Questo il sentore. Perché di previsioni nessuno (o quasi) se la sente di farne. La scarsità di piogge ha anticipato di molto la raccolta, ma prodotto uve sanissime. Resta il problema dell'assenza dei voucher, mentre l'export vola ancora più in alto

A differenza dell’anno scorso, nessuno (o quasi) se la sente di fare previsioni per la vendemmia 2017. Le prossime settimane saranno determinati, ma un anticipo come questo non si ricordava da almeno un decennio. Un anno davvero bizzarro questo con un inverno mite, gelate improvvise e poi un caldo che si fa fatica a sopportare. Quel che è certo è che l’uva è maturata in fretta e molto prima del tempo. Le conseguenze saranno molto probabilmente di un calo di produzione del 10-15%, ma di un’annata di buona se non ottima qualità.

Questo, almeno, il parere della Coldiretti. E mentre da Nord a Sud il lavoro in vigna è già in molti casi iniziato, si guarda al mercato che nei primi 4 mesi del 2017 ha visto crescere l’export, mentre il problema della sparizione dei voucher e la confusione che regna nel lavoro stagionale rischia di creare non pochi problemi a produttori e chi, con la vendemmia, arrotonda le sue entrate. Più netta Confagricoltura che parla già di annata eccezionale.

 

Vendemmia 2017: si parte in grande anticipo. Regna l’incertezza, ma sul primato della produzione non abbiamo rivali

 

vendemmia 2017 - vigneto

 

Oltre 18 i settori di lavoro impegnati da questo momento in poi. La vendemmia attiva una macchina economica capace di generare oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino con 1,3 milioni di persone impegnate tra raccolta, trasformazione, commercio, produzione di vetro per bicchieri e bottiglie, lavorazione dei tappi di sughero, trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bionergie e tantissimi altri settori.

Saranno 650mila gli ettari di vigne vendemmiati nel 2017. E di questi ben 480mila sono destinati a Docg, Doc e Igt con oltre 200 mila aziende nel complesso impegnate. Il 40% della produzione, spiega Coldiretti, sarà destinata a 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), e ai 73 di denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Il 30% sarà invece la produzione destinata ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) e il restante 30% a vini da tavola.

“Si prevede una produzione 2017 – ha detto ancora l’associazione – complessivamente in calo tra il 10 e il 15% rispetto ai 51,6 milinoi di ettolitri del 2016. Una vendemmia che per effetto del caldo e della siccità si classifica come la più precoce dell’ultimo decennio con un anticpo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno”. Molto dipenderà dai mesi di agosto e settembre, perché in caso di nubifragi i danni sarebbero ingenti. Ma se il clima resterà favorevole, mandando giù pioggie sufficienti a far bene alle vigne, allora l’annata potrebbe essere di quelle da incorniciare.

Il calo di produzione, però, non dovrebbe intaccare il primato italiano in quanto a quantità di produzione. Il fenomeno, infatti, sta investendo tutti e tre i Paesi produttori più importanti del Vecchio Continente. Oltre all’Italia, infatti, soffrono anche Francia e Spagna.

 

Vendemmia 2017: se le piogge non saranno torrenziali potremmo avere un’annata da incorniciare

 

vendemmia 2017 produzione

 

Quella della Francia potrebbe essere una delle vendemmie quantitative più basse degli ultimi anni. Il caldo, anche qui, ha imposto le sue regole e secondo le prime stime presentate da Coldiretti, potrebbe passare dai 38,8 milioni di ettolitri prodotti nel 2016 ai 37,6 del 2017 finendo addirittura dietro la Spagna e scendendo al terzo posto della classifica.

Molto interessante l’analisi apparsa su WineNews che a importanti enologi ha chiesto come sarà l’annata italiana al di là dei numeri che probabilmente le lasceranno il primato quantitativo. La pioggia, o almeno la sua tipologia, sarà l’elemento determinante per capire se il vino sarà eccellente o, purtroppo, non così buono come ci si aspetterebbe. L’incertezza e la precauzione sono dunque d’obbligo. Sta di fatto che quello che viene fuori è un quadro difficile sì da decifrare, ma che se manterrà le promesse sarà di quelli da incorniciare. Al Nord ci si preoccupa un po’ meno. Le gelate di aprile, le grandinate successive e le piogge conseguenti hanno scongiurato la siccità, mentre al Centro-Sud è proprio il caldo e l’assenza di piogge a lasciare un grand epunto interrogativo.

Se parliamo dei vitigni a bacca rossa, spiega bene il magazine, c’è un paradosso. Gli acini sono ‘impallinati’, cioè sono piccoli e pesano poco. Le piogge insomma gli darebbero peso, ma non ne determinerebbero la qualità. Eppure proprio la scarsità di piogge ha ridotto drasticamente le fitopatie (peronospora e oidio). Ciò ha comportato un minor intervento fiosanitario e uve in perfetto stato di salute. Ecco perché proprio il caldo potrebbe regalare una grande annata.

Mantenere la sostenibilità, con le risorse idriche che servono, non è però facile, ma chi ha saputo investire per tutelarle e utilizzarle nel modo più efficiente possibile, riuscirà ad uscire indenne da questa annata tanto atipica.

 

La voce contro…

Se come abbiamo accennato 12 dei più importanti enologi, agronomi e accademici del vino intervistati da WineNews, oltre alla Coldiretti e Assoenologi che ha invitato alla prduenza per voce del suo presidente Riccardo Coratella, non se la sentono di fare previsioni, qualcuno non ci sta alla prudenza e si lancia in vere e prorie affermazioni.

Parliamo di Confagricoltura che parla già di “ottima annata per il vino. Le uve, lo abbiamo detto, sono sanissime e proprio il caldo ha evitato loro di ammalarsi. Questo, per l’associazione, è indice di quella che sarà la vendemmia: uun successo. Il calo di produzione lo vede più grande di quanto dica la Coldiretti. La riduzione sarebbe infatti del 15-20%, ma in quanto a qualità non ci sono paragoni. “Questa annata darà buon vino se non ottimo”, afferma Confagricultura. Ma anche se osa di più anche lei mette un freno sottolineando che le prossime settimane saranno determinanti.

 

Vendemmia 2017: l’assenza dei voucher crea una voragine pericolosa. Intanto l’export continua a volare

 

vendemmia 2017 raccolta

 

Se l’incertezza sul tempo non fa spingere nessuno nelle previsioni, altrettanta incertezza c’è sulla vendemmia vera e propria. Non sul come andrà, ma sul come la si farà. L’abrogazione dei voucher e i ritardi burocratici per l’avvio di nuovi strumenti per il lavoro stagionale rischiano di far pesare non poco la loro assenza. Pensionati, studenti e percettori di integrazioni di reddito potrebbero perdere l’occasione portando anche problemi ai vignaioli che di braccia hanno certamente bisogno.

Certo è che al di là delle incertezze almeno una certezza c’è. L’export non si arresta. Anzi. Nei primi mesi del 2017 è cresciuto del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 quando sono stati superati, per la prima volta, i 5,6 miliardi di euro. Record già storico determinato però dalle bollicine e dal Prosecco in generale.

Insomma la vendemmia è iniziata, il suo esito dipenderà dalle prossime settimane, ma se non ci saranno catastrofi naturali l’annata 2017 potrebbe diventare una di quelle da inserire nell’Amarcord degli enoappassionati.