La prestigiosa rivista americana rivela la classifica 2018 Restaurant Awards Winners. Nell'Olimpo si confermano 5 winelist italiane, ma nessuna new entry. Ad un passo dal massimo riconoscimento però le novità tricolore nel Best Awards ci sono

Non vediamo l’ora di scoprire tutte le novità nel numero di luglio di Wine Spectator e di spulciare, in quello di agosto tutte le peculiarità dei ristoranti che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento della rivista americana; quel che è certo è che anche quest’anno la classifica delle Carta dei Vini migliori al mondo è stata stilata e anche se l’Italia nei Grand Awards non ha portato nessuna new entry, il suo sapore lo si sente eccome.

Ad un passo dall’Olimpo di quelli che potremmo definire gli Oscar del vino le novità made in Italy non sono però mancate.

 

Carta dei Vini: le 5 certezze italiane tra i Grand Awards

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Dettaglio della cantina de La Bottega del Vino di Verona

Iniziamo dalle certezze. Nel 2018 Wine Spectator premia 3.759 ristoranti situati in 50 Stati e in oltre 75 Paesi del mondo. Il massimo riconoscimento è quello del Grand Awards. Semplificando la perfezione della Carta dei Vini va di pari passo con la perfezione del locale, della sua cucina, del suo servizio e di tutto ciò che rende l’esserci un’esperienza unica. Quest’anno, nella categoria, l’Italia non ha portato novità. Ma 5 sono le certezze che abbiamo. Cinque, cioè, quelle Carte dei Vini che fanno dei rispettivi locali le mete imperdibili per gli appassaionti di tutto il mondo.

Il Grand Awards, infatti, negli anni passati ha visto entrare nell’Olimpo della classifica Wine Spectator i tristellati italiani. Parliamo dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, la Pergola di Roma, La Ciau del Tornavento di Treviso, La Bottega del Vino di Verona e il Poeta Contadino di Alberobello.

 

Tra le “new entry” l’Italia c’è…ma in trasferta!

Le novità sono arrivate dall’estero e un posto sacro se lo sono guadagnati in sette. E’ vero che l’Italia non c’è, ma a ben guardare, seppur disolcato, Il Bel Paese è presente. A New York con ben due ristoranti italiani. Parliamo de Il Sistina, la certezza nostrana dell’East Side di Manatthan e basta scorrerla la sua Carta dei Vini per capire quanta Italia c’è. L’altro è Ai Fiori di New York, l’elegante ristornate ospitato al secondo piano del Langham Hotel sulla Fifth Avenue interprete moderno della cucina francese e italiana. Anche in questo casa, con una Carta dei Vini di oltre 1000 proposte, l’italianità è evidente.

Anche nel cuore degli States il Grand Award parla la lingua del Bel Paese. Per la precisione quella del Barolo Grill di Denver, in Colorado. Già solo la parola “Barolo” dice molto di questo ristorante. Una vera chicca dove la cucina è quella Piemontese con incursioni toscane e dove i vini, per volontà del proprietario nonché direttore proprio della sezione wine del ristorante Ryan Flatter, sono tutti di piccole aziende a conduzione familiare dedite a filosofie enologiche che affondano le radici nel tempo.

 

Carta dei Vini: tra i Best of Awards sono 4 le new entry di casa nostra!

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Non sono nell’Olimpo, ma solo un gradino sotto le novità italiane 100%. Se il Grand Award rappresenta il top, il Best of Awards non è da meno. Può essere l’anticamera per l’ingresso tra i grandi. Ai 13 ristoranti che hanno ottenuto il riconoscimento nella categoria che identifica i locali che, con i loro investimenti, sono riusciti a migliorare l’offerta enologica spaziando tra i territori e la verticalità dei vini più importanti, se ne sono infatti aggiunti 4 che parlano la nostra lingua.

A Sud

carta dei vini duomo-di-ragusaIniziamo dalla magica Sicilia e dal regno dello chef due stelle Michelin Ciccio Sultano: il Duomo di Ragusa. All’interno del Palazzo La Rocca che fu set del film Divorzio all’italiana è nata questa meraviglia. Come descriverla? “Avete presente una strada barocca, né larga né stretta, giusta, che a una delle estremità ha la cupola del Duomo come sfondo?”

E’ in questo contesto che “si apre su un interno borghese, su un appartamento, trasformato in sala da pranzo con più salette, più angoli di delizia” il ristorante di Ciccio. Un luogo dove “dare vita a un piatto è come improvvisare nel jazz” e il vino deve saper accompagnare ogni minima variazione.

(foto della Gallery disponibile sul sito del ristorante)

A Nord

carta dei vini ristorante-craccoC’è poi il nuovo Ristrante Cracco di Milano, una stella Michelin, ospitato nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele II. L’eleganza e l’Art Deco di un ristorante che nel menù sa soprendere così come nella sua cantina.

Allestita al piano inferiore dentro vetrine in legno d’abete circondate da pareti rosso lacca sono più di duemila le etichette e diecimila le bottiglie esposte. Pronte per essere degustate ed acquistate con nella selezione anche vini per molti ancora sconosciuti.

(nella foto un dettaglio della cantina del nuovo Ristorante Cracco di Milano)

Al Centro

carta dei vini ristorante-pierluigiUn vero e proprio mito romano. Dal 1938, in Piazza de ‘Ricci, nel pieno centro di Roma, lavora lo storico Ristorante Pierluigi. Da piccola osteria a hotel elegante e ricercato con una cucina pioneristica, quella di Roberto Lisi, che negli anni ’80 l’ha trasformato in ristorante di lusso e negli anni ’90 in locale pioneristico in quanto a preparazione dei piatti di mare della tradizione romanesca.

E la cantina? Un giro del mondo in 80 pagine. Lo chef Sommelier Alessandro Tibaldo lo dice chiaramente: “non scelgo il vino, il vino sceglie me”. Un’eccellenza che negli anni si è costruita e perfezionata portando in catina oltre 16mila bottiglie di 220 produttori per un totale di 1.500 etichette. Grandi vini italiani, soprattutto toscani e piemontesi, ma anche tante grandi verticali francesi a cominciare da quella dello Chateau Mouton Rothchild. Un’esperienza unica.

(nella foto un dettaglio del Ristorante Pierluigi di Roma pubblicata nel sito del locale)

A Est

carta dei vini caffe-danteInfine il Caffè Dante Bistrot di Verona. Una chicca dove il vino è il grande protagonista. Se la cucina è un viaggio tra mare e monti, attraverso percorsi di degustazione unici, il vino è, nel concept del locale, di primaria importanza. Lo scrive sulla sua Carta proprio Giampaolo Spinelli:

“Viaggi, vigne, emozioni … di vini, di terre, di uomini. Solo la passione per questo lavoro, che adoro e rispetto, mi porta ogni giorno alla ricerca e alla selezione di persone, di vigne, di vini, di luoghi, di profumi, di terroir; perché poi, ogni vino è stato ascoltato, vissuto, discusso e …sudato! Il mio obiettivo è quello di farvi viaggiare tra un sorso e l’altro nei luoghi in cui non siete mai stati ma vorreste essere. Buon viaggio”.

(nella foto un dettaglio del ristorante disponibile nella gallery del suo sito)