Ad un gradino dal podio il Brunello 2012 Casanova Neri. L'eccellenza italiana c'è con 16 etichette e anche se non è tra i primi tre vini migliori al mondo secondo la rivista, la sua varietà si conferma il simbolo della sua grandezza e unicità. E il sud, per la prima volta, entra nella prestigiosa classfica americana!

Vini toscani. Gli States strizzano l’occhio soprattutto a queste eccellenze italiane. La conferma, dopo la classifica Wine Enthusiast, anche quella di Wine Spectator che, a differenza dei primi, ci mette a piedi del podio, ma che ci premia con 16 etichette nella sua “Top 100” dei vini migliori al mondo. Un risultato soddisfacente, ma non entusiasmante che comunque afferma un trend positivo per il nostro vino oltreoceano, al di là del “problema” export.

Tante, infatti, erano state le etichette premiate anche nel 2016, ma resta ancora il gap con gli anni precedenti quando l’Italia nella classifica redatta dalla più prestigiosa rivista al mondo di settore di etichette ne contava 21. Senza dimenticare che, nel 2006, al vertice c’eravamo proprio noi o meglio Casanova di Neri con il suo Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001. Primo posto che, peraltro, l’Italia si era già guadagnata nel 2001 con l’Ornellaia 1998 dell’omonima Tenuta e l’anno prima con il Solaia 1997. Solaia che, va ricordato, non è entrata per un soffio nella Top 10 Wine Lister, ma che con il suo 11esimo posto si è comunque affermato come uno dei vini più presenti al mondo nelle Carte dei Vini.

Casanova Neri, comunque, può sorridere ampiamente visto che il primo vino italiano in classifica, con un ottimo quarto posto, è sempre suo. Non solo. Un altro dato va tenuto in grande considerazione e riguarda la top 10. Fuori tutti i competitor. Parliamo di Spagna in particolare, ma anche di Nuova Zelanda, Portogallo e Sudafrica. Nelle prime dieci posizioni, infatti, ci sono soprattutto Francia e Usa, ma l’Italia c’è ed è l’unica “rivale” dell’asse Parigi – New York.

Chi c’è sul podio? Beh si gioca in casa. Almeno in vetta. Per il terzo anno consecutivo infatti primo classificato è stato il Valley Three Palms Vineyard 2014 Duckhorn. Ma quali sono le 16 etichette italiane più buone del mondo secondo Wine Spectator? Scopriamole insieme…

 

Top 100 Wine Spectator: la Toscana su tutti con 6 etichette premiate. Il Piemonte si svela al di là dei grandi Barolo!

 

Wine Spectator top 100 casanova-neri

Ph: scorcio tra le vigne dell’azienda Casanova Neri il cui Brunello 2012 si è guadagnato il 4 posto nella Top 100 Wine Spectator. Foto della Gallery della Tenuta

 

Sua maestà il Brunello. Con lui a rappresentare la regione il bianco simbolo della sua grandezza!

Sì, è vero, non siamo sul podio. Ma per un soffio e, in fin dei conti, tra noi e la Francia c’è solo una differenza di due etichette. Se nella classifica generale il duopolio, restando nella top 10, è Usa-Francia, in casa nostra a contendersi le posizione più alte sono ancora una volta Toscana e Piemonte con la prima che, stavolta, “vince” 6 etichette a 2. Una sorta di rivinciata dopo l’11 a 3 incassato nel 1993. Quel che ci piace, in sostanza, è che Wine Spectator, nelle 16 etichette, ha premiato soprattutto quel plus tutto italiano che resta ineguagliabile in ogni angolo del globo: la varietà e la biodiversità della sua viticoltura.

Casanova Neri, come accennato, si afferma nuovamente nel panorama internzionale con il quarto posto dopo il primo conquistato nel 2006. Questa volta l’eccellenza della sua enologia va sotto il nome di Brunello di Montalcino 2012. Un’eccellenza imbottigliata per la prima volta nel 1978 ed oggi simbolo della grande enologia italiana e del Brunello nel mondo.

E il Brunello è protagonista anche nella “top 20” Wine Spectator. Se infatti quello di Casanova Neri è appena sotto il podio, all’11esimo e il 20esimo posto troviamo l’Altesino Brunello di Montalcino 2012 Montosoli e il Campogiovanni Brunello di Montalcino 2012 dell’Agricola San Felice.

La Toscana chiude la sua classifica personale con altri tre grandi vini. Il Mazzei Maremma Toscana 2013 Tenuta Belguardo, piazzatosi al 23esimo posto, il Poggione Rosso di Montalcino 2015 al 45esimo e la Vernaccia di San Gimignano Tenuta Le Calcinaie 2015 all’84esimo.

 

Dolcetto o…Barbaresco? Entrambi! Sono loro la voce del Piemonte!

La rivincita del “Dolcetto”. Potrebbe essere questo il titolo piemontese se si confrontassero le classifiche Wine Enthusiast e Wine Spectator. Sì perché la prima ha ampiamente riconosicuto il valore del Barolo assente, un po’ a sorpresa, dall top 100 WS. Nel 1989, infatti, alla sua seconda edizione, era proprio il re dei vini rossi del Piemonte ad aver conquistato la rivista Usa che l’aveva premiato con ben 9 etichette. Ma quello, per il Barolo, fu un anno eccezionale! Ben più che da incorniciare.

Quest’anno le etichette piemontesi premiate sono dunque state due. Un Dolcetto e un Barbaresco. Stiamo parlando del Dogliani 2015 Luigi Einaudi definitio come il 30esimo vino più buono al mondo dalla rivista, e il Barbaresco Ovello 2013 della Cantina del Pino piazzatosi 61esimo.

 

Top 100 Wine Spectator: le altre 9 etichette sono un viaggio nella biodiversità italiana. E per il Sud questo è un grande esordio!

 

Wine Spectator top 100 vini italiani

 

E ora concediamoci questo viaggio ideale in lungo e in largo per la nostra penisola. Sì perché le 8 etichette rimaste, come ormai evidente, arrivano ognuna da una regione italiana. Immaginado di poter saltare da una parte all’altra per assaporarne l’essenza, partiamo dall’Umbria che ha visto entrare in classifica, al 66esimo posto, lo Scacciadiavoli Montefalco Sagrantino 2011. Da qui al Veneto il salto è Soave, o meglio quello Classico 2016 firmato Gini che ha ottenuto la 69esima posizione.

Resitamo in quota, ma solo per il livello del mare, e andiamo a sud, in Campania dove ad attenderci, con il suo 71esimo posto, è il Donnachiara Aglianico Irpinia 2015. Irpinia, che, tra l’altro, riappare anche alla 94esima posizione con il Greco di Tufo G 2016 firmato Di Meo. Se vi manca il Veneto ci torniamo, ma facendo tatppa nella Valpolicella dove troviamo l’80esimo vino premiato da Wine Specator: il Valpolicella Classico Superiore San Michele Ripasso 2015 Michele Castellani. Percorriamo l’Adriatica e fermiamoci nelle Marche. E’ qui, infatti, che potremo gustare il Verdicchio dei Castelli di Jesi Podium 2014 Farofoli (92esima posizione). Il nostro viaggio si chiude in Sicilia con il 96esimo posto del Nero d’Avola Terre Siciliane Versace 2015 Feudi del Pisciotto e l’Odoardi Calabria 2014. Per i vini del sud un esordio importante che dimostra come, ormai, i mercati siano cambiati, quante più opportunità ci siano per uscire dalle proprie realtà e portare l’enologia italiana nel mondo.

Se avete queste 16 etichette nella vostra cantina, non c’è che dire…siete dei grandissimi intenditori!