I piccoli produttori temono più costi e burocrazia. Le persone vogliono sapere. Ma la mania della linea non rischia di far male alla qualità?

In un epoca in cui si contano le calorie anche di un sorso d’acqua per molti l’idea di poter quantificare le calorie del vino potrebbe essere questione di consapevolezza. Per altri piuttosto di moda alimentare. Scuse per poter applicare politiche atte a penalizzare il Made in Italy sentenzierebbe qualcun altro ancora. Probabilmente tutti hanno ragione. Ma la sensazione è che i primi due rappresentino la scusa perfetta per applicare il terzo. Di cosa parliamo? Di quella che, un paio di anni fa, sembrava solo una chimera, a tratti anche folle e che invece, a breve, potrebbe diventare realtà: riportare valori nutrizionali e lista degli ingredienti sulle etichette delle bottiglie di vino.

Sì. Parliamo proprio di calorie. La Ue vuole farci sapere quanto un bicchiere di vino potrebbe farci ingrassare. Non è esattamente così, ma mentre i produttori insorgono, i bevitori europei che ne pensano?

 

Calorie del vino? No, grazie. Troppe spese e troppa burocrazia.

calorie-del-vino - calici

Già un anno fa il no dei produttori si era fatto sentire forte e chiaro con l’Italia in prima linea. La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) lo ha ribadito pochi giorni fa: “no” alle etichette con calorie e lista di ingredienti. Il presidente della Cevi, Thomas Montagne, ha già inviato una lettera al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vtenis Andiukaitisi.

A dire no sono sopratutto i piccoli produttori. Ancor più quelli che si dedicano al bio. Le ragioni le spiega Matilde Poggi, presidente Fivi e vicepresidente Cevi per l’Italia. “Sarebbe un inutile aggravio sia in termini di tempo che economici. Il vino non ha una ricetta, cambia di anno in anno, sulla base della stagione e delle condizioni fitosanitarie dell’uva. Noi produttori dovremmo quindi farci carico di far analizzare il vino ad ogni vendemmia e cambiare di conseguenza anche l’etichetta”

 

Calorie del vino: questione di salute e consapevolezza?

calorie del vino - torta

Questa è una delle prime domande che viene da porsi. In teoria la volontà di riportare quante più informazioni possibili in etichetta è lo strumento con cui si cerca di tutelare al massimo il consumatore. Nonché quello con cui cercare di diffondere la cultura del bere consapevole.

Eh sì, perché, è facile pensarlo, in un mondo in cui l’attenzione per le calorie è quasi maniacale scoprire che, come ebbe modo di affermare il deputato britannico Glenis Willmott  “un bicchiere di vino ha lo stesso numero di calorie di una fetta di torta” sarebbe un efficace deterrente per molti amanti della linea. A meno che non optino per il vino piuttosto che per la torta.

 

Calorie del vino: sicuri che si agisce per il nostro bene?

calorie del vino  - wine-kit

Ma al di là della facile ironia le ragioni potrebbero anche avere un loro valore intrinseco messa sulla questione salute. Ma fa quanto meno riflettere che, proprio sul vino, un altro dei prodotti d’eccellenza del Made in Italy (sebbene questa volta non si sia soli) si vada ad intervenire. Eh già. Perché quell’Europa che ora vuole tutti i valori nutrizionali in etichetta è la stessa che consente ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino con lo zucchero. Cosa da noi vietata. 

Peggio. Consentito è anche il “vino in polvere”. Quello che, con il wine-kit, promette di avere in pochi giorni le etichette più prestigiose con la sola aggiunta di acqua. Un utilizzo che, in Europa, fa vendere oltre venti milioni di bottiglie l’anno con sopra il nome di un vino naturalmente…italiano! Per loro cosa accadrà in etichetta? 

 

Calorie del vino: i consumatori vogliono sapere.

calorie del vino - supermercato

Questo è un nodo cruciale della questione. La gente vuole sapere. E questo è un dato che, al di là di tutto, gioca certamente a favore di chi, l’etichetta del vino, la vuole rivedere. La GfK Belgium ha condotto una ricerca di mercato che parla chiaro: gli europei le informazioni nutrizionali in etichetta le vogliono. Lo studio promosso e finanziato da The Brewers of Europe ha toccato Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi bassi, Polonia, Romania e Spagna. Il 78% della popolazione europea per intenderci.

Risultato? l‘86% degli europei vorrebbero leggere in etichetta le informazioni nutrizionali. Soprattutto, a volerlo, sono i bevitori occasionli: l’89%. L’86% dei bevitori moderati sono d’accordo e, dopo di loro, gli abituali con un “sì” arrivato dall’81% degli intervistati. 

Due anni fa, lo stesso sondaggio, parlava del 69% delle persone d’accordo con questa proposta. E la differenza è tanta. E’ vero che il 74% vuole conoscere gli ingredienti, ma, a quanto pare, è sulla questione calorie che si gioca la partita.

 

Calorie del vino: e se per mantenere la linea finissimo per “ghettizzare” la qualità?

Calorie del vino - dieta


Si può essere o meno d’accordo. Sul fatto che le etichette debbano essere quanto più trasparenti non c’è nulla da obiettare. Ma voler andare ad “etichettare” un prodotto condizionato da un’infinità di variabili ci sembra eccessivo. Non fosse altro perché, come è stato sottolineato, le spese per i piccoli produttori costretti a fare analizzare il loro vino ogni anno per capire se sono aumentate o meno le calorie ogni 100 ml li penalizzerebbe non poco economicamente. 

In secondo luogo, ed è forse il dato su cui riflettere, perché a quanto pare più che degli ingredienti è proprio sul rapporto calice/calorie che gli europei vogliono avere informazioni.

Non è che poi, con un’Europa che consente l’uso di “vino in polvere” e “zuccheraggio” si finirà per bere un vino peggiore solo perché, in teoria, ci permetterebbe di non perdere la linea? Il contraccolpo, per la qualità, sarebbe evidente e a rimetterci, guarda caso, sarebbero un’altra volta le terre votate all’eccellenza. E l’Italia, nel vino, è di certo ai primi posti di questa classifica. L’unica, per chi ama bere, che conti davvero.

 

Crediti fotografici: foto in alto Maarten Takens – Flickr CC.