Francia in pole position. In Italia il consumo cresce costantemente, ma non esistono indagini di mercato e statistiche. E' questo il gap
Vino Rosè. Il mondo (del vino) si tinge di rosa. E se non è vero il detto che “rosa di sera, bel tempo di spera”, sembra invece che proprio il mercato del rosato stia facendo passi da gigante. Almeno secondo gli addetti ai lavori E’ quanto emerso nel corso della IX edizione di Italia in Rosa. L’evento, organizzato a Mongia del Garda dal Consorzio Valtènesi, ha ospitato il responsabile del centro studi ed economia del Conseil Interprofessionel Vins de Provence Michel Courdec.
Neanche a dirlo capofila del mercato del vino rosè è la Francia. Tra il 2002 e il 2014 ha infatti fatto registrare un +43% dei consumi. La Provenza dedica al rosè il 90% della sua produzione occupando il 40% del mercato dei prodotti rosè francesi.
E l’Italia. L’Italia se la cava molto bene e, soprattutto, il fenomeno sembra essere in costante crescita. A sottolinearlo è stato il presidente del Consorzio Alessandro Luzzago. “Una delle debolezze che abbiamo – ha però aggiunto – è quella di non avere statistiche, non avere dati sui quali basare le strategie, dei percorsi, e poterli verificare”. Attualmente il 10% della viticoltura è destinato al vino rosè. In perfetta perfetta linea con la media mondiale. Sul mercato l’Italia si piazza in quarta posizione dopo Francia, Spagna e Stati Uniti. In quanto a consumo è invece quinta con una produzione di 330milioni di bottiglie l’anno.
Un incontro, quello con Courdec fortemente voluto. E’ proprio alla produzione della Provenza che i produttori italiani infatti si ispirano. Il più grande potenziale sembra appartenere alla Puglia. Ecco perché,ha spiegato Lucia Nettis presidente dell’associazione Puglia in Rosè è partito l’Ocm vino. “Si tratta di un progetto di promozione per il 2016-2017 – ha spiegato -. L’associazione presenterà attraverso un progetto di circa 400mila euro una promozione e una costruzione di rete vendita del vino rosato di puglia nei paesi di Three States America, East Coast America, California, Messico e Hong Kong”.
Perfetto. Ma senza dati non si tratta di un investimento alla cieca? “Il consorzio Valtenesi – ha quindi spiegato Luzzago – ha sviluppato un progetto di ricerca con il Centre du Rosè. L’obiettivo è la caratterizzazione della nostra identità. Ovvero cercare di capire qual è la nostra diversità, identità, caratterizzazione. Abbiamo investito per il prossimo triennio risorse più ingenti. Passeremo quindi ad analisi più fini. Potremo così sviluppare un lessico che ci aiuti a descrivere i nostri vini”.
Non resta che aspettare e sperare che il cielo, di sera, si tinga di un intenso color rosè.