Approvazione definitiva alla Camera. La soddisfazione di Renzi e Martina. Ecco cosa cambia e cosa ci si aspetta dal primo strumento del genere mai pubblicato.

Testo Unico del Vino. Ci sono voluti più di due anni. Un tempo biblico. Ma alla fine il Testo Unico del Vino ce l’ha fatta. Dopo l’approvazione del Senato che ha però rispedito alla Camera il Testo perché venisse modificato in uno dei suoi punti cardine, la lotta alla contraffazione, il sì definitivo è arrivato. Si tratta del primo tentativo di mettere insieme leggi, direttive e tutto ciò che a livello legislativo ruota intorno a questo mondo. L’obiettivo è creare uno strumento unico in grado di sburocratizzare le lungaggini che mettono in ginocchio i produttori. Non solo. L’obiettivo è anche offrire loro uno strumento snello che tuteli maggiormente i risultati del loro faticoso lavoro.

Forse il primo Testo che tutti volevano e che ora hanno a disposizione. Un Testo di cui vi abbiamo parlato ampiamente e di cui vogliamo ripercorrere i passaggi salienti alla luce della sua definitiva approvazione.

 

Testo Unico del Vino: un sì collettivo per una legge definitiva.

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La Commissione agricoltura della Camera ha approvato all’unanimità in sede legislativa il Testo Unico sulla Viticoltura e la produzione del vino. “In una sola legge abbiamo semplificato tutte le norme del settore dopo anni di attesa”, ha commentato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Un piccolo passo forse – ha aggiunto -. Ma il settore del vino e dell’agroalimentare ha potenzialità fantastiche. Noi su questo scommettiamo moltissimo“.

“Finalmente – ha aggiunto il Ministro alle politiche agricole Maurizio Martina – diamo ai produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassume tutta la normativa precedente. Un’operazione di semplificazione che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare i controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori. Possiamo ora contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro con un export che supera i 5,5 miliardi”.

 

Testo Unico del Vino: controlli e sanzioni. Ecco come si sburocratizza.

Testo Unico del Vino - burocrazia

E’ stato uno dei punti focali di questa legge. Soprattutto per la loro semplificazione. Da sempre, per i produttori, è un problema riuscire a gestire, in periodo di vendemmia soprattutto, i tanti controlli e i tanti adempimenti burocratici che lo Stato richiede.

Controlli

E’ stato quindi introdotto sul piano delle verifiche il principio del raccordo tra le diverse autorità che operano nel sistema dei controlli.

Attualmente sono circa 20 i soggetti di forza pubblica e Asl, passando per enti di certificazione, addetti alle verifiche. Se fino a ieri la mancanza di coordinazione portava spesso a una raffica di controlli anche in aziende che già li avevano subiti, oggi, con il Testo, questa moltiplicazione dovrebbe finalmente sparire. I vari soggetti saranno infatti obbligati a passarsi le informazioni così che si sappia che lì dove i controlli sono stati già fatti non è necessario tornare.

Sarà quindi a loro disposizione il Registro Unico dei Controlli (RUCI). Un Registro che racchiude tutti le aziende vitivinicole siano esse imprese agricole o meno.

Sanzioni

Dal punto di vista sanzionatorio la novità principale è nel “ravvedimento operoso”. Questo vuol dire che se si riscontrassero irregolarità, non particolarmente gravi, in alcune cantine, queste potranno sanare con multe ridotte le irregolarità in oggetto evitando così il rischio di incappare in ammende amministrative pesanti. Quando parliamo irregolarità non gravi parliamo di irregolarità formali nell’adempimento burocratico delle comunicazioni. Cosa che, al contrario, non sarà ovviamente possibile di fronte a frodi o altri atti illeciti e neanche nel caso in cui per quell’irregolarità formale sia già iniziato un procedimento da parte dell’organismo di controllo.

 

Testo Unico del Vino: così si ‘innovano’ e tutelano i vigneti storici.

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E’ un altro passaggio importante del Testo appena approvato. Recuperarli, ripristinarli e salvaguardarli. E’ questo il fine. Questi rappresentano l’ossatura della viticoltura italiana. Una viticoltura assai varia. Così tanto che, negli anni, molte eccellenze sono state dimenticate. Un recupero che, stando alla nuova legge, sarà favorito soprattutto nelle aree soggette al rischio di dissesto idrogeologico e in quelle di particolare pregio paesaggistico.

Innovazione e tradizione si incontrano nel Testo Unico del Vino. Se da una parte infatti si guarda al recupero di ciò che si è perduto, dall’altra si aprono nuovi spazi all’innovazione. Soprattutto in merito all’introduzione in etichetta di sistemi di informazione al consumatore che sfruttino le nuove tecnologie così da aumentare la trasparenza. Una risposta alla sempre più crescente risposta di chi compra dunque, ma anche un aiuto concreto ai produttori. 

DOP e IGP

Per loro, infatti, c’è ora la facoltà di apporre in etichetta la denominazione di qualità purché autorzzati dal Mipaaf d’intesa con la regione competente. Si ribadisce anche che sole le denominazioni di origine possono prevedere l’indicazione di sottozone oltre alla coesistenza di più Docg e/o Doc o Igt nell’ambito del territorio. Altra cosa importante è il tempo di richiesta per ottenere il riconoscimento Docg da parte di una Doc. Si passa da 10 a 7 anni. Tre e non più quattro quelli necessari per richiedere la cancellazione della protezione qualora la Dop e l’Igp non siano state rivendicate o certificate. 

ICQRF

Una sigla impronunciabile che è però l’altra innovazione importante di questo testo. Si tratta delle semplificazioni per le comunicazioni che i produttori devono fare all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici. 

 

Testo Unico del Vino: si semplifica anche la promozione territoriale. 

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Questo è un po’ il tallone d’Achille di questo Testo. Parliamo dell’enoturismo. E’ vero che si definiscono l’accoglienza e l’ospitalità dei turisti presso vigneti e cantine. Ma il passaggio è troppo vago e sono molti quelli che ora chiedono di avere una legge ad hoc. Legge che, il senatore Dario Stefàno, che è anche Capogruppo della Commissione Agricoltura, afferma essere il prossimo step.

Uno step che, in realtà, il presidente del Movimento Turismo del vino Carlo Giovanni Pietrasanta chiede già da un po’. Soprattutto dopo la pubblicazione dei dati del 2015 del Rapporto sul Turismo del vino in Italia redatto da Città del Vino e Università di Salerno. Rapporto che aveva parlato di 13 milioni di presenze nelle cantine per un fatturato totale di 2,5 miliardi di euro. Una crescita, rispetto all’anno precedente, del 30%.

 

 

 

Testo Unico del Vino: la soddisfazione della associazioni di categoria.

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Sono state loro le prime a volere questo Testo. E alla fine, nonostante qualche modifica, sono riusciti ad ottenere ciò che avevano chiesto. Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi danno tutte un giudizio positivo della legge. “E’ il frutto di un lavoro intenso durato anni, che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni del settore vitivinicolo. Rivendichiamo con orgoglio che il nostro Paese è il primo che si è dotato di un unico strumento a livello europeo, in grado di conferire maggiore competitività alle nostre imprese”. 

 

crediti fotografici terza e quarta foto dall’alto Flickr CC: Fattoria La Maliosa e Shemsu.Hor