Wine Enthusiast ha dedicato un lunghissimo articolo al toscano Gallo Nero elencando e spiegando cosa rende unico questo vino. Cinque particolarità di cui essere decisamente orgogliosi

Accade spesso di leggere del vino italiano sulle migliori riviste di settore del mondo e sarebbe strano il contrario. E’ interessante, però, il lungo articolo di Wine Enthusiast sul Chianti Classico. Un pezzo in cui si elencano le cinque cose che, di questo vino, tutti dovrebbero sapere.

La domanda è: voi, cari italiani appassionati di vino, le sapete tutte? Se così fosse bravi. Se così non fosse approfittiamo per ricordarvi perché, quello del Gallo Nero, è un vino eccezionale unico al mondo e riconosciuto come tale. Cinque peculiarità che, lo dice la rivista stessa, non vi faranno mai sbagliare al momento dell’acquisto. Un elogio e allo stesso tempo un vademecum per tutti gli eno-appassionati del mondo per ricordare sempre perché dire Chianti vuol dire solo ed esclusivamente dire…Chianti!

 

IL CHIANTI CLASSICO NON E’ RIPRODUCIBILE IN NESSUN ALTRA PARTE DEL MONDO

Ph: la Docg ante-litteram di Cosimo III De’ Medici scritta nel 1716

E’ irripetibile. Nel senso stretto del termine. Il Chianti può essere fatto in un solo posto del mondo: quel pezzo di Toscana dove pulsa il suo cuore ovvero tra le colline che circondano un territorio che si espande tra Siena e Firenze. La sua è una storia complessa e Wine Enthusiast lo ricorda. Le terre del Chianti tra le due città, nel medioevo, furono spesso teatro di battaglie e del suo vino nei documenti storici si inizia a trovare traccia a partire dal 1200.

Protetto dalla cosiddetta Lega del Chianti, una lega militare che si mise a guardia dei territori nel XIV secolo, iniziarono qui a svilupparsi la coltivazione di Sangiovese e Canaiolo Nero. E’ del 1398 un documento che usa il nome “Chianti” per riferirsi al rosso tipico di questa zona. Nel 1716 il Chianti diviene una delle prime zone vinicole del mondo parte sotto l’egida del granducato di toscana. E’ stato proprio in quell’anno infatti che Cosimo III De’ Medici dichiarò il territorio che abbracciava Gaiole, Radda, Castellina e Greve, la zona ufficiale di produzione del vino Chianti. La Docg arriva molto dopo, nel 1984, ma in un certo senso il Granduca ne fu antesignano. Con la denominazione, però, i confini vengono definiti e questa diventa l’unica zona in cui questo vino può essere prodotto.

Un territorio unico, dove i vigneti si innalzano da 200 metri a 600 metri sul livello del mare e un esclusivo aspetto naturalistico dove la varietà dei terreni regala alle uve altrettanta diversità nel nome dell’eccellenza.

 

SE DICI CHIANTI CLASSICO DICI SANGIOVESE E IL MERITO E’ TUTTO DEL BARONE RICASOLI

Il Chianti così come lo conosciamo oggi si identifica con il Sangiovese. Per secoli il vino Chianti Classico, ricorda bene Wine Enthusiast, era una miscela di uve coltivate solo nella zona con percentuali variabili di uve rosse di Canaiolo Nero e Colorino oltre al Sangiovese, e di bianchi come Trebbiano e Malvasia. A metà ottocento, però, il barone Bettino Ricasoli cambiò per sempre il destino del Chianti.

Fu lui a studiare i terreni e sperimentare le miscele decidendo che era il Sangiovese il vitigno realmente rappresentativo di questo vino. Nacque così il Chianti moderno con sull’etichetta il marchio Ricasoli che ancora oggi, con i cloni di quelle uve, continua a produrre il suo vino. Una formula, quella di Ricasoli, ancora oggi alla base della Docg che prevede la presenza del Sangiovese almeno per l’80%.

 

SE DICI CHIANTI CLASSICO DICI GALLO NERO: LA LEGGENDA CHE NE HA SEGNATO IL GRANDE DESTINO

 

Forse nessun vino, come questo, ha un simbolo tanto riconoscibile: il Gallo Nero. Scopriamo anche noi la leggenda che ne avrebbe determinato il destino. Si narra infatti una delle tante controversie sulla terra del Chianti tra Siena e Firenze sarebbe stata decisa da una corsa di cavalli di primo mattino dalle rispettive città: lì dove i due cavalieri si sarebbero incontrati sarebbe stato tracciato il confine. 

I due dovevano partire all’alba e cioè quando il gallo avrebbe cantato. Firenze scelse un gallo nero che, si dice, cantò molto prima del sorgere del sole facendo sì che il cavaliere partisse di gran lunga in anticipo tanto che il rivale non percorse più di 12 chilometri fermandosi a Fonterutoli. Il Gallo Nero divenne così simbolo indiscusso dell’intero territorio di cui era chiamato, in un certo senso, ad essere il protettore tanto che nel 1932 la terra del Chianti divenne nota come quella del Gallo Nero per volontà del primo consorzio vinicolo della zona con l’animale rimasto marchio ufficiale della bottiglia del vino Chianti Classico fino al 2005, ricorda Wine Entusiast.

 

AL NASO E AL PALATO IL CHIANTI CLASSICO SI RIVELA CON UN PROFUMO E UN GUSTO UNICO

Passiamo alla degustazione e partiamo dal profumo. Il Chianti Classico è riconoscibilissimo: le bacche rosse e le viole sono le sue note rivelatrici. I suoi tannini, sottolinea la prestigiosa rivista, sono evidente e ha sempre una buona dose di acidità. E il suo stile si diversifica a differenza della zona in cui viene prodotto. Il Comune di Gaiole riesce a dargli note differenti grazie ai suoi vigneti che salgono da 150  650 metri sul livello del mare con terreni che son un mix di argilla e pietra calcarea.

A Radda, invece, due terzi della terra è coperta da boschi e vigneti circondati da alberi che affondano le radici nella pietra calcarea regalando vini di lunga durata che si ammorbidiscono con l’età. A Castellina, dove i vigneti sono piantati fino a 600 metri, i vini si diversificano con quelli che vengono da nord dal gusto più fresco e quelli che arrivano da sud dal sapore e l’aroma più fruttato.

Il colore è però sempre chiaro, un rosso sottotono con una sfumatura di marrone. Per Wine Enthusiast il Chianti Classico è un vino che equilibra eleganza e rusticità, con tannini morbidi e asciutti. Insomma un’eccellenza unica e non riproducibile in nessun altra parte del mondo.



CON COSA GUSTARE IL CHIANTI CLASSICO? WINE ENTHUSIAST APPREZZA LA TRADIZIONE…IN ROSSO

 
 

E infine l’abbinamento. Wine Enthusiast strizza l’occhio, giustamente, alla tradizione locale. Con cosa andrebbe bevuto un bel Chianti Classico? Con il pomodoro, o meglio con quei piatti tipici dove il pomodoro è protagonista. La struttura costante dell’acidità dei tannini del vino, scrive il giornalista, e la sua intensità salata sono una combinazione speciale per la pappa al pomodoro e la panzanella.

E se proprio vogliamo dirla tutta nell’articolo ci si dedica anche alla descrizione dei due piatti.

Una vera e propria esaltazione del Gallo Nero che ha una voce così forte da riuscire a farsi sentire in ogni angolo del mondo e noi non possiamo che esserne orgogliosi! Insomma, ci offre l’opportunità di alzare la cresta…potendocelo permettere senza alcun imbarazzo!