Poco determinante, ma la crescita dell'e-commerce in Italia inizia a farsi significativa. Wine Monitor e Vino75.com tracciano l'identikit dell'acquirente tipo. Ma a spendere di più non è lui!

Il vino online lo comprano i nonni, lo comprano le donne, ma soprattutto…lo comprano i 50enni! Sì, alcune ricerche hanno determinato che le donne hanno più coraggio. Osano di più insomma. Ma i maschietti restano sempre quelli che quando si tratta di vino hanno il click più facile. Wine Monitor Nomisma e Vino75.com hanno fatto la fotografia al winelover digitale per eccellenza. Un vero e proprio identikit. Ha un’età precisa, vive in una determinata area geografica e ha idee chiarissime quando deve comprare online la sua bottiglia. Ma se parliamo di spesa beh, non sono loro quelli che sono disposti a tirar fuori qualche euro in più.

 

vino online e-commerce del vino

 

Vino online: l’uomo del centro-nord compra di più e ha le idee chiare, ma non è lui quello che non bada a spese

 

A comprare di più sono gli uomini compresi tra i 36 e i 55 anni. Nel 61% dei casi sono loro a fare acquisti. Acquisti che nel range d’età riguardano soprattutto i 48enni residenti al Centro-Nord. Loro, in quanto al cosa comprare, hanno le idee chiarissime. Spendono mediamente 13 euro a bottiglia, ma per un buon rosso fermo e per gli spumanti rilanciano di un euro.

Eppure, nonostante la disponibilità economica sia nettamente superiore a quella di un cosiddetto Millennial, in quanto a spesa è proprio quest’ultimo a non starci troppo a far caso. Mediamente, infatti, i giovanissimi acquistano bottiglie da 16 euro. Spesa che li mette al di sopra non solo alla “generazione X”, quella sopra citata, ma anche dei così detti baby boomers. Gli uomini cioè che hanno un età compresa tra i 56 e i 65 anni. E per lo spumante? I Millennials spendono ancora di più.

 

Vino online: trend positivo, ma che fatica vendere in Italia

 

Si cresce a doppia cifra e questo è un bene. Ma l’e-commerce del vino nel nostro Paese pesa ancora meno del 2% sulle vendite off-trade in Italia. Ritardo? Può darsi, o semplicemente tempo necessario a far abituare il consumatore italiano, abituato ad avere un rapporto diretto col vino, ad una possibilità diversa che gli offre un ventaglio di opportunità tendenzialmente infinito.

Ecco perché tracciare l’identikit dell’acquirente medio stando attenti anche a considerare i comportamenti degli altri consumatori, siano essi maschi o femmine, è importante per pensare al futuro. “E’ indubbio che il trend sia in crescita. Basti guardare cosa sta accadendo fuori dai confini nazionali”. Così Denis Pantini responsabile Wine Monitor di Nomisma. “In mercati come Francia o Regno Unito – spiega – l’incidenza delle vendite di vino online supera il 10% o addirittura il 20% nel caso della Cina”. Cina da sempre sotto la lente d’ingrandimento del vino italiano che arriva, ma non sfonda nonostante la crescita del 30% delle importazioni.

“Già oggi – ha aggiunto Pantini – circa il 50% delle imprese intervistate (200 in tutto) vende online i propri vini. Direttamente o tramite siti specializzati. Un altro 17% ha intenzione di ricorrere a questo canale nei prossimi anni”.