La più bassa degli ultimi vent'anni. L'Italia è prima, ma la situazione globalmente, e anche nella sola Europa non è florida

La mania di esaltare il buono ci fa, spesso, sorvolare su quel che non ci piace, anche quando parliamo di vino. E’ vero. Siamo primi nella produzione di vino. Abbiamo battuto i cugini francesi. Ma il primato è un po’ da ridimensionare. Saranno le condizioni climatiche, sarà pure che l’assegnazione per l’impianto di nuove viti ha generato non poca insoddisfazione, ma quel che è certo è che la produzione del vino nel 2016 sarà la più bassa degli ultimi vent’anni. A livello globale. Soffre il vecchio continente, mentre gli Usa continuano a crescere. Gli unici in realtà. Nonostante il pesante segno meno l’Italia si può ritenere tra le poche nazioni “fortunate”.

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Vino: l’Italia scende rispetto al 2015, ma segna un più rispetto agli ultimi cinque anni.

E’ questa l’unica buona notizia. Oltre a quella, ovviamente, di essere prima produttrice mondiale sebbene in una globalità non proprio eccelsa. Parliamo ovviamente solo di quantità perché la qualità è tutta un’altra storia. Secondo le stime dell’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, l’Italia si conferma leader con i suoi 48,8 milioni di ettolitri. Il 2% in meno rispetto all’anno trascorso, ma mediamente più alto di quanto fatto negli ultimi cinque. Dato positivo, questo, anche per la Spagna si assicura anche un risicatissimo 1% in più di produzione nel 2016 rispetto al 2015. Un terzo posto che conta complessivamente 37,8 milioni di ettolitri. 

Il crollo vero e proprio è stato della Francia. Non solo l’Italia l’ha superata, ma la sua perdita, rispetto all’anno scorso, è stata del 12%. Consola poco i cugini francesi il fatto che, comunque, siano i secondi produttori al mondo con i loro 41,9 milioni di ettolitri di produzione per l’anno in corso.

 

Vino: crollo mondiale nella produzione. E nei consumi l’Italia non migliora.

Il crollo è verticale. Insomma quasi nessuno si salva. Se escludiamo gli Stati Uniti e l’Oceania, in realtà, non si salva nessuno. Nel complesso in vent’anni la produzione è calata del 5%. Nel 2016 i Paesi produttori imbottiglieranno e lasceranno sfusi 259 milioni di ettolitri di vino. Il clima è stato indicato dall’Oiv come il fattore determinante. Ma certo è che il calo della produzione va di pari passo con il calo dei consumi

In questo caso però è l’Italia quella che fa registrare il dato negativo. Se a livello globale infatti la Coldiretti ha annunciato che la crescita sarà del 2%, è proprio l’Italia, ha affermato, che vedrà di nuovo il segno meno davanti ai consumi. Produciamo tanto, insomma, ma consumiamo poco. Per l’associazione nel 2016 nel mondo si berranno circa 243 milioni di ettolitri di vino. Un dato compreso in quello stimato dall’Oiv che annuncia un consumo compreso tra i 239,7 e i 246,6 milioni di ettolitri. 

 

Vino: in Europa crescono solo Grecia e Romania.

Stando ai dati forniti dall’Oiv se si esclude il misero 1% di produzione in più della Spagna i Paesi da cui ci si aspettava di più sono quelli che fanno peggio. Il calo, in tutto il Vecchio Continente, sarà pesantissimo. Si produrranno circa 158.5 milioni di ettolitri di vino: 7,7 in meno rispetto al 2015. D’altra parte, come abbiamo detto, Italia e Francia hanno registrato comunque un calo rispetto all’anno scorso.  Con loro anche Germania e Portogallo che scendono rispettivamente del 4% e del 20% nella produzioen con la prima che nel 2016 rilascerà 8,4 milioni di ettolitri di vino e la seconda che sul mercato ne immetterà 5,6.

Gli unici dati positivi vengono da Romania e Grecia nonostante si parli di estensione di produzione decisamente inferiore agli altri Paesi: Italia e Francia in primis. La prima con i suoi 4,8 milioni di ettolitri di produzione del 2016 fa infatti registrare un 37% in più, mentre la Grecia incrementa del 2% i prodotti delle sue vigne (2,6 milioni di ettolitri).

 

Vino: gli Usa tornano a crescere.  Il Sud America crolla, mentre nell’emisfero australe domina la Nuova Zelanda

Ribadendo che si parla di quantità e non di qualità c’è una sola certezza. Gli unici due Paesi che segnano un segno più sono Usa e Nuova Zelanda. Per i Paesi a Stelle e Strisce finalmente c’è la ripresa. Gli Stati Uniti incrementano infatti del 2% la produzione rispetto al 2015 tornando tra i grandi produttori. A Sud le cose vanno decisamente in modo diverso. Il Cile, considerato Paese in continua espansione, perde il 21% della sua produzione. L’Argentina, che ha da poco lanciato un nuovo spot per tentare di recuperare almeno nei consumi, scende del 35%, ma è il Brasile a fare peggio di tutti. La flessione è stata del 50%. Un dato a dir poc allarmante.

Male anche il Sud Africa che perde il 19% della produzione. L’Oceania fa invece numeri importanti con l’Australia che aumenta del 5% la produzione e la Nuova Zelanda che con il suo +34% rischia di superare il suo record storico di produzione. Certo parliamo di 3,1 milioni di ettolitri di vino. Nulla se confrontato ai numeri dei grandi Paesi produttori. Soprattutto quelli europei. Ma pur sempre un dato su cui riflettere per capire come affrontare i problemi climatici e, ancor prima, quelli burocratici.