La presidente dell'azienda 'ereditata' da papà Piero rilascia una lunga intervista a Forbes e intanto si espande in Cile acquistando una delle aziende vitivinicole più importanti. La vera sfida? Quella con il web

Le Donne del Vino italiano sono al centro dei pensieri di Forbes. E non può che farci piacere. Che la tendenza “in rosa” nell’enologia faccia sempre sentire sempre più la sua presenza, mostrando ogni giorno di più come le donne non siano più non solo escluse da questo mondo, ma neanche più semplici comprimarie, lo dicono le statistiche. Così come il loro crescente numero, al di là delle maggiori difficoltà nell’affermarsi professionalmente soprattutto in ruoli esterni a quelli aziendali, abbia portato un plus nel mondo dell’enologia è un’altra certezza.

Se Marina Cvetic e sua figlia Miriam sono state nei giorni scorsi al centro di un interessante articolo sul loro crescente ruolo nel mondo del vino italiano, questa volta, a conquistare le colonne della prestigiosa rivista americana, è stata Albiera Antinori, figlia del grande Piero Antinori, grande produttore di una dinastia che il vino lo fa (e con qualità) dal 1.385. E’ lei oggi alla guida dell’azienda con suo padre sempre accanto e le sue due sorelle con cui ha intrapreso quel percorso che lei stessa ha definito come “naturale”. E se è vero che la grandezza è spesso nella semplicità, è vero allora che dal ritratto che Forbes traccia della donna del vino italiano, quella semplicità descrive perfettamente la grandezza di una donna e di un’azienda che, proprio in questi giorni, ha messo a segno un colpo da maestri nel Paese enologico emergente più interessante: il Cile.

 

Albiera Antinori: lo ‘sbocco naturale’ di una famiglia radicata in Toscana ma con lo sguardo oltre l’orizzonte

 

Albiera Antinori - sorelle Antinori

Ph: Gallery Antinori. Da Sinistra Albiera, Allegra e Alessia Antinori

 

Era il 1986 quando Albiera Antinori iniziò a lavorare nell’azienda di famiglia. Nessuna laurea, racconta a Forbes, “perché all’epoca per una donna non si riteneva necessaria”, ma tanti corsi per imparare marketing, comunicazione, enologia e viticoltura. “E un sacco di formazione sul campo”. Lei tra i filari di famiglia, in Toscna, ci è nata e cresciuta e la semplicità dei valori della terra, ce lo lascia capire il giornalista della rivista americana, si ritrova in quella di una donna che si presenta semplice negli abiti e con la semplicità del sorriso di chi, quei valori, li custodisce al di là del tempo e dei cambiamenti di un mondo in continuo fermento.

E sono proprio quei valori, racconta, la chiave del successo di un’azienda in continua espansione che ha, tra l’altro, puntato sul binomio con l’arte, e nello specifico con l’architettura, per apire le porte della sua tenuta a tutti gli amanti del vino e tutti coloro che, del bello, sono appassionati.

Generazioni che hanno saputo coltivare e far crescere un successo. Come? Grazie a “buone scelte, imprenditorialità e un po’ di fortuna. Ma la chiave è nei valori fondamentali della società e della storia familiare. Non stai trasmettendo valori tecnologici, ma il rispetto per la terra e la qualità del prodotto. Anche se ora va tutto bene, momenti bui possono esserci, quindi bisogna essere pronti. Capito questo puoi guadagnarti anche il rispetto di quelli che lavorano per te”.

Uno sbocco naturale. Nessuna scelta forzata. Lavorare nell’azienda di famiglia è stato un passaggio arrivato da sè per lei come le sue sorelle e così è stato anche nei ruoli che ognuna è andata a coprire. Se Albiera è infatti ora la presidente, Alessia Antinori è l’Art Project, mentre Allegra si occupa dei loro ristoranti compresa la Cantinetta Antinori.

