Non lo considera un traguardo, ma gli 80 campioni trovati senza pesticidi dimostrano che quello del fondatore di VinNatur non è un sogno impossibile. Anzi. E' da qui che parte la sfida alla tutela e la valorizzazione della biodiversità

C’è sempre un labile confine tra l’intenzione e la fattualità. Nel gergo popolare si dice che di buone intenzioni è lastricato l’inferno. Perché in fondo, che sia a Natale o in qualunque altro periodo dell’anno, quando stiliamo l’elenco dei nostri di buoni propositi la gran parte di questi finiscono a carte quarantotto, per restare nel gergo popolare.

Ma quando l’intezione si accompagna ad una convinzione reale allora le cose cambiano. E i risultati…arrivano! Un sogno, quello di Angiolino Maule nato negli anni ’80 e concretizzatosi nel 2003. Quel sogno si chiama ViNnatur. Per avere il disciplinare ci sono voluti più di 10 anni. In vigore, infatti, è entrato solo quest’anno. Ma gli anni che ne hanno accompagnato la stesura sono la dimostrazione che un percorso virtuoso è possibile. Non solo tutela e valorizzazione della biodiversità, ma soprattutto la cura perché questi si esprimano con tutta la naturalezza possibile. Uno solo il dictat per chi vuole far parte di questa realtà: nessun pesticida in vigna; nessun agente chimico in cantina.

Possibile? Sì. E lo dicono i numeri. Quelli che fanno di questa realtà una realtà di successo non solo nel brand e nell’immagine che ha saputo dare di sé, ma anche, e soprattutto, nella sostanza che rende quell’immagine veritiera come poche.

 

Vino naturale: 80 campioni ‘puliti’. La convinzione di un progetto si sposa con la serietà di chi lo abbraccia

 

vino naturale analisi

 

Erano 50 gli iscritti all’associazione nel 2003. Oggi sono più di 170 provenienti da 9 Paesi europei. E’ sulle aziende entrate a far parte di ViNnatur negli ultimi 5 anni che sono state condotte le analisi per vedere se, davvero, le regole ora nero su bianco nel disciplinare, vengono rispettate. Il risultato è stato sorprendente. Tutti i campioni (80) sono risultati totalmente privi di pesticidi. All’analisi solforosa totale 45 campioni sono risultati sotto i 10 mg/litro. Gli altri 35 al di sotto dei 50 mg, come previsto proprio dal disciplinare.

Un ulteriore passo avanti dopo le analisi del 2016 che avevano rilevato pesticidi nelle vigne e le cantine di tre aziende italiane e francesi, sebbene 76 avessero comunque soddisfatto pienamente i criteri previsti.

“E’ la prima volta che tutti i campioni di vino analizzati risultano negativi. E’ un risultato importante. Ci siamo concentrati sui nuovi associati e le aziende che negli scorsi anni avevano qualche campione positivo – ha affermato Maule -. Un risultato che non vogliamo vivere come un traguardo, ma come una tappa fondamentale nel percorso che stiamo percorrendo come Associazione. La nostra ricerca – ha aggiunto – si sta concentrando sul modo di evitare l’utilizzo di rame e zolfo in vigna, cercando invece aiuto in estratti vegetali ed essenze naturali che aiutino la pianta ad autodifendersi”.

 

Vino naturale: la convizione di un’idea e la rigidità di un disciplinare per tutelare e valorizzare il patrimonio territoriale

 

vino naturale-vigneto

 

Vale la pena ricordarlo. L’associazione nasce dalla convinzione che fare vino naturale, e farlo con qualità, è possibile. Quella che poteva sembrare un’utopia quando di sostenibilità e biologico si iniziava a mala pena a parlare, è divenuta una bellissima realtà. La rigidità, in questo caso, è certamente stato un ingrediente fondamentale. Non esserlo avrebbe d’altra parte significato il fallimento di un progetto nato con le idee ben chiare.

Sottoscritto nel 2016 e in vigore da quest’anno, il disciplinare ha infatti regolamentato quanto già previsto per far parte di questa associazione. E’ lei a farsi carico delle spese per compiere le analisi. Circa 200 i pesticidi che si vanno a cercare. L’intenzione di andare a riverificare i campioni trovati non proprio perfetti l’anno scorso dipende proprio da quanto previsto dalle regole associative. Qualora infatti si rinvenga una quantità di pesticidi superiore a quella prevista, si avviano controlli più approfonditi.

Se nei tre anni successivi il dato restasse invariato, allora l’azineda sarebbe espulsa da ViNnatur. D’altra parte, la sua filosofia è quella di avere “il coraggio di affrontare molti rischi senza il confronto di soluzione pronte e facili”.

 

Vino naturale: nessun pesticida e tutela della biodiversità. Il progeto ViNnatur è un esempio concreto di sostenibilità

 

vino naturale sostenibilità

 

Evitare l’uso di rame e zolfo in vigna, cercando aiuto negli estratti vegetali e nelle essenze naturali che aiutino la pianta ad autodifendersi. La convinzione di Maule spiega pienamente lo spirito dell’associazione nata grazie alla sua tenacia. La natura ci ha dato tutti gli strumenti di cui abbiamo bisogno per far sì che possiamo prenderci cura di lei ed aiutarla persino a migliorarsi senza intervenire chimicamente.

Se da una parte c’è la volontà di produrre e immettere sul mercato vini davvero naturali, dall’altra c’è un’ambizione e ormai una necessità ben più grande: quella di tutelare la biodiversità. L’Italia, in questo senso, regna incontrastata sul resto del mondo. Ecco perché ViNnatur porta avanti da anni un progetto che la riguarda. Alla sperimentazione della Biodiversità in vigneto, condotta dall’agronomo Stefano Zaninotti di Vitenova – Vine Wellness, in collaborazione con la dottoressa Irende Franco Fernandez, il botanico Cristiano Francescato e l’entomologa Costanza Umboni, aderiscono 17 aziende che fanno parte dell’associazione.

Nei loro vigneti saranno compiuti vigneti (su flora e fauna) col fine di sviluppare un modello scientifico in grado di aiutare le aziende nelle scelte colturali. L’intenzione è mantenere una fertilità biologica ideale e consentire uno sviluppo sano delle piante.

Tutto questo si tradurrebbe in maggiore resitenza delle piante alle malattie e, quindi, di un minor intervento da parte dell’uomo.