Forse anche di più! Uno studio dimostra che sono nate nel Medioevo. Una nuova storia per una "giovane" realtà che guarda alla sostenibiltà e alla promozione del territorio attraverso la bellezza dei luoghi e la cultura

Cresce l’export, crescono i consumi, ma soprattutto si riscrive la storia delle bollicine della Franciacorta. Le sue origini non sono novecentesche, bensì medievali. Se dunque non si può togliere nulla al merito di Franco Ziliani, padre del Berlucchi, cui fino ad oggi si è attribuita la nascita di questa eccellenza lombarda, la storia ci racconta che da queste parti le bollicine, nei calici, c’erano già da un pezzo.

A raccontare questa incredibile storia è una delle firme più prestigiose del settore, Luciano Ferraro, che sul Corriere della Sera ha raccontato della scoperta fatta dal medievista Gabriele Archetti, docente alla Cattolica di Milano.

Una storia antica, dunque, che oggi sa ben guardare alla modernità, al futuro e alla sostenibilità.

 

Le bollicine della Franciacorta: quel gusto “mordace” che ha anticipato di gran lunga i francesi

Non c’è che dire. Ha ragione Silvano Brescianini, presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta quando a Ferraro dice che “non si può più accettare la falsa leggenda sulla Franciacorta del vino costruito a tavolino, mezzo secolo fa, da un gruppo di imprenditori. Il nostro vino arriva dal Medioevo e ha resistito ai secoli in cui c’erano i carri trainati dai buoi e durante la vendemmia si cantava per sopire la fame”.

La prova è nelle carte. Carte processuali, studi, pergmane monastiche e tutto quanto Archetti è riuscito a trovare per dimostrare che sì, le bollicine nelle colline del bresciano esistono da secoli. E stando alle datazioni possiamo dire che da queste parti al “vino frizzante” si è arrivai ben prima del leggendario champagne attribuito all’invettiva di Dom Perignon. Tutto è iniziato da Libellus de vino mordaci, trattato del ‘500 del medico bresciano Girolamo Conforti. Uno che il nettare di Bacco lo amava davvero. Per lui “la natura – ricorda Ferraro con una citazione – non ha donato nulla di più utile al vino”. Ma è ad Agostino Gallo, bresciano anche lui, che si deve in un certo senso la scoperta.

E’ stato lui, autore tra l’altro de Le tredici giornate della vera agricoltura et de’ piaceri della villa,  a codificare per primo, spiega Archetti, un vino non fermo “della stessa tipologia destinata ad avere un grande successo dal diciottesimo secolo” quando appunto si sarebbe affermato lo champagne del noto monaco francese. Quando sono nate dunque le prime bollicine di Franciacorta? I documenti dicono nel tredicesimo secolo. E già così sarebbe una notizia. Ma per lo studioso è probabile che la sua produzione sia iniziata ben prima.

Aveva ragione dunque Conforti quando aveva elogiato, un secolo prima dei cugini d’oltralpe, i vini vivaci definiti da lui “mordaci”, come ricorda l’ampio articolo del Corriere.

 

Le bollicine della Franciacorta hanno una storia antica, ma la modernità delle sue scelte passa anche per la volontà di essere plastic-free

Una storia, quella delle bollicine lombarde, dunque, decisamente ben più antica di quanto si potesse immaginare. Il riscatto di una produzione fino a ieri “giovane” che tanto ha fatto per affermarsi, con successo, come brand unico e riconoscibile.

Una crescita possibile grazie anche alla sua capacità di guardare sempre al poi, si prestare attenzione alle sfide della contemporaneità. Tra queste c’è la sostenibilità. E’ da qui che è partito un progetto pilota che sarebbe bello vedere estendersi su tutto il territorio e oltre: quello dei “Vigneti plastic free”. Una sperimentazione che prevede la sostituzione dei lacci in plastica con quelli in raffia, naturale e biodegradabile. Un’iniziativa promossa dall‘Associazione 5R dove le cinque “erre” stanno per “riduzione, recupero, riuso, riciclo e riprogettazione” e sostenuta dai volontari di “Piantumazioni selvagge” che sono andati a togliere i lacci in plastica nel vigneto Ambrosini di Cazzago San Martino. Ben 10 i chili di plastica raccolta che, diversamente, sarebbe finita nel terreno e tra le radici delle viti.

Un primo passo che rientra perfettamente nella linea bio perseguita dal presidente Bresciani e che si spera di portare in tutti i vigneti del territorio.

 

Una tappa in Franciacorta alla scoperta delle sue eccellenze e delle sue bellezze tra enoturismo e cultura: I Beatles vi aspettano qui (fino al 9 marzo)

Vi è venuta voglia di conoscere meglio questo territorio e andare magari a passarci un weekend? Le scelte sono infinite. Vi proponiamo due possibilità. Quella di godere della bellezza dei vigneti della Franciacorta puntando sul benessere e l’altra di goderveli partecipando ad un evento culturale a tempo limitato.

Nel primo caso, ovviamente, vi invitiamo a prendere la vostra bici e godervi i cinque percorsi de La strada del Vino. Cinque percorsi per cinque colori tra natura e storia. Nel secondo ad assistere ad un mostra unica. Ad una condizione: dovete amare i quattro di Liverpool. Sì, proprio loro, i Beatles. Nelle Tenute La Montina, infatti, fino al 9 marzo, la Galleria d’Arte dell’azienda ospiterà la mostra “Beatles Memorabilia Show” dove ad essere esposti sono tutta una serie di oggetti cult della band che ha influenzato più di una generazione. Da scoprire anche la sezione “Metti i Beatles a Tavola”.

Una buona scusa per prenotare un weekend in Franciacorta, scoprire le sue aziende, le sue bellezze e le sue bollicine…medievali!