Sono stati formati per essere ambasciatori del nostro vino in patria. Non solo e-commerce. Per sfondare in Oriente ci si affida ai social media e ai giovanissimi. Sono loro il target che può farci 'svoltare'

Millennials Blogger. E’ il mercato che da anni cerchiamo di conquistare. Eppure sembra proprio che raggiungere i palati cinesi sia più difficile di quanto sembri. Le ragioni potrebbero essere molteplici. Tra queste, secondo un articolo di Forbes uscito un po’ di tempo fa, il fatto che il vino italiano si beva solo ed esclusivamente nei ristoranti italiani. Questo vuol dire che il vino italiano è di chi già lo conosce. Manca, insomma, la capacità di raccontarlo. O forse…mancava! 

D’altra parte anche i sommelier vanno conquistati. E’ vero che loro sono quelli che il vino lo vanno a cercare ed assaporare, ma se si escludono quelli particolarmente social o dotati di un blog, è difficile che possano diffondere la cultura di un vino al di là del momento in cui sono pronti a servirlo in tavola. Lo storytelling è ormai una parte integrante del marketing. Come raccontare, allora, il vino italiano, così che chiunque vi possa aver accesso? Con dei blogger. Meglio ancora se Millennials perché si sa, sono loro, ormai il target da conquistare. 

Ne abbiamo appena formati 80…rigorosamente con gli occhi a mandorla.

 

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Millennials Blogger: il corso di Ice ed Enoteca Italiana ha i suoi nuovi ambasciatori con gli occhi a mandorla.

Educator e Storyteller cinesi. L’obiettivo di “Top italian wine & Spirit Course” era quello di formare loro. 80 i giovani appassionati di enogastronomia che sono stati selezionati per seguire il corso. Per la precisione “Chinese millennials”. Quelli che, per intenderci, con un link, 140 caratteri, un post e un articolo online sono capaci di influenzare le scelte di acquisto di milioni di cinesi attraverso i social media.

Su Wechet i nostri magnifici 80 hanno già 4 milioni di follower. Basta questo numero per comprendere la potenza dei new media e quanto il loro uso, assennato, possa far bene al nostro vino.

 

Millennials Blogger: ecco cosa hanno imparato e cosa, ora, devono raccontare.

Il corso è stato suddiviso in due parti. La prima si è svolta, ovviamente, in Italia. Come si potrebbe parlare di qualcosa che non si conosce? I giovani blogger cinesi sono staiti quindi accompagnati nei territori e nelle cantine dove si producono dieci delle denominazioni più importanti del Bel Paese. Parliamo di Asti, Barolo, Langhe, Amarone della Valpolicezza, Prosecco, Chianti e Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Montepulciano d’Abruzzo, Sicilia e Franciacorta. Non sono mancate ovviamente le lezioni teoriche su storia del vino italiano e tecniche di vinificazione.

Una volta acquisita sufficiente conoscenza sono tutti tornati in Cina dove altre lezioni si sono svolte nei territori dove il vino si beve di più: Pechino, Shanghai, Canton e Chengdu.

 

Millennials Blogger: una nuova propulsione per sbloccare una situazione che cresce troppo lentamente.

Secondo i dati Ice qualche segnale di apprezzamento maggiore per il nostro vino c’è stato. Le importazioni sono aumentate del 30,4%, ma la verità è che l’export vola davvero basso. Solo il 5,5% del vino esportato in Cina è italiano. Il 44% è tutto francese e prima di noi ci sono anche Australia, Cile e Spagna. Il potenziale è enorme e si sta lavorando per migliorare la presenza e soprattutto “il fascino”, chiamiamolo così, del nostro vino così che spinga i cinesi ad acquistarlo soprattutto online. Canale usatissimo dall’altra parte del mondo.

Avere dei giovani blogger in grado di spingere il vino italiano proprio nella fascia di popolazione che sempre più lo riscopre può essere un aiuto concreto. Staremo a vedere come questi giovani blogger sapranno descrivere la nostra storia e i nostri terroir.