Vino. Un bell’articolo uscito sul Domenicale de La Repubblica che merita di essere condiviso. La storia del rapporto tra donna e vino si perde nella notte dei tempi. Nella nostra storia, quella che dall’antica Roma ad oggi ci ha accompagnati, il capovolgimento è stato totale. Ubriacarsi, all’epoca, per una donna equivaleva alla morte certa. Oggi, invece, il mondo enologico nazionale si tinge sempre più di rosa. E l’Italia è solo uno dei Paesi in cui sono proprio le signore quelle che più di tutti sembra abbiano compreso il potenziale di questo mondo. Una di loro fu certamente un’antesignana. Lei era Leonia Frescobaldi e il suo spettro, si dice, si aggiri ancora nella tenuta di famiglia che lei stessa trasformò in un punto di riferimento per il mondo del vino. 

Su Repubblica si fa il punto tra storia e attualità. 

 

Vino - repubblica blog

 

Le vin en rose

 

(…) Trent’anni fa, Maida Mercuri, la più giovane sommellier donna italiana, veniva boicottata dai colleghi milanesi, che le mettevano le flûte in forno un attimo prima di servire lo Champagne. La friulana Rosa Bosco litigava con i contadini che si rifiutavano di fare la vendemmia verde per dimezzare il numero di grappoli in pianta, migliorando qualità delle uve. Il passo successivo è stato ammettere le donne nelle aziende vinicole, pur limitando il raggio d’azione a comunicazione e marketing. Ma era solo questione di tempo: le prime lauree in enologia hanno certificato il cambio di passo: oggi un vignaiolo su tre è donna, mentre le sommellier hanno superato quota 40%. In quanto ai consumi, oggi il 41% di chi beve vino in Italia è donna. Poi ci sono le produttrici.

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