Quella di Antonella è un'azienda con le radici nel passato, ma con un grande slancio verso il futuro. La magia dei luoghi e la profondità dei valori ne fanno uno dei simboli della Ribolla Gialla

Se dici Ribolla Gialla dici anche Vini Cantarutti. Un vino autoctono il cui nome evoca inevitabilmente i suoi luoghi a cominciare da quel Friuli Venezia Giulia che Antonella Cantarutti sa bene come raccontare.

Una donna che è energia e passione genuina, così come i suoi vini e che, insieme al marito Fabrizio, conduce la stessa azienda dove, da oltre 50 anni, si dedica alla cura dei “testimoni” silenziosi della sua storia, la Ribolla Gialla, il Friulano, il Pignolo, ma anche alla coltivazione di vitigni internazionali come il Pinot Nero, il Merlot, lo Chardonnay, il Pinot Grigio e il Sauvignon.

 

Vini Cantarutti: i testimoni di un racconto antico che sa proiettarsi al futuro grazie alla lungimiranza di una donna che ne ha fatto un simbolo di territorialità

Siamo sulle dolci colline dell’Abbazia di Rosazzo, a pochi chilometri dalla Slovenia. Ed è qui che Antonella ha costruito il suo mondo. “I vini sono fatti da un uomo, ma pensati da una donna”. Questa la sua filosofia. Un incontro di anime e di sapori che coinvolge tutta la famiglia. Alla base un elemento imprescindibile: il rispetto per il territorio. Un pensiero, ancor prima che un’azione, che ha trovato un’amorevole continuazione e avanguardia grazie al figlio Rodolfo, enologo della cantina. La premessa per assicurare, ai loro vini, uno stile inconfondibile.

Il coraggio di una donna ha fatto dei Vini Cantarutti dei “rivoluzionari” laddove, già a partire dagli anni ’70 e ’80, la cantina è stata pioniera nella spumantizzazione. La dimostrazione che questa realtà ha sì una grande tradizione, ma anche una forte vocazione all’innovazione.

“Il mondo sta cambiando, dobbiamo cogliere la sfida. Indispensabile la tecnologia”

“Guardare al futuro oggi – dice Antonella – vuol dire essere consapevoli che il mondo sta cambiando. Le aziende vinicole possono cogliere le nuove opportunità che la tecnologia offre. E’ sempre più necessario essere vicini ai nostri clienti. Questo – aggiunge – possiamo farlo non solo con sistemi tradizionali, ma anche con l’uso della tecnologia. Io posso organizzare un aperitivo a distanza e questa è la parte più scontata cui il lockdown ci ha abituati e che fortunatamente ha mantenuta viva la voglia di socialità. Tuttavia mi piace pensare alla tecnologia come un qualcosa con cui ‘fare rete’ tra me e i miei clienti. Grazie alla piattaforma di Enolò ora posso raggiungere i ristoranti senza intermediari, ma attraverso una relazione diretta”.

Una possibilità che si traduce, sottolinea, nel poter “realizzare promozioni dedicate, ma anche nell’organizzare una logistica efficiente e personalizzata. Così i nostri vini sono sempre competitivi e possono andare incontro ai bisogni dei ristoratori. Loro – conclude – hanno bisogno di avere una Carta dei vini ben organizzata e completa senza immobilizzare fondi che mai come in questo momento, sono utili per tutti”.

Quella dei Vini Cantarutti ci racconta dunque una storia di qualità e di prospettiva. Una realtà capace di cogliere l’esigenza di fare della filiera del vino un universo unico. Cosa in cui Antonella crede da sempre. Non ci resta che brindare con uno dei suoi vini, magari un Rosato a base di Merlot, o una Ribolla gialla spumantizzata. Nella sua cantina c’è l’imbarazzo della scelta in quanto a genuinità. La magia dei luoghi, fa il resto!