 631 elementi di 140 Paesi che oggi lo hanno ottenuto. Noi non possiamo che fare il tifo.