Il loro vino è loro, in ogni senso! I vignaioli Fivi si raccontano nella due giorni piacentina del Mercato dei Vini. La settima edizione di una manifestazione che vuole affermare un pensiero autentico. Lo farà con 501 produttori presenti e 5 grandi degustazioni

Vanno in scena i vignaioli. Quelli indipendenti. Il prossimo weekend è infatti firmati Fivi e saranno ben 501 i produttori presenti, sabato 25 e domenica 26 novembre al Piacenza Expo per la settima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti. Chi sono? quei vignaioli che coltivano le loro vigne, vinificano le loro uve, vinificano il loro vino e si occupano di tutto il suo percorso fino alla vendita, mettendo il proprio nome sull’etichetta e assumendosi tutta la responsabilità di una produzione eticamente valida.

Sono quelli che ci mettono la faccia, per usare un’espressione comunemente accettata. Quelli che cercano, da sempre, di far valere le loro ragioni negli ambiti istituzionali. Sono pronti anche alla disobbedienza civile, ma il prossimo fine settimana l’unica cosa a cui saranno pronti è aprire le porte ai winelovers per raccontarsi con quattro grandi degustazioni di approfondimento per comprendere il loro profondo rapporto con il territorio. Insomma un appuntamento “puro”, dove ad accogliere gli enoappassionati ci saranno soltanto loro: i vignaioli.

 

Vignaioli indipendenti: dalla terra alla Carta dei Vini. Una filosofia di pensiero e di lavoro che va valorizzata!

 

Vignaioli Indipendenti piacenza

 

Un viaggio, quello della due giorni piacentina, che è nella filosofia di questa associazione che, ad oggi, conta oltre 900 iscritti e che, come ogni anno, consegnerà i Premi ai vignaioli dell’anno nel corso di una manifestazione che, al vino di propria produzione, affiancherà l’artigianalità del cibo con specialità gastronomiche provenienti dalle regioni italiane e che, per l’occasione, consegnerà anche le targhe ai nuovi punti di affezione Fivi: cioè quei locali che nella Carta dei Vini hanno scelto di portare proprio le bottiglie dei Vignaioli Indipendenti e che, per farsi riconoscere, possono esporre nel locale il logo dell’associazione.

E’ a una coppia, tra l’altro, che quest’anno sarà consegnato il Premio Romano Levi solitamente assegnato al Vignaiolo 2017. Parliamo di Germana Forlini e Alberto Cappellini, meglio noti come i Forlini Cappellini, viticoltori eroici della liguria che a Riomaggiore, nelle Cinque Terre, dal 1988 sono simbolo di indipendenza. Quella di un territorio difficile, ma capace di regalare grandi eccellenze a cominciare dal loro famoso passito Sciacchetrà. Un solo ettaro vitato, circa 20mila bottiglie, e l’impossibilità della meccanizzazione. Sono ancora le mani, oggi come un tempo, a scandire il lavoro di questa piccola grande azienda.

 

Vignaioli indipendenti: quattro grandi degustazioni per una due giorni che parla di territorio e identità

 

vignaioli indipendenti degustazione

 

Quale modo migliore per parlare di sè, della propria filosofia di vita e di lavoro, se non quello di lasciar parlare il frutto della propria passione? Sarà quello che accadrà a Piacenza il prossimo weekend con i 501 produttori che porteranno i loro vini in degustazione  i quattro appuntamenti con cui la Fivi vuole raccontare, raccontarsi e affermare il rapporto dei suoi vignaioli con i territori dove si dedicano all’antica e meravigliosa arte delal viticoltura.

 

25 novembre

I banchi d’assaggio apriranno alle 13 di sabato. Se il Cuvée Bois di Costantino Charrere (Les Cretes) è un vostro pallino, ci auguriamo vi siate già iscritti all’appuntamento. Se così non fosse sappiate che i posti sono esauriti, ma magari, standoci un po’ dietro potreste prendere quello di un rinunciatario last minute. Certo è che per chi sarà presente la prima degustazione è di quelle da incorniciare. Il Cuvée Bois dello storico fondatore nonché primo presidente Fivi, infatti, ha scritto un pezzo di storia d’Italia portando la Val d’Aosta agli onori delle cronache per la sua enologia.

Un viaggio attraverso lo Chardonnay e quelle sfumature che, nonstante la sua internazionalità, sono riuscite qui ad incanalarsi in una forte identità capace di trasmettere l’essenza del territorio dove matura. Una vera e propria verticale che esplora anche le potenzialità del tappo a vite. Insieme a Costantinno Charrere a condurre la degustazione ci sarà un altro nome altisonante della grande viticoltura italiana: quello di Mario Pojer che la sua eroicità la esercita tra le sue vigne del trentino. Cinque, dunque, i calici in degustazione ovvero Il Cuvèe Bois 2015 (vite/sughero), 2014 (vite/sughero), 2013 (sughero), 2012 (sughero), 2008 (sughero).

Alle 17 spazio alla vignaiola dell’anno Fivi 2015: Elisabetta Fagiuoli. La Toscana si racconta attraverso uno dei suoi vitigni più identitari: la Vernaccia di San Gimignano. Di lei e dei suoi vini Luigi Veronelli scrisse: “è una metafora della sua terra: ti accoglie come la sua terra ti acocglie. Sa essere ferma e dura, controcrrente e solitaria, ma mai sgradevole, mai violenta”. E il suo racconto, il 25 novembre, sarà attraverso sei annate di Vernaccia: 1990 – 1994 – 1997 – 2002 – 2012.

 

26 novembre

Rifermentazione in bottiglia. Dal territorio veneto del Prosecco, domenica, arrivano i vini Colfondo. Il racconto del rapporto dei vignaioli con un territorio che, oggi, vive sì un momento di grande prosperità, ma che proprio per questo rischia una grave dispersione. Nell’appuntamento Fivi i produttori di Conegliano Valdobbiadene e Asolo racconteranno invece l’esigenza di non permettere che ciò accada e, di conseguenza, la forte identità che hanno bisogno di affermare in un mercato tanto affollato. Saranno nove i vini in degustazione. ovvero il Ruge 2016, il Rosanatale 2016, Fratelli Collavo 2016, La Volpere 2016, Valter miotto 2014 e 2016, Le rive de Nadal 2016, Follador 2015 e Bele Casel 2012.

A chiudere la manifestazione un altra grande degustazione che fa già registrare il tutto esaurito: quella dei vini Ar.Pe.Pe. Eroico è un termine quasi riduttivo per parlare della viticoltrua in valtellina lungo i pendi dove maturano le viti di chiavennasca (ovvero il nebbiolo). Qui, una delle aziende più rappresentative del vino italiano nel mondo, da oltre 150 anni e da 5 generazioni vinifica l’eccellenza. Una di queste porta il nome di Rocce Rosse. E sarà proprio lei la protagonista di una grande verticale con il Sassella Rocce Rosse 1996 – 2002 – 2002 – 2005 – 2007 e 2009!