La sua presenza ci fa percepire il vino come più buono. E' ancora il più diffuso e il più ricercato. La sua presenza, sul mercato, determina un alzamento del prezzo per ogni bottiglia. Romanticismi? No. E' la realtà di un piccolo oggetto che affonda le sue radici nel mito!
Sapevate che le querce di sughero erano consacrate a Zeus nell’antica Grecia? Il dio dell’Olimpo per eccellenza. Non uno qualsiasi. Se pensiamo che già allora il vino era un nettare amato non è difficile immaginare che essendone custode lo custodisse (perdonate il gioco di parole) nella sua cantina personale: destinato, magari, a chiudere le anfore contenti proprio quel vino che, a sua volta, era il simbolo di un altro dio: Dioniso.
Un po’ di mito non ci sta male per capire perché, al di là delle nuove tecnologie, dei nuovi materiali e di una trasformazione che, nel mondo del vino sta toccando anche quel che tiene al sicuro tutte le essenze e i gusti di un vaso di Pandora dove la speranza è sempre quella di trovare nel proprio calice l’eccellenza, il tappo di sughero continua ad essere il preferito dai winelovers. Non solo. Ma tra le tante ricerche, alcune pro alcune contro, persino la Oxford University si è spesa in favore di questo piccolo oggetto dal grande potere evocativo. Che si leghi ad un ricordo d’infanzia, ad una preferenza che viene da una vera e propria convinzione culturale o dall’amore per il mito e la storia, sta di fatto che, oggi, è ancora lui, il tappo di sughero, a domincare la scena delle cantine internazionali!
Se il tappo di sughero fa ‘pop’ nella nostra mente realtà e immaginazione si mescolano dandogli un significato oniricamente incontrovertibile!
Sì, è vero, terreno ne ha perso, ma il fascino di quel “pop” resta intramontabile, un po’ come il fascino di Rodolfo Valentino. Sono nati uomini più belli di lui dopo che è diventato un icona di fascino e bellezza? Certamente. Eppure se si parla di bellezza tout court è uno di quegli esempi che si pronuncia con un sonoro “ehhh…Rodolofo Valentino”. Parafrasando è un po’ come quando vi si chiede come preferite il tappo della vostra bottiglia di vino. La risposta, nella gran parte dei casi, sarà certamente “ehhh…ma di sughero ovvio!”. Tanto ovvio, in realtà, non dovrebbe esserlo vista la ricerca che spinge per la diffusione di materiali differenti per il confezionamento del vino. Materiali con cui si cerca di eliminare magari definitivamente quel rischio del “sa di tappo” e migliorare le condizioni di conservazione che, però, ai più interessano relativamente.
Lo confermano innanzitutto proprio gli enoappassionati. Un recente studio dell’Apcor-Portuguese Cork Association, infatti, racconta di come il valore dei vini con tappo di sughero è cresciuto, nel 106, del 17% rispetto al 9% di qualsiasi altro tipo di tappo. Nel 2015 il suo mercato aveva infatti visto un incremento del 48% a fronte del 10% delle altre chiusure che ha ovviamente determinato un aumento dei prezzi per i vini custoditi dallo storico tappo di sughero. Tanto che, in Gran Bretagna, la sua presenza può alzare il prezzo di ben 5,38 sterline: poco più di 7 euro.
Se il tappo è di sughero il vino è più buono!
Insomma, nella percezione delle persone il tappo di sughero è garanzia di qualità. E che tale percezione sia quanto mai radicata lo conferma uno studio della Oxford University. D’altra parte, in fondo, anche i produttori (quelli italiani in primis) ne sono convinti. I migliori vigneti della Toscana, tanto per fare un esempio, di altri materiali non vogliono enanche sentir parlare. L’esperimento l’università britannica l’ha ovviamente fatto. Il 20% dei 140 partecipanti ha affermato che il vino contenuto nella bottiglia con il tappo di sughero era decisamente di qualità superiore. In realtà era lo stesso, ma siamo certi che avranno trovato motivazioni più che valide per continuare a sostenere la loro tesi.
Il tappo di sughero un giorno sparirà? Possibile, ma difficile. Ha caratteristiche uniche, ma, soprattutto, il suo fascino è tutto nella sua storia!
Noi avremmo ad esempio usato quella del fasciono del mito, come abbiamo fatto all’inizio, affermando che magari un vino così sarebbe piaciuto persino a Zeus. Ma se la sfera dell’ignoto non fosse stata tanto convincente avremmo magari puntato sul fascino della storia di un oggetto che, checché se ne dica, ha ancora oggi delle particolarità inimitabili. Nel bene e nel male!
Insomma, la famosa sciabolata francese avrebbe lo stesso fascino con un tappo di plastica ammesso che fosse possibile darla? Quel ‘pop’ della cui diffusione è stato uno dei padri niente meno che Dom Pierre Pérignon, il monaco che “ha inventato” lo Champagne, ci sentiamo davvero in diritto di sostituirlo? Ma soprattutto se quanto il monaco aveva capito, e cioè che il sughero è in grado di “imprigionare” il gas delle bollicine, gli aromi e i profumi dei vini in modo letteralmente ermetico, perché non continuare a cedere al suo fascino? Tecnicamente, tanto per togliervi la curiosità, è la suberina la sostanza del sughero che gli garantisce ermeticità e flessibilità. E diciamolo, dalla sua parte ha anche la longevità. Il sughero, infatti, le sue caratteristiche le mantiene intatte per almeno 15-20 anni.
Ora non vi sembra di essere entrati nella cantina di un grande collezionista e di vedere lì, davanti a voi, un grande rosso che invecchia lentamente protetto nella sua eccezionalità dal tappo che lo imprigiona?
Il fascino del sughero a noi piace…
E’ vero sì, altri materiali hanno iniziato a diffondersi, ma a noi, se mai dovesse scomparire, il sughero mancherà! Le ragioni non sono solo quelle citate. Ce n’è un’altra che ci preme confessare. Perché cercare un tappo “perfetto” che renda ogni vino perfetto? Un vino perfetto neanche esiste. E un vino eccezionale deve essere in grado di distinugersi sempre e comunque. Come ogni annata nella vendemmia e poi in cantina lascia sempre un punto interrogativo su quanto eccezionale sarà, allora è giusto che ogni vino porti con sé quella componente di rischio legata al “saper di tappo”. D’altra parte non è colpa del vino, ma del tappo. Perché anche il sughero richiede la sua qualità! Sul fatto della percezione beh…in fondo ci succede anche solo leggendo i prezzi! Ma la suggestione, nel mondo del vino, non è un elmento imprescindibile?