L'appello di Confagricoltura: il calo di produzione non è solo causa del clima, ma soprattutto degli ungulati. Alcune aziende hanno azzerato la produzione. Intanto il Consorzio del Chianti attende una risposta concreta all'appello fatto e raccolto dal Ministro Martina

Prima la lettera inviata al Ministro alle politiche agricole e forestali Maurizio Martina, dal Consorzio del Chiant. Poi la visita del ministro. Ora, per tutta la regione, l’intenzione di chiedere lo stato di calamità naturale. E’ un anno difficile in molte zone d’Italia. L’afa dell’estate e l’assenza di piogge ha portato, ovunque, cali di produzione che le associazioni di categoria hanno valutato in modi diversi, ma senza che nessuna parlasse di una media di almeno del 20% in meno.

In Toscana è Confragricoltura ad intervenire chiedendo, appunto, che si avanzi la richiesta per ottenere le sospensioni degli oneri fiscali e previdenziali e la moratoria dui finanziamenti degli istituti di credito.

 

Vendemmia  in Toscana: crolli di produzione fino all’80%. L’intero territorio rischia di perdere oltre 100 milioni di euro

 

vendemmia in toscana cinghiali

 

La sollecitazione è arrivata dal presidente regionale dell’associazione, Francesco Colpizzi. Il calo del raccolto è stato del 30%. Tradotto in euro una possibile perdita di 100 milioni di euro. Il caldo ha fatto anche qui la sua parte, innegabile, ma ad aver causato la gran parte dei disagi, ha fatto sapere Colpizzi, sono stati gli animali “che continuano ad asportare interi grappoli dai vitigni”. I cinghiali, insomma, hanno causato da soli il calo del 20% della produzione.

Il 30%, infatti, è solo la media del territorio perché, a quanto pare, ci sono casi davvero disperati. E’ il caso, aggiunge il presidente Confagricoltura, della tenuta Bossi di Pontassieve che ha toccato il -80%. Un’annata praticamente inesistente.  “Delle 40 vendemmie che ho fatto – ha conferamto Bernardo Gondi alla guida della tenuta – questa è una delle peggiori. La brinata tardiva di fine aprile ha fatto danni per due anni: gemme brucate e, per un terzo dei vigneti, cordoni da rifare. Sarà un lavoro lungo e costoso che comprometterà anche la vendemmia dell’anno prossimo”. A questo si aggiunge la siccità. “I grappoli sono leggeri se non appassiti – aggiunge -. Andando avanti così rischiamo di avere grossi problemi con la copertura assicurativa per non parlare dei posti di lavoro a rischio. L’anno scorso la raccolta è durata un mese e mezzo – conclude -. Ques’tanno abbiamo fatto tutto in sei giorni”.

La Toscana è “l’unica regione in Italia con la riduzione della quantità causata anche dagli animali”, ha infine detto Colpizzi motivando così l’esigenza di un intervento da parte dello Stato.

 

Sulla qualità le aspettative sono ottime

Se sulla quantità ormai non c’è più nulla da fare sulla qualità gli amanti del rosso toscano dovrebbero poter stare tranquilli. Le piogge degli ultimi giorni, infatti, hanno aiutato migliorando ulteriormente la qualità delluva. “Si preannuncia un’annata ottima – ha affermato Colpizzi -, a dispetto delle prime stime che la annunciavano comunque buona. Il 60% del Sangiovese deve essere ancora raccolto, ma non pensiamo che quallo ottenuto fino ad ora non sia buono: è solo più concentrato e mostra leggeri squilibri tra la componente acida e quella alcolica. Adesso, invece, l’abbassamento delle temerature nelle ore notturne, anche intorno ai 15 gradi, è in grado di stimolare la sintesi degli aromi“.

Questo significa che è il raccolto in previsione quello che garantirà un’ottima annata almeno in qualità, ma se il problema degli ungulati dovesse persistere di problemi continueranno ad arrivare.

 

Vendemmia in Toscana: dopo la lettera inviata al Ministro, il Chianti attende ancora risposte certe per far quadrare i conti

 

chianti

 

L’intervento di Confagricoltura riguarda tutta la regione. Ma prima di lei, nel Chianti, a fare appello al Ministro Martina era stato il Consorzio del Vino Chianti. In una lettera tutte le loro richieste. Siccità e sostegno al reggido per le imprese, sburocratizzazione, registro telematico ed ex voucher. La richiesta era arrivata il 29 agosto scorso quando ancora i bilanci erano in previsione. Ma quale fosse la situazione era già ben chiaro. Ecco perché già allora il presidente Giovanni Busi aveva chiesto al ministro interventi straordinari. “A rischio – aveva infatti affermato – ci sono gli investimenti delle imprese e i posti di lavoro”. Era quindi da subito stata avanza la richiesta di una moratoria sui pagamenti alle banche e gli enti previdenziali e richiesta la detassazione fiscale.

L’assicurazione agevolata, si era già capito, non sarebbe stata sufficiente. Il Consorzio, tra l’altro, aveva anche specificato l’esigenza di una nuova gestione delle risorse idriche disponibili, chiedendo lo sviluppo di una rete di bacini strategica incentivando, in questo caso, proprio le aziende agricole e gli enti a realizzarli. E la questione idrica, si sa, è una di quelle più impellenti. I buoni esempi ci sono, ma con il cambiamento climatico in atto è sempre più importante capire come massimizzare l’utilizzo delle risorse idriche. Cosa su cui la ricerca continua incessantemente a lavorare e i cui primi risultati si sono tradotti in una vite capace di risparmiare il 30% di acqua.

Certo, non solo nuove reti, ma anche manutenzione di quelle esistenti. Le aziende, aveva affermato Busi, dovrebbero occuparsene, ma tutto sarebbe più semplice se i carichi burocratici e i costi si riducessero al minimo.

Una richiesta che aveva portato il Ministro il giorno dopo proprio nella sede del Consorzio. Lì la moratoria l’aveva “promessa”. Ad oggi, però, nel Chianti i viticoltori restano in attesa di risposte.