Il vitigno autoctono di Morro d'Alba animerà per due giorni, sabato 8 e domenica 9 luglio, la cittadina tra degustazioni, dibattiti e opportunità del vino tanto amato da Federico Barbarossa

Quando parliamo di vitigni autoctoni non possiamo non ricordare la straordinaria storia di rinascita di un’uva che la sua storia la mescola alla leggenda e che, come molti altri vitigni, è stata “salvata” dalla caparbietà di pochi produttori che ne hanno alla fine fatto un’eccellenza per tutto il tessuto enogastronomico ed economico del territori: la Lacrima di Morro d’Alba. Il nome lo prende da quella caratteristica per cui, nel momento massimo della sua maturazione, l’acino apre un piccolo squarcio da cui esce un po’ del suo succo: la sua lacrima.

Se ne sarebbero versate migliaia se si fosse arrivati alla sua estinzione, ma grazie alla creazione della Doc nel 1985 prima e all’impegno per far sì che questo vino considerato per troppo tempo rustico si affinasse divenendo un ricercato autoctono, la Lacrima è oggi un simbolo per la viticoltura marchigiana e per quella italiana nel suo complesso. Ecco perché quello dell’8 e il 9 luglio, i Lacrima Wine Days, è un appuntamento imperdibile per ogni winelovers che si rispetti. 

 

Lacrima Wine Days: un weekend all’insegna dell’autoctonicità tra degustazioni, dibattito e gemellaggi

 

Lacrima Wine Days Uva generica

 

L’evento è alla sua seconda edizione. Organizzato dall’associazione Go Wine che opera insieme all’Istituto Marchigiano di Tutela, è nato per volontà da pochi, ma convinti produttori, che alla Lacrima hanno già dato e vogliono dare nuovo slancio. L’appuntamento, sabato è domenica, è ovviamente a Morro d’Alba. Il luogo dove questo vitigno affonda le radici della sua storia. E proprio l’autoctonicità sarà al centro del convengo inaugurale che sabato 8 luglio si terrà alle 10.30 presso la Sala Consiliare del Comune

“Dalla vigna al calice: il ruolo dei vitigni autoctoni nella promozione del vino italiano”. Questo il tema sul quale interverrà il professor Attilio Scienza, professore di Viticoltura all’Università di Milano impegnato nello studio della resistenza dei vitigni, della biodiversità e delle possibilità offerte dalla cisgenetica. Un tema che suscita sempre più interesse e che vede sempre più produttori, associazioni ed appassionati intenti ad operarsi per far sì che la biodiversità, di cui l’Italia è padrona incontrastata, non si disperda. 

 

Degustazioni nel borgo e wine tasting per veri appassionati

Nel pomeriggio via con le degustazioni. Sarà l’intero borgo di Morro d’Alba ad animarsi per soddisfare la curiosità e il palato dei winelovers. Per i veri appassionati e per coloro che vogliono approcciarsi alla degustazione con professionalità sono 4 i wine tasting dei Lacrima Wine Days. Nella giornata di sabato l’appuntamento sarà infatti alle 18 con “Il Lacrima di Morro e la vendemmia 2016” condotta dalla delegazione Ais Jesi e Castelli; alle 21 sarà invece quella della Fisar Castelli di Jesi a condurre gli appassionati in una verticale studiata ad hoc. 

Stessi orari per i wine tasting della domenica con alle 18 la riproposizione dell’evento Ais questa volta però condotto da Slow Food Senigallia e alle 21 con l’Associazione Go Wine che propone il “Lacrima & Friends, il Lacrima di Morro a confronto con 4 vitigni autoctoni italiani dal Friuli al Piemonte, alla Campania”. 

 

Il vino è biodiversità, ma un unico universo

Novità della seconda edizione certamente quella di ospitare una seconda regione con i suoi vini. In particolare con gli autoctoni. Prima regione a “trasferirsi” il Friuli Venezia Giulia. E sarà interessante sperimentare, magari, i sapori di un territorio così diverso con quei prodotti tipici che, nel corso della kermesse, accompagneranno i calici di Lacrima. Perché come si suol dire “lì dove c’è piacere non c’è mai perdenza”.

 

I produttori di Lacrima presenti ai Wine Days

Quindici i produttori marchigiani presenti all’evento. Quelli che non smettono di credere nelle possibilità di questo autoctono e che si adoperano perché gli si riconosca il prestigio che merita. Da Morro d’Alba arriveranno con le loro “lacrime” Badiali e Candelaresi, Cantina Sarò – Rossi Pia, Lucchetti Mario, Mancinelli Stefano, Marotti Campi, romagnoli Renato e Vicari. Da Belvedere Ostrense arriveranno invece i vini delle aziende di Landi Luciano e l’azienda Ma.Ri.Ca.. Ci saranno quindi i Conti di Buscareto di Ostra, Giusi Pierogiovanni di Castelferretti, il Podere Santa Lucia di Monte San Vito, la Tenuta San Marcello dell’omonima cittadina e la Vigna degli Estensi di Senigallia. 

 

Lacrima Wine Days: l’omaggio dovuto ad un vitigno che tra storia è leggenda custodisce la memoria di questi luoghi

 

lacrima wine days federico barbarossa

 

Vale la pena spendere due parole sulla Lacrima per comprendere quanto significhi questo vitigno autoctono per questo territorio. Tra storia e mito si perde la sua origine. La leggenda narra che nel 1167 Federico Barbarossa, durante l’assedio della città di Ancona se ne innamorò scegliendo il Castello di Morro come sua base e dimora per poter godere del nettare dei suoi vigneti. Sempre lui, per tutelarlo neanche fosse un consorziato ante litteram, sembra che promulgasse editti sulla coltivazione e il commercio del vino. 

Ma là dove non arriva la leggenda arriva la storia. Quella custodita nel monumentale “De naturalis hisotria vinorum” del 1596: Andrea Bacci. Con un’accurata descrizione il medico di Sant’Elpidio a Mare ne fa un’accurata descrizione parlando della Lacrima come quel vitigno che nasce sulle “vigne su cui spira l’aura marina”. Una terra vocata a produrre “vini sinceri che comunemente non abbisogano di alcuna manipolazione”. 

Averne conservato la memoria vuol dire aver salvato la propria di memoria e custodito la propria identità. E il successo è arrivato. Erano solo 7 gli ettari vitati nel 1985 quando i suoi produttori presero a cuore il suo destino ottendendo la Doc. Oggi sono più di 200! Anche nei mercati il successo inizia ad arrivare e la perseveranza, ne siamo certi, premierà questo manipolo di coraggiosi.