Vino solidale. Il vino è un trade d’union. Lo è da sempre. Si dice che, in tempi di guerra, gli accordi migliori si sono stretti a letto o nel bel mezzo di un banchetto. Accade anche nelle serie televisive. Basta pensare a Games of Throne che ha preso alla lettera entrambe le soluzioni e si appresta a lanciare sul mercato il suo vino. Ma esiste una capacità di unire che va oltre le storie, le leggende e gli schermi. E’ la solidarietà vera. Quella dove il vino è davvero l’anello di congiunzione.
Che lo sia per molti detenuti è una realtà nota e in continua crescita. Come le loro anche altre bottiglie nascono con l’intento di portare un sorriso laddove di sorrisi purtroppo non ce ne sono. Le Donne della Vite hanno pensato ai più piccoli, ai bambini, alle bimbe in particolare. A quelle vittime dell’abbandono, della violenza familiare in Kenya. Quelle piccole donne che faticheranno, quando ci riusciranno, a diventare tali, dopo essere cresciute in bande randage nella miseria degli sterminati slum di Nairobi.
Ecco questa sì che è una bottiglia da mettere sotto l’Albero di Natale. Anche perché, parliamoci chiaro, la qualità non manca.
Vino solidale: DiVento…il vino che aiuta a “diventare” qualcuno.
Dal nome il senso. Diventare qualcosa. Avere l’opportunità di crescere e di farlo serenamente. Un po’ come le uve che maturano tra le intemperie, ma tra le cure di mani esperte che sanno come far fiorire i loro rami e poi raccoglierne il nettare, così il progetto DiVento delle Donne della Vite è maturato fino a diventare realtà. Questo il nome dell’etichetta scelta per questa bottiglia, frutto dell’ultima vendemmia, che si fa simbolo del divenire, della trasformazione e del cambiamento.
Insieme si sono messe Ver, Vivai Copeoperativi Rauscedo, Cantina Tuscania, Enoplastic, Enovestro, Isvea, Lallemand Italia Nomacore, Ovis Nigra, Pandolfini e Promuovere per sostenere DiVento. Un vino bianco fresco e cromatico proprio come dovrebbe essere il sorriso di un bambino. Frutto della vinificazione di uve coltivate a basso impatto ambientale e così lavorate assemblate poi in un packaging altrettanto sostenibile perché realizzato con materie prime rinnovabili e riciclabili.
Vino solidale: le 1.200 bottiglie destinate alla Casa di Anita
Il vino si può comprare dalla pagina web delle Donne del Vino. Il costo è quasi irrisorio: 10 euro per una bottiglia da 0,75 e poco più per le poche Magnum prodotte. In realtà, volendo, al momento dell’acquisto (rigorosamente online) si può scegliere di dare qualcosina in più. Ma al di là di questo quei 10 euro hanno un peso enorme. Meglio sarebbe dire importanza. Il ricavato dell’iniziativa delle Donne del Vino andrà infatti alla Casa di Anita, intitolata alla memoria di Anita Pavesi, giudice onorario del tribunale dei Minori di Milano, scomparsa nel 1988 dopo venti anni di impegno sociale con il progetto della onlus Amani.
E’ questa infatti a gestire la Casa di Anita. Qui i bambini vittime di guerra e abusi, abbandonati per le strade delle grandi metropoli o dimenticati nelle zone rurali distrutte da bombe e conflitti, trovano il luogo dove “divenire” altro. Dal 1995 si offre una casa, cibo, istruzione, saluto e, soprattutto, affetto e identità.
Un ottimo vino per una bella iniziativa. E’ il vino che tutto dovremmo mettere sotto l’Albero di Natale.