Gli italiani si scoprono vignaioli: tra domanda e offerta il gap è del 1038%

Vino biologico. A gennaio l’autorevole rivista Wine Spectator parlava di un 2016 in declino per il vino bio. Se sarà o meno una profezia è presto per dirlo, ma numeri alla mano la tendenza sembra esattamente opposta. Il comparto, a livello mondiale, ha incassato nel 2015 stando alle analisi di Wine Monitor, 205 milioni di euro. E l’Italia, in questa classifica, conta. Sono stati 10,6 milioni gli italiani che nel 2015 hanno almeno una volta bevuto un vino biologico certificato. E il consumo è passato dal 2% del 2013 al 21% attuale.

Vino biologico

 

Crescono i consumi, ma anche le superfici viticole coltivate secondo i criteri della sostenibilità. A superarci in Europa è soltanto la Spagna con i suoi 84mila 381 ettari bio. L’Italia si piazza al secondo posto con i suoi 72mila 361. La crescita del del 128% in dieci anni però resta nettamente inferiore a quella spagnola. Qui, dal 2003 al 2013, sono state destinate al bio il 413% in più di superfici. Segue la Francia Francia che ha incrementato del 307% (66mila 211 ettari) le superifici vitate bio.


Sostenibilità, nell’immaginario, va di pari passo con identità. Sarà per questo che, a livello di consumi, