Là dove non arriva la scienza, arriva la coscienza religiosa! Anche vigne e vignaioli, e non solo loro, hanno santi protettori! Con una vendemmia così 'anomala' ecco quelli a cui è il caso di rivolgersi e ognuno ha la sua storia!

Sarà una vendemmi quantitativamente “scarsa”. Per Assoenologi tra le sei “peggiori” degli ultimi 60 anni, per la Coldiretti la peggiore dal dopoguerra. Problemi di quantità e non di qualità, ma con la vendemmia ancora in corso e che andrà avanti nelle prossime settimane e un clima torrido che fa temere l’assenza di piogge o, al contrario, la possibilità di vere e proprio alluvioni catastrofiche, laddove non arriva la scienza arriva la coscienza. Quella religiosa, non sempre convinta ma certamente popolare.

Il vino ha attraversato l’iconografia e la narrazzione dell’umanità sin dall’antichità. E già nell’antichità ci si rivolgeva agli dei. Con il cristianesimo sono arrivati i Santi. E nel mondo del vino, di Santi, ce ne sono parecchi. Per salvaguardare la vendemmia, per proteggere le vigne, i vignaioli, gli osti e persino gli ubriaconi. Se l’incertezza su come la vendemmia 2017 finirà incombe sulle nostre teste, alzando gli occhi al cielo si può sperare di ottenere un aiuto in più…quello divino, parola che, guarda caso, fa rima proprio con vino! San Martino? Possiamo anche invocarlo, ma pensate un po’…quello più noto è l’unico che col vino non ha proprio niente a che fare!

 

 

Il vino dei Santi: niente pioggia? Annata ottima se s’invoca Sant’Urbano!

 

il vino dei santi santurbano

 

Non piove? Beh allora se così dev’essere rivolgiamo le nostre preghiere a Sant’Urbano di Langres. La vicenda del vescovo vissuto nel IV secolo che ha avuto pure una sorella Santa, è strettamente legata al vino. Rappresentato sempre con un grappolo in mano, appare non di rado anche nei capitelli e le edicole collocate tra vigneti e sentieri. A lui infatti ci si rivolge con un po’ di non tanto cristiana scaramanzia e per implorare protezione su vigne e uve, vini e vignaioli e, ovviamente, per proteggere la vendemmia.

Secondo la leggenda nominato vescovo dovette fuggire attraverso una vigna. A dargli protezione furono i contadini che di vigna in vigna lo fecero fuggire andando di paese in paese. Inutile dire che durante il tragitto li convertì tutti. Il suo girovagare lo ha reso dunque il patrono di coloro che si occupano di vino e il protettore dei loro frutti. Non solo. A lui ci si rivolge anche contro le malattie delle viti e l’alcolismo senza contare che è anche protettore dei bottai, mestiere che meriterebbe di essere tra l’altro riscoperto.

In Germania di devoti, tra i vignaioli, ne ha parecchi tanto da essersi guadagnato un ruolo da protagonista in diversi proverbi. Tanto per cominciare da oggi in poi guardate bene il cielo il 2 aprile perché “il tempo che fa a Sant’Urbano, mostra quello che farà in autunno”. In secondo luogo se proprio non dovesse piovere niente panico: “se il sole splende a Sant’Urbano si dice che il vino fluirà abbondante”.

 

Il vino dei Santi: paura della grandine? Non scenderà se si prega San Barnaba!

 

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Altro Santo cui rivolgersi è San Barnaba. La sua festa è l’11 giugno e lui è uno di quei Santi che non di rado potresti sentire invocare in una vigna. Fino ad ora non ha piovuto ma si sa quel che più si teme è che da qui alla fine della vendemmia il cielo mandi in terra tutta l’acqua che fino ad oggi non è scesa. Bene. Per evitarlo è a lui che ci si dovrebbe rivolgere dato che San Barnaba è il Santo invocato contro la grandine. Tradizionalmente considerato il primo vescovo di MIlano prima della conversione si guadagnò da vivere lavornado nel vigneto di sua proprietà la cui produzione, scrive Luca nella Bibbia, donò ai 12 Apostoli del Signore. Insomma è uno che conta!

Proverbi? Ne ha anche lui: “Per San Barnabà l’uva viene e il fiore va”; “Se piove per San Barnabà l’uva bianca se ne va; se piove mattina e sera, se n va la bianca e la nera”.

 

Il vino dei Santi: vendemmia scarsa? Proviamo a chiedere il miracolo a San Teodulo!

 

vino dei santi botti

 

Sarà la vendemmia più scarsa dal dopoguerra ad oggi ha detto la Coldiretti. Chissà se San Teodulo, ovvero Teodoro, vescovo di Sion potrà replicare il suo miracolo. Questo è il Santo da invocare a fine vendemmia. D’altra parte si festeggia il 27 ottobre! Della sua vita si sa poco, ma di leggende sul suo conto ce ne sono diverse. Una in particolare. Alcuni viticoltori dopo una vendemmia scarsissima, piangenti, si rivolsero a Teodulo. Il santo si ritirò in preghiera e subito dopo si fece portare i barili vuoti e i pochi grappoli raccolti. Prese l’uva tra le mani, la spremette e riempì tutte le botti salvando i vignaioli da un anno di povertà e disperazione.

Inutile dire che è il protettore di vigne e vignaioli.

 

Il vino dei Santi: da viticoltore a simbolo di un territorio. In Veneto si prega San Zeno!

 

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E’ il Santo più “territoriale” tra tutti i Santi. Parliamo di San Zeno che in realtà è protettore dei pescatori d’acqua dolce. Ma a quanto pare il Santo era un gran bravo viticoltore. Esperto di vini e vigna a lui si rivolgevano i coltivatori del veronese per avere consigli su come gestire la vigna, vendemmiare e produrre il Novello. Non proteggerà i vignaioli, ma loro da lui si sentono protetti tanto che San Zeno appare su etichette di vino Doc del Veneto con un Igt Veneto da uve Merlot e Cabernet che ne porta persino il nome!

 

Il vino dei Santi: e dopo la vendemmia? Megio rivolgersi a San Venceslao!

 

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Pizza San Vencesalo a Praga

 

Finita la vendemmia inizia la lavorazione del vino. E’ vero, oggi lo si fa in cantine tecnologiche, ma traslando il Santo da invocare, in questo caso, è San Venceslao. Eh sì. E’ lui il protettore dei pigiatori d’uva. Duca, patrono e martire di Boemia, è stato un vero e proprio produttore di vino e si occupava personalmente di preparare ostie e vino per la Santa Messa.

 

Il vino dei Santi: la debolezza di San Vincenzo e il suo amore per i vignaioli

 

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Penultimo Santo il nostro preferito. Quello per cui, lo ammettiamo, abbiamo un debole. Forse perché anche lui ne aveva uno: il vino! Parliamo di San Vincenzo Ferrer. Santo spagnolo, festeggiato il 5 aprile, era un apocalittico. Ma non è questo il punto. Secondo la leggenza il Santo fu incaricato da Dio di convertire quanto più possibile le popolazioni del su-est della Francia. Siamo nel IV secolo. Il Santo, ubbidiente, percorse tutto il territorio parlando di Dio e della Chiesa, ma rapito dalla bontà del vino diciamo che…perse un po’ il senso della conversione.

Il Signore non la prese benissimo e, si narra, lo trasformò in una statua. Ci piace pensare che questo Santo protettore dei vignaioli e dei vigneti sia stato ampiamente perdonato!

 

Il vino dei Santi: l’unica donna protegge gli enologi e non ha mai bevuto vino!

 

vino dei santi uva

 

Chiudiamo in bellezza con l’unica Santa di questo mini-calendario guida per la sopravvivenza del vignaiolo. E visto che loro di Santi, come abbiamo visto, ne hanno tanti, non bisogna mai dimenticare che perché si ottenga un buon vino c’è bisogno anche di un’altra grande figura professionale: l’enologo. Poteva mai non avere il suo protettore? Meglio essere previdenti. Ed è incredibile la leggenda che si lega a Santa Elisabetta. Siamo a cavallo tra il III e il IV Secolo e stiamo parlando di Isabella d’Aragona, sì, la regina del Portogallo che divenne poi Clarissa a Coimbra.

Lei il vino non lo beveva. Donna rigidissima, digiunava tre volte a settimana in Quaresima, digiunava per tutto l’Avvento e per la festa di San Giovanni Battista all’ASsunta. Tutti i venerdì e i sabati che precedevano le feste della Beata Vergine si nutriva solo di pane e acqua. I medici le dissero che doveva smettere di privarsi di ogni cosa, ma lei, se avesse potuto, avrebbe rinunciato ad altro.

E’ proprio il caso di dire che c’è voluta la mano di Dio. A quanto pare il Signore un giorno decise di intervenire a favore dei discepoli di Esculapio e mutò la sua acqua in vino. E noi crediamo che fu cosa sacra, buona e giusta!