Annata durissima quella del 2016. Peronospora e maltempo mettono in ginocchio la vendemmia. La salvezza è nel non-bio

Vino trentino. Trenta giorni per sperare di non finire nel baratro. Il Trentino corre ai ripari. O meglio è il suo vino che tenta di trovare una soluzione ad un’annata a dir poco difficile. A far preoccupare è soprattutto la situazione del Merlot, ma potrebbe non andar meglio per Toroldego, Lagrein, Cabernet e i bianchi con Pinot grigio, Chardonnay e Muller Thurgau in affanno.

La colpa? Della peronospora e le condizioni climatiche. La prima, secondo la Fondazione Mach, ha già fatto scendere la produzione del 20%, la seconda che porterà non solo ad un aumento dei costi, già riscontrato, ma, probabilmente, anche ad un intervento forzato per salvare il salvabile. Intervento che non potrà non portare in vigna trattamenti decisamente poco bio.

A darne notizia è stato L’Adige. L’unica speranza di salvezza per la produzione al momento al sicuro è nel clima: se il caldo terrà il Trentino, nonostante la pessima annata, reggerà al’urto.

 

Vino trentino: viti malate per funghi e maltempo.

Vino Trentino plasmopara

La peronospora, una delle più gravi malattie della vite causata dal fungo Plasmopara viticola ha infatti avuto la sventura, per il vino del territorio, di incontrarsi con il maltempo dando il via ad un processo che ha portato all’acinatura e la colatura di molti grappoli. La seconda riguarda infatti la mancata fecondazione dei fiori con la diretta conseguenza della prima. E’ così che molti grappoli di uva sono rimasti piccoli e ormai la vendemmia è alle porte. “L’allarme – conferma Maurizio Bottura responsabile dell’unità vitivinicola della Fondazione Machc’è. I vigneti di tutto il territorio risultano colpiti, eccetto forse l’Alto Garda salvato dalle condizioni metereologiche più favorevoli”.

 

Vino trentino: i problemi sono iniziati a maggio. Crollo della produzione.

E’ sempre Bottura a spiegare l’andamento del fenomeno che potrebbe portare alla pessima annata di alcuni dei vini italiani più amati. “Le infezioni sono arrivate in un primo momento tra fine maggio e inizio giugno. Hanno riguardato le zone di fondovalle. Tra giugno e luglio sono state interessate le zone collinari”. Fare una stima definitiva del danno al momento è impossibile, ma Bottura si dice certo di un calo di produzione tra il 15 e il 20%. Stime che, purtroppo, potrebbero addirittura essere al ribasso perché, ad oggi, l’allarme non è ancora rientrato. “Sia sulla quantità, sia soprattutto sulla qualità di quello che rimane ‘buono’ sulle vigne – aggiunge – saranno decisivi i prossimi trenta o quaranta giorni”. Tutto dipenderà, insomma, dalle ultime settimane prima della vendemmia. Se il tempo sarà clemente il salvabile si salverà “altrimenti sarà un dramma totale per aziende e agricoltori”.

 

Vino trentino: sconfiggere la malattia della vite si può. Ma il prezzo è alto.

Vino trentino pesticidi

Sul clima può solo metterci mano il buon Dio o chi per lui. Sulla peronospora intervenire si può. Ma il prezzo da pagare è altissimo. E non solo nel senso economico. Da quel punto di vista i costi sono già schizzati rispetto alle aspettative di produzione. Ed è questo il dubbio su cui si interroga Bottura. “da una parte la possibilità di salvare le piante. Dall’altra la ncessità, per riuscirci, di trattamento più forti, quindi meno salutari e meno bio”. Poco tempo per decidere e qualunque sia la decisione un grosso punto interrogativo su quello che accadrà.

 

Vino trentino: il bilancio in autunno. Troppe proibizioni sul disciplinare?

In un’enologia che guarda sempre più alla sostenibilità quello che ora si vuol capire è se, con le modifiche apportate dalla Provincia al disciplinare, vi siano delle corresponsabilità. “Ha fatto delle scelte sul disciplinare di produzione – afferma ancora Bottura -. Si è deciso di utilizzare un numero minore di principi attivi. Vedremo se e quanto questo ha inciso sulla situazione che è venuta a crearsi”. Le valutazioni, comunque, andranno fatte in autunno  a vendemmia conclusa. Solo allora si potrà cercare di capire cosa è andato storto chi ha, se ne ha, responsabilità e cosa fare per cercare di salvare il salvabile puntando ad una politica diversa in vista del 2017.