Riportare a nuova vita il consumo del vino. Il Paese sudamericano lancia la sua campagna: il vino è 'social' da molto tempo prima di Facebook, Instagram e Twitter

Vino – Argentina. Nonostante i segnali di ripresa il vino argentino vive un momento non facile. Certo l’inflazione del peso gli permette di essere più competitivo sui mercati, ma se si vanno a fare i conti quando si trasforma la moneta locale in euro o dollari i risultati, almeno nell’export non sono di certo soddisfacenti. Nel 2015 sono state solo 22 milioni le casse di spedite all’estero. Il resto è tutto sfuso.

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Vino: la crisi strutturale dell’Argentina e la scelta della socialità.

Dal punto di vista interno, però, le cose vanno meglio e la crisi del 2013, sebbene non superata, sta iniziando a far diradare la nebbia in cui il Paese sudamericano era piombato. Il consumo interno, nonostante il crollo che in due anni ha fatto registrare un -7,36%, resta comunque alto. Parliamo di 25 litri pro-capite l’anno. Consumo che, proprio per il problema dell’inflazione, riguarda soprattutto i vini nazionali essendo praticamente impossibile, visti i costi troppo onerosi, di importare vini internazionali. 

Per riconquistare mercato e soprattutto far salire nuovamente i consumi l’Argentina ha dato il via alla sua nuova campagna. Affidandosi a chi? Ovviamente ai social netowork. Perché il vino, è questo il principio su cui si fonda il nuovo spot, è il social network per eccellenza. Lo era già quando, i social, non esistevano.

 

Vino: lo strumento di condivisione che racconta gli argentini.

Eccolo il nuovo spot social del vino argentino. Famiglie, giovani, persone anziane, cene con gli amici, serata barbecue…quale che sia la situazione il calice non manca mai. E’ lui il social network per eccellenza e ora, grazie ad uno Smartphone, si prende la sua rivincita riconoscendosi questo primato. Potremmo sintetizzare così i 58 secondi dello spot ideato da Ariel Hassan per conto del Fondo Viticole. Il brindisi è l’antesignano di ogni forma di socialità. Come dargli torto. 

Insomma il vino è un social network nato ancor prima che esistesse la rete, ma ora tra cinguetti, chat, foto e condivisioni è stato consacrato re. 

 

 

Vino: uno spot per sfatare i miti del campanilismo argentino.

Lo spot, in realtà, nasconde anche la volontà di sdoganare alcuni falsi miti sul vino. Il primo? Che le donne, nel Paese, non lo. Sono forse quelle che più appaiono nel video e la scelta non è stata casuale, ma frutto, ha spiegato lo stesso Hassan di una meticolosa ricerca. Secondo la ricerca 5 persone su 10 con un’età superiore ai 18 anni consuma vino. In totale, in Argentina, a berlo sono 15 milioni di persone.

 

Vino: i 58 secondi di pubblicità sono solo l’inizio di una campagna all’insegna della socialità.

La campagna messa in campo da Fondo Viticole è ben più complessa dei 58 secondi del video. Questo, in sostanza, è solo il primo passo, quello più visibile e d’impatto perché capace di filtrare anche attraverso i media più datati, per iniziare un percorso promozionale in cui, tramite i social network, ad essere coinvolti saranno proprio i consumatori. E, magari, o sarebbe il caso di dire si spera soprattutto, coloro che al vino non si sono mai approcciati.

Il portale www.elvinonousune.com.ar sarà la piattaforma su cui tutto si concentrerà. Tra giochi on-line (magari con qualche ottima bottiglia da farsi mandare a casa) e iniziative in grado di integrare e coinvolgere i new media, l’Argentina ha deciso di ripartire da qui. Ripartire per conquistare i giovani e fette di mercato nel Paese, ma anche per portare fuori un’immagine nuova e diversa. Molto lontana dall’embargo del 2010. Quello che, all’epoca, toccò anche il vino.