C'è chi sostiene che il vino perfetto è nel nostro codice genetico. Chi si è inventato la lingua sommelier e chi un modo per mescolare i vini alla ricerca dell'ideale di ognuno. Ecco le stranezze dell'enologia

Possiamo parlare di enologiche stranezze quando parliamo di vino tecnologico? Qualche tempo fa vi abbiamo parlato di gadget eccentrici e spesso inutili legati al vino. Oggi vi parliamo di un’altra forma di tecnologia enologica. Quella che, secondo chi realizza i progetti, dovrebbe migliorare la vita dei winelovers. Oggetti che, per chi li ha creati, non dovrebbero mancare nelle case degli amanti del vino versione mainstream. Con in più studi che puntano a sostituire, si fa per dire, colui che più di ogni altro di vino ne sa: il sommelier. 

E se a lui dicessimo che noi sappiamo che vino ci piace perché ce lo ha detto il nostro Dna? Fantascienza? No…progetti veri con investimenti concreti!

Vino tecnologico: dimmi chi eri e ti dirò cosa bevi!

Vino tecnologico - dna

Stregoneria. Messa così la fa sembrare un po’ così. In realtà è scienza o presunta tale. C’è qualcuno, nella Silicon Valley, che è fermamente convinto di poterci trasformare in veri e propri sommelier. Altro che studi infiniti, corsi e assaggi. Cosa ti piace? Non puoi saperlo realmente se non fai un’analisi del tuo Dna. Ci verrebbe da sorridere se non fosse che a sostenerla c’è Helix, la più grande società al mondo per l’analisi del Dna.

Con loro ora si lavorerà ad una futura App. Secondo Vinome “ci sono più di 400 geni che codificano la nostra lingua e che ci permettono di distinguere gusti e odori. Anche piccole variazioni nel codice del Dna possono portare a grandi cambiamenti nel gusto e nell’olfatto”. Insomma, secondo loro, se qualcuno ama i broccoli e qualcuno sì ha un perché. Non è una semplice questione di gusto. 

 

Vino tecnologico: Dna per il vino perfetto? Un po’ come la teoria che sia la base per trovare l’anima gemella.

Vino tecnologico - anima-gemella

L’idea che la scienza spoetizzi completamente la nostra vita ci fa paura. E, soprattutto, per tutti noi è un atto di fiducia non avendo scelto nella gran parte dei casi la vita del genetista. Magari perché non lo avevamo nel Dna. Sta di fatto che Vinome è convinta che un algoritmo ci farà trovare il nostro vino perfetto. Ma contro questa tesi, che farà storcere il naso a molti, si è pronunciato un altro genetista:  Jim Evans, professore presso la University of North Carolina.

Non ci è andato per il sottile: l’idea è stupida. “Metto questa idea nella stessa categoria del trova la tua anima gemella con il Dna. Non sappiamo ancora abbastanza sulla genetica per fare una ricerca di questo tipo realmente accurata. Il loro motto è ‘un po’ di scienza e un sacco di divertimento’. Sarebbe meglio dire ‘nessuna scienza e un sacco di divertimento'”. Un divertimento che, agli americani, costa 164 dollari. Pensa se poi viene fuori che il tuo ideale è una bottiglia da 10!

 

Vino tecnologico: la lingua elettronica vuole fare il sommelier!

Vino tecnologico - lingua

Spostiamoci in Australia. Persino Decanter ha toccato l’argomento. Nasce la lingua elettronica che degusta il vino. Ad averla creata l’Università di Adelaide. La lingua elettronica, dicono, è in grado di riconoscere l’età di un vino, il tipo di botte in cui è stato messo a maturare e la sua qualità complessiva. Forse. Sì perché, in realtà, il progetto è ancora in fase di studio. Secondo i creatori l’obiettivo non è affatto quello di sostituire sommelier e degustatori. Solo quello di mettere a servizio del mondo del vino una tecnologia in grado di rilevare i residui zuccherini, i polifeni e le altre sostanze del  vino. Insomma in grado di fare le analisi necessarie anche per la lotta alla contraffazione. 

Resta sempre un dubbio: ma chi ci assicura che funzioni? Tra l’altro nel 2008 in Spagna era venuta fuori la e-tongue che aveva più o meno gli stessi obiettivi. Di lei non abbiamo più notizie. Dei nostri sommelier sì grazie a Dio. Ogni sera quando andiamo a cena fuori!

 

Vino tecnologico: Bibidi Bobidi Bù eccolo il vino che ti piace di più!

Vino tecnologico - vinfusion

In effetti una formula magica con Vinfusion non ci starebbe poi così male. Le intenzioni sono sempre delle migliori. D’altra parte se non si osa non si scopre e non si crea. Ma, ai puristi del vino, questa invenzione farà drizzare i capelli. Ancor più ai sommelier che, con questa tecnologia in circolazione, rischiano di sentirsi dire che “no, non è il vino che piace a me”. Ci spostiamo in Inghilterra stavolta. E’ qui, nei laboratori della Cambridge Consultant, che nsce Vinfusion.

Cos’è? un sistema che permette di miscelare chimicamente i valori di 4 diversi vini-base, generando centinaia di possibili combinazioni di gusto a piacimento del cliente. Si obietterà, giustamente, che la vinificazione è da sempre frutto della capacità di mescolare sapori. Sì, ma con una differenza. Che quella mescolanza arriva e si modifica nei secoli attraverso la conoscenza di chi, la vigna, la lavora. E, soprattutto, che sono le uve a mescolarsi non i vini già belli che imbottigliati. Insomma la vinificazione è storia dell’umanità nel senso stretto del termine.

D’altra parte viviamo un’epoca mainstream in cui ci piace avere il gadget tecnologico. Chissà quanti si faranno conquistare da questo aggeggio che mette insieme Pinot Nero, Merlot, Syrah e Moscato Rosso. Metti il vino dentro l’alambicco (chiamiamolo così) e poi decidi se lo vuoi più secco, più dolce, più corposo o più leggero. Secondo gli studiosi rimarrai soddisfatto. Sarebbe bello poi trovare un sommelier che ce ne descriva le caratteristiche!