28 soci un obiettivo: conquistare nuove fette di mercato. La Toscana si prepara alle bollicine bianche e rosate del rosso per eccellenza. Un progetto innovativo, sostenibile ed efficiente

Rinnovarsi e innovarsi è fondamentale in un mercato in continua evoluzione come quello del vino; se l’anno scorso a rifarsi il look è stato l’Asti che alle bollicine ha aggiunto la sua prima versione “a secco”, quest’anno a fare una gran bella virata è uno dei vitigni italiani più conosciuti nel mondo: arriverà presto sulle nostre tavole lo Spumante Sangiovese!

Ad annunciare il progetto la Cantina Sociale ValVirginio che ha ottenuto i finanziamenti della Regione Toscana grazie al PIF (Progetto integrato di filiera unica). Un progetto da 2,7 milioni di euro che, per la prima volta, porterà l’effervescenza nelle bottiglie prodotte con le uve protagoniste di alcune dei vini fermi più importanti al mondo.

spumante  sangiovese

 

Tutto pronto per la nascita del primo Spumante Sangiovese

Ventotto soci e un obiettivo: trovare nuova competitività nei mercati. Le bollicine da anni ormai spopolano tra i winelovers. E la Toscana, terra tra le più votate alla viticoltura dalla notte dei tempi e patria di alcuni dei vini più amati nel mondo, ha deciso di accettare questa nuova sfida. Ad essere sicuro che il successo arriverà è Ritano Baragli, presidente della Cantina Sociale Colli Fiorentini aderente a Confcooperative Toscana.

“Attueremo – afferma – una nuova linea di prodotti, frizzanti e spumanti, partendo dalle uve dei nostri soci”. La cosa interessante è nella produzione. L’investimento previsto, finanziato al 40% dalla Regione e dalla restante parte proprio da coloro che prenderanno parte alla nascita dello Spumante Sangiovese, è nell’innovazione dei processi produttivi per la realizzazione di spumanti bianchi e rosati.

 

Un progetto sostenibile ed efficiente: nasce così lo Spumante Sangiovese

Sostenibilità ed efficienza. Sono queste le parole chiave dietro la trasformazione del Sangiovese. I 2,7 milioni di euro serviranno infatti per ampliare la cantina e realizzare un impianto di stoccaggio di acque da depurare ad esempio. Cambiamenti sono previsti anche nelle tecniche di coltivazione e per tutto il processo di produzione, passando per un impianto di lavaggio all’avanguardia.

Tante le novità che toccheranno il settore. Una di queste è l’innovativo test di ossidabilità per prevenire il principale rischio tecnologico del nuovo prodotto. “Il nuovo test, rapido ed economico – spiega Baragli può servire a monitorare ogni massa di vino durante il processo e dare indicazioni su quali delle sue componenti siano responsabili della sensibilità all’ossidazione. E’ un importante strumento decisionale a disposizione dell’enologo – aggiunge -. Ma è anche un potente mezzo per lo studio degli effetti delle diverse pratiche viticole ed enologiche sull’ossidabilità di un vino. L’obiettivo è ottenere uno schema di produzione sostenibile di vino spumante da uve sangiovese a bassa ossidabilità naturale. Il test può anche essere utilizzato per il vino rosso”.

Chissà che presto non troveremo, sulle Carte dei Vini, il Sangiovese nella lista delle bollicine! L’augurio, per questi imprenditori intraprendenti, non può che essere questo!