La prima guida della manifestazione veronese incorona 441 vini e la cantina che si è distinta tra tutte quelle del Bel Paese. Dalla pura qualità a quella del rapporto col prezzo è un viaggio enologico lungo tutto lo Stivale

Verona si prepara al Vinitaly 2017 con tante novità e un nuovo orientamento: più business per promuovere la qualità del vino italiano nel mondo. Il 9 aprile gli stand apriranno a professionisti, buyer e tanti winelover. Tutti pronti ad invadere la città e assaporare tutto il buono del Bel Paese e del mondo. Sarà certamente tappa obbligata visitare quelli delel cantine che si sono aggiudicate i prestigiosi riconoscimenti della kermesse giunta alla 51esima edizione. Dal 31 marzo al 2 aprile sono stati 2.153 i vini assagiati da direttore scientifico di Vinitaly Internationl Academy Ian D’Agata e le commissioni preposte. 

Vini arrivati da 578 aziende di tutto il mondo. Italia, Francia, Sudafrica Ungheria, Slovenia, Croazia, Messico, Romania, Ucraina, Hong Kong, Turchia, Canada e Cina. 

Dalla miglior cantina ai migliori vini, passando per quelli della categoria miglior prezzo/piacere. Un tour enologico che incorona tutto lo Stivale con il Montalcino protagonista. La prima guida del Vinitaly, “5Star Wines The Book 2017”, elenca 441 vini e 17 vini della selezione Wine without Walls e ha decretato che è proprio qui che si trova la miglior cantina dell’anno!

 

 

5 Star Vinitaly 2017: la miglior cantina si orienta verso innovazione e sostenibilità

 

 5 Star Vinitaly 2017 castello-banfi

Siamo nel cuore della Toscana lì dove l’eccellenza regala grandi vini e in quel territorio da sempre all’avanguardia. La regione che, dei suoi vini, è davvero riuscita a fare un brand nonostante il dibattito aperto sul marchio unico. Ed è qui, tra i filari del Brunello di Montalcino, si trova una delle cantine simbolo dell’enologia italiana. Castello Banfi. A lei il riconoscimento di miglior “Cantina dell’anno – Gran Vinitaly 2017”.

 

Lavori enologici in corso alla Cantina Banfi

 

La promozione del Sangiovese

Un riconoscimento che viene certamente dall’alta qualità dei suoi vini. Vini che godono di un grande prestigio internazionale. Ma che è anche frutto della costante attività di promozione e tutela del territorio che Banfi persegue. Una Fondazione che solo nelle ultime settimane ha lanciato due importanti progetti. Il primo è il Sanguis Jovis. Ovvero li Centro Studi di Alta Formazione del Sangiovese. Realtà con cui si vuole accrescere e diffondere la cultura di questo vitigno. Formazione e progetti sperimentali da condurre in collaborazione con il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano e il direttore scientifico, il professor Alberto Mattiacci della Sapienza di Roma. Il progetto sarà presentato il 9 aprile proprio al Vinitaly. L’occasione perfetta per lanaciare anche la prima edizione della Summer School Sanguis Jovis. Il tema? Ovviamente “Sangiovese 4.0:  innovazione scientifica e culturale per il Sangiovese nel mondo”.

 

La sperimentazione genetica

Un progetto che nasce dall’incontro con un’altra eccellenza: la Fondazione Mach. E’ con lei che Banfi ha avviato una sperimentazione per combattere una delle peggiori malattie della vite: la  botrite. Nota anche come ‘muffa gialla’ è causata dalla Botryotinia fuckeliana. Un “male” che può attaccare foglie, tralci, grappoli e acini maturi. L’obiettivo del progetto è la sostenibilità. Sono 6.750 le barbatelle di varietà derivanti da incroci di Vitis vinifera tolleranti alla botrite che il Castello Banfi ospiterà nei 2.800 ettari di proprietà a Montalcino. “Un passo naturale  – ha affermato il direttore generale dell’azienda Enrico Viglierchionel percorso di ricerca e innovazione intrapreso 40 anni fa”. 

 

 

5 Star Vinitaly 2017: i migliori vini anche per qualità/prezzo sono un viaggio del gusto lungo tutto lo Stivale 

 

 5 Star Vinitaly 2017 wine-glass

 

Tra 92 e 96 i punti assegnati a quelli che sono stati riconosciuti come i Migliori Vini Italiani 2017.

Primo in assoluto, unico ad aggiudicarsi i 96/100, il Barolo Docg Bussia 2013 de La Morra (CN)

Due i bianchi migliori d’Italia entrambi con 95/100 di punteggio. E tutti e due arrivano dalla Sardegna. Precisamente da Oristano e Arzachena. I 95/100 Ian D’Agata e la commissione della kermesse veronese li hanno infatti assegnati al Vermentino di Gallura Docg Vendemmia Tardiva “Sciala” 2015 della Surrau Srl Società Agricola e alla Vernaccia di Oristano Dpc Superiore “Jughissa” 2008 della Cantina della Vernaccia Società Agricola di Oristano. Vino, questo, che si è aggiudicato il Gran premio della giuria.

Una bella sorpresa quella “dolce” che arriva dalla Toscana. Con 95/100 ad aggiudicarsi il premio di miglior vino dolce Vinitaly 2017 è stato infatti il Moscadello di Montalcino Doc Vendemmia Tardiva “Florus” 2014 della cantina migliore dell’anno: Castello Banfi

Passiamo alle bollicine. Il punteggio maggiore (94/100) è stato assegnato al Vino Spumante di Qualità (VSQ) Brut Rosé “Unique” 2014 di Medici Ermete & Figli, prestigiosa cantina di Reggio Emilia.  Seguono con 93 e 92/100, il frizzante e il rosato. Parliamo dei Colli Piacentini Doc Malvasia Frizzante 2016 della Cantina Sociale di Vicocarbone e l’Igp Rosato “Albiola” 2016 del Casale del Giglio de Le Ferriere (LT).

 

Ex-aequo per il miglior prezzo/piacere 

Rispettivamente con 93 e 90/100 in questa categoria c’è stato un pareggio che unisce idealmente nord e sud con una cantina trevigiana e una trapanese premiate dal Vinitaly 2017. Dalla briosità alla dolcezza. Un viaggio unico che si traduce nel Valdobbiadene Docg Superiore di Cartizze Spumante Dry 2016 de Le Bertole di Bortolin (93/100) e nel Marsala Doc Vergine Riserva Dry 2000 di Carlo Pellegrino che i suoi vini li produce a Marsala (90/100).