Social media, degustazioni e professionisti. A loro si affida il Consorzio per cercare di entrare nelle grazie dei consumatori più cospicui e attenti di vino e bollicine.

Vino-Millennials. Conquistare i millennials. E’ una tendenza che, negli Usa, si sta concretizzando da tempo. In Italia se ne parla sempre molto, ma in realtà sono pochi quelli che davvero cercano di interagire con i giovanissimi per far scoprire loro il valore del vino. Il dato certo è che anche in Italia sono sempre di più quelli che ne consumano. Bevono più dei loro genitori. Ma conquistarli non vuol dire semplicemente far sì che ne consumino. Vuol dire entrare nell’elite della loro conoscenza. Eh sì. Perché i Millennials sanno scegliere.

 

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Vino-Millennials: l’Oltrepò Pavese ha iniziato la sua “caccia”.

E la conoscenza passa per la promozione delle proprie eccellenze così che in esse si ritrovi tutto il valore del proprio territorio. In Argentina, per cercare di far crescere i consumi, si sono inventati una campagna pubblicitaria social. In Italia sono tante le iniziative, ma sappiamo bene che, nonostante le buone intenzioni, la scoperta della dimensione social è ancora molto indietro rispetto a molti altri Paesi produttori. Il Consorzio dell’Oltrepò Pavese, però, ha deciso di intraprendere questa strada in collaborazione con l’università Iulm. E’ nato così “Beviamoci sociali: il vino all’epoca dei social media”. Inizia da qui la caccia ai giovanissimi.

 

Vino-Millennials: se vuoi essere ‘bevuto’ devi far sì che i giovani ti conoscano.

L’iniziativa è stata presentata in occasione di Golosaria. “I millennial o generazione Y, rappresentano l’ultima generazione nata nel Ventesimo secolo – hanno spiegato i docenti universitari Errico Cecchetti e Vincenzo Russo. Bevono più dei genitori, spendono più di loro e sono molto informati”. Non solo. Sono le donne le più accanite amanti del vino. Di qui la necessità di far sì che i millennials conoscano un territorio o il loro vino difficilmente finirà nei calici dei nuovi winelovers.

“E’ necessario rafforzare i rapporti e le pubbliche relazioni con ristoratori, enotecari e opinion leader – ha aggiunto il direttore del Consorzio Emanuele Bottiroli – Basta sentirsi incomprese. Bisogna raccontarsi e mettersi in discussione quando serve. Ecco che allora, i social media, diventano il canale di divulgazione. Quello per incuriosire. Quello per conquistare i cuori, e soprattutto i bicchieri, dei giovanissimi”.

 

Vino-Millennials: il Consorzio punta sulle degustaizioni…alla cieca.

Il primo evento si è svolto in un ristorante stellato di Milano. La degustazione tecnica alla cieca del Metodo Classico Bianco, del Rosè/Cruasé, del Pinot Neroin rosso e la Bonarda sembra abbia avuto il suo successo. Ora si passa al Riesling, ai grandi rossi e agli outsider.

Il successo, però non è arrivato dal nulla, e la riuscita dell’evento è stata costruita. Come? Facendo finalmente affidamento a professionisti del settore. Lo ha spiegato bene il presidente del Consorzio Michele Rossetti: “la pubblicità non serve a nulla senza prima aver capito con l’aiuto degli esperti di marketing, degli opinion leader e degli esperti della ristorazione quali sono le scelte stilistiche che prmieano, in Italia e nel mondo. Queste devono diventare l’identità delle nostre produzioni”.

 

Vino-Millennials: non basta produrre…si deve consumare.

Una ovvietà. Su questo non ci sono dubbi. Ma fa piacere vedere come, finalmente, si inizi a comprendere che il vino non è più la bottiglia in cantina. Ma, al contrario, un elemento vivo, in continua evoluzione e che, soprattutto, sa parlare. Lo fa sì attraverso i suoi profumi e sapori, ma oggi, ancor prima, deve farlo attraverso le nuove forme di socializzazione: i new media.

 

Vino-Millennials: il potenziale dell’Olterpò Pavese è grande quanto 18.900 campi di calcio.

Non è una battuta né un calcolo inventato. E’ proprio tanto vasta la superficie vitata sul territorio. Sono, in tutto, 13.500 ettari vitati dove si producono:

  • 1 Docg (Oltrepò Pavese Metodo Classico).
  • 7 Doc (Bonarda dellOltrepò Pavese, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, Casteggio, Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Pinot Gricio, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese e Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese).

  • 1 Igt (Provincia di Pavia).

Il vino bandiera è il Cruasè, marchio collettivo riservato ai soci che identifica le bollicine Docg rosé da uve pinot nero. La Bonarda è la tradizione, ma è tutta la produzione che garantisce eccellenza. Il progetto del Consorzio si affaccia ora ai new media e l’obiettivo è chiaro: conquistare i millennials. Funzionerà? Non ci vorrà molto per scoprirlo. Basterà vedere se, quelle bollicine, finiranno presto nelle classifiche delle più apprezzate dai giovanissimi. D’altra parte loro, di apprezzarle, lo hanno già dimostrato.

 

Crediti fotografici: foto Flickr CC Visit Lakeland