 

Albiera Antinori: la sfida è tutta nelle nuove tecnologie e passa inevitabilmente per l’e-commerce e nuove forme di marketing

 

albuera antinori e-commerce

 

Sembrerà strano, ma il web e il commercio online non hanno ancora varcato le porte della famosa azienda fiorentina. La presidente sa bene però che è il momento di intraprendere questo percorso e creare una pagina su Instagram sarà, probabilmente, il primo passo. Queste le sue parole. “L’intero mondo del vino sta affrontando la rivoluzione del web. Le persone vogliono sempre più acquistare online e direttamente dal produttore. E’ un mercato nuovo che nei prossimi dieci anni diventerà certamente importante. Noi – ammette – non vendiamo direttamente per il momento perché abbiamo una struttura con importatori e distributori. Ma il web sta mescolando le carte” e questa, in sostanza, potrebbe (e dovrebbe) essere una nuova partita da giocare.

D’altra parte evolvono i tempi, le tecnologie, i mercati e i gusti dei consumatori. E questo la famiglia Antinori lo sa bene tanto da aver spostato l’interesso verso la creazione di vini “più freschi, più gustosi e meno alcolici” orientandosi anche sui rosè che vivono un momento di forte crescita. Altrettanto importante la sostenibilità. Le vigne di Antinori vengono quasi tutte coltivate in modo organico, ma poche sono quelle certificate. Certo è che risparmio idrico e sostenibilità sono due parole su cui da anni l’azienda punta molto e su cui continua costantemente a lavorare mantenendo parallelamente elevato lo standard della qualità della produzione.

 

Albiera Antinori: la politica fa male al mondo del vino per la sua incostanza e il suo distacco

 

Albiera Antinori Cile

Ph: panoramica di un vigneto in Cile

 

Parla di export, di America, di Italia e di opportunità Albiera Antinori. Negli Usa ci è tornata di recente. “E’ cambiata molto. La gente non ha più lo spirito della comunità. Per la prima volta – afferma – ho capito perché Trump ha vinto le elezioni”. L’America era quella terra dove se volevi fare una cosa potevi farla. Ora si è burocratizzata e la crisi non ha aiutato. L’Italia, da parte sua, soffre dei continui cambiamenti al vertice. I troppi governi hanno portato a perdere il “potere contrattuale con la comunità europea – dice ancora -. L’agricoltura italiana è la Cenerentola dell’europa. L’Italia è produttore di generi alimentari di altissima qualità, ma non ha il potere economico di Francia e Germania. Ora il mondo del vino deve trovare una motivazione e una voce per lottare per la qualità dei suoi vini. Un esempio è la questione del reimpianto dei vigneti”.

E mentre in Italia si resta in stand by con tra l’altro la questione Ocm ancora aperta, le aziende che sanno far bene il loro mestiere, non vogliono restare indietro. Se la Toscana è il cuore di Antinori, la sua espansione è direttamente proporzionale alla sua qualità e ancora una volta l’intraprendenza è tutta al femminile.

 

Laddove il pubblico rallenta, il privato continua la sua crescita

La notizia è apparsa poche ore fa su WineNews: Antinori ha acquistato la totale proprietà della cantina Haras de Pirque, gioiello dell’enologia cilena. Partner lo era dal 2003, ma oggi quei 100 ettari di vigneto nella valle di Maipo, uno dei territori a più forte vocazione vitivinicola del Paese, e la sua famosa cantina  “ferro di cavallo”, sono interamente di proprietà Antinori.

L’ennesima dimostrazione che alla guida del brand ci sono donne che sanno benissimo cosa vogliono e come ottenerlo. Il Cile, infatti, è con i suoi vini uno dei Paesi emergenti che fa meglio nel mondo.

Sessismo? Lei, ammette, non lo ha mai subito perché essendo donna tra le donne essendo le Antinori tre sorelle, non ha mai subito discriminazioni. Ma ammette che, in generale, ci sono voluti anni perché la mentalità italiana si aprisse. Ormai essere una donna nel mondo del vino non è più un’eccezione, al massimo un’eccezionalità.

 

Clicca qui per leggere l’intervista apparsa su Forbes.