I cinque Comuni del beneventano conquistano la prestigiosa vetrina Recevin. La Falanghina, suo vino simbolo, e la storia del suo territorio saranno il volano di un territorio che ha voglia e merita di essere scoperto

Sarà il territorio del Sannio, riunitosi nel “Sannio Falanghina”, la Città Europea del Vino 2019. Cinque Comuni e un obiettivo storico che farà di questo pezzo della Campania, dove la storia è protagonista nei costumi e nel vino, un punto di riferimento per il mondo dell’enologia nel prossimo anno. Un veicolo importante per farsi scoprire nella bellezza e nel gusto.

 

Ph: Movimento Turismo del Vino

La Città Europea del Vino 2019 è frutto di una coesione nata per la valorizzazione di un intero territorio

 

Guardia Sanframodi, Castelvenere, Sant’Agata dei Goti, Solopalca e Terrecuso. L’unione dei cinque Comuni del beneventano ha fatto centro. La settima città del vino nominata a Bruxelles da Recevin parla la lingua degli antichi sanniti. Un dossier di 25 pagine che ha convinto l’associazione che riunisce circa 800 città europee ad assegnare al “Sannio Falanghina” il ruolo di Città del Vino 2019.

Un dossier in cui i Comuni che hanno deciso di unirsi per ottenere questo storico risultato, hanno dunque saputo raccontarsi e raccontare come intendono valorizzare il patrimonio vinicolo ed enogastronomico locale.

Dalla tutela ambientale alla sostenibilità, passando per la salvaguardia del paesaggio e del territorio e, ovviamente, la valorizzazione di un patrimonio storico inestimabile che gli conferisce un respiro europeo.

 

Il Sannio è il cuore del vino campano

E’ proprio questa, tra l’altro, l’area in cui si concentra il 40% dell’intera produzione viticola della Campania. Tutti i soggetti interessati, Comuni in primis, hanno colto l’importanza di lavorare insieme perché si riuscire ad ottenere una vetrina tanto prestigiosa. “E’ una data storica – ha commentato Floriano Panza, sindaco di Guardia Sanframondi -. Lo è non solo per i cinque Comuni, ma per tutto il Sannio e la regione Campania”.

 

La Città del Vino 2019 è la storia di un territorio e di un vino, la Falanghina, che è simbolo di autoctonicità

 

Quello che ci si aspetta ora, dunque, è che il Sannio diventi una meta enoturistica d’eccellenza. I numeri, nelle vigne e nella storia, questo territorio li ha tutti. Terra da sempre vocata alla viticoltura, quello del Sannio è un territorio con 10 mila ettari di vigneto, 7 mila 900 viticoltori, 100 aziende imbottogliatrici e mille ettolitri di produzione annua.

Quattro le sue denominazioni: una di queste è proprio quella che ha ispirato la candidatura, la Falanghina. E il Sannio è il territorio d’eccellenza per la sua produzione. Basti pensare che il 95% della Falanghina si produce proprio in Campania e che l’80% nasce proprio nei vigneti del Sannio. La produzione è in crescita sì, e la duttibilità di questo vitigno autoctono è tanta. La sua notorietà, però, rispetto alle potenzialità, è ancora troppo poca. Ecco perché esser Città del Vino potrà essere per tutto il territorio un trampolino di lancio internazionale.

Un’ultima piccola curiosità. Sapete perché la Falanghina ha questo nome? Probabilmente deriva dall’uso di pali, le “falange”, che sin dall’antichità venivano usati per sostenere le viti.