Lo dimostra una ricerca dell'università di Bonn. Lo stesso vino venduto a tre prezzi diversi piace in modo diverso. Se costa poco non va bene neanche per una bettola, se costa di più allora sì che il suo gusto è gradevole!

Houston abbiamo un problema, ma in fondo lo sapevamo già. Ci sentiamo troppo spesso immuni dai cliché, ma la verità è che la storia della percezione, quella che prima è stata oggetto di studi psicologici e che poi si è tradotta nel marketing, è sempre vera. E pochi, in realtà, ne sono immuni. Se ben condizionata, insomma, la nostra percezione si modifica e quella che crediamo una scelta saggia, potrebbe alla fine essere solo una scelta indotta. 

La qualità è un’altra storia. Insomma se un vino costa tanto e quel tanto lo vale, non c’è nulla da dire! Ma se quel vino non fosse un vino che dovrebbe costare poi così tanto, seppur di qualità, magari perché i costi di produzione e distribuzione sono quasi zero e ce lo vendessero a molto di più, ci convinceremmo che è di gran lunga uno dei migliori vini sullo scaffale? Sì. La risposta è sì. Il prezzo fa la differenza e non necessariamente per il reale valore di una bottiglia, quanto per la percezione che ne abbiamo.

A meno che non siamo veri intenditori, insomma, quando ci troviamo in un supermercato o in un’enoteca e vediamo una bottiglia di vino, il nostro cervello ci dice che più costa più vale. E se dobbiamo andare a cena da qualcuno beh, la possibilità che acquistiamo proprio quella sale in modo esponenziale. Non solo. Una volta aperto ci piacerà anche molto più di quanto ci piacerebbe se lo avessimo pagato la metà. Il suo sapore vale quanto il prezzo. Questo, in sintesi, il risultato di uno studio dell’università di Bonn.

 

percezione del vino gusto

 

Percezione del vino: se costa di più è più buono. Lo dice la risonanza magnetica!

 

Quando abbiamo letto la notizia la prima immagine che ci è venuta in mente è stata quella di Antonio Albanese e del suo sommelier. Quello che esaspera i gesti, che ironizzando ci vuol dire che quella esagerazione fa sembrare tutto così tanto importante nonostante proprio l’esagerazione sia quella che poi può rendere ridicolo anche il più significativo dei gesti.

Più o meno quando compriamo un vino ci accade la stessa cosa. Ce ne mettono davanti cento, facciamo un esempio, e iniziamo a sbirciare i prezzi. Il nostro cervello ci dice che più costa più vale. Il che magari è vero, ma che lo sia o meno per il nostro cervello è totalmente indifferente. Se non siamo noi dei sommelier o dei reali appassionati, quella bottiglia che vale 12 euro, ma ci viene venduta  ad un prezzo molto più alto, ci piacerà molto di più se l’abbiamo pagata…appunto di più!

E’ la conclusione cui sono giunte la business school internazionale Insead e l’università di Bonn che ha analizzato le reazioni cerebrali di 30 persone tramite risonanza magnetica durante più test di degustazione! Cosa è venuto fuori? Quello che abbiamo detto. Lo stesso vino a differenza di prezzo è sembrato più “gradevole” se pagato di più. Venduto al prezzo giusto o un pezzo ribassato al palato (e al cervello) è risultato poco più che un vino bevibile.

 

Percezione del vino: l’eterno fascino del denaro e la voglia di sognare

 

Trenta inesperti e tanti assaggi. Questa la formula della ricerca. Ai 30 partecipanti all’esperimento è stato chiesto di assaggiare più campioni di tre rossi indicati come diversi con prezzi rispettivamente di 3, 6 e 18 euro. Inutile a questo punto dirvi che, in realtà, il vino era sempre lo stesso. La prima degustazione nel corso di una risonanza magnetica probabilmente. 90 minuti per decidere il risultato di questa bizzarra, ma oggettivamente interessante partita. 

Il sistema di valutazione del cervello, inseme alla corteccia prefrontale anteriore hanno decretato quanto in fondo ci si poteva aspettare, ma che fa comunque sorridere. La falsità dei prezzi influenza la percezione qualitativa del vino. “Le connessioni neurali legate alla motivazione e alla regolazione affettiva – si legge – hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’effetto dei dati informativi sulle esperienze sensoriali”

Come se non bastasse il vino da 3 euro è stato anche bistrattato dai 30 soggetti esaminati. Eppure era lo stesso venduto a 18. A proposito: la bottiglia di euro ne valeva 12!

Insomma, è tutta colpa del fascino del denaro? Non possiamo dirlo, ma certo è che il nostro cervello è abituato a pensare (a volte a ragione ma spesso a torto) che più una cosa costi e più valga! Sì, l’inesperienza ci rende vulnerabili e ci lasciamo facilmente infinocchiare. Ma in fondo, non sapevamo anche questo? Sapere tutto però non è sempre un bene. Lasciateci anche un po’ sognare. Ad esempio, perché farci sapere che il vino non altera la nostra personalità. Non è meglio continuare a pensare che un messaggio sbagliato inviato da ubriachi sia stato un tragico errore che da sobri non avremmo mai fatto? In fondo la vita è bella anche per questo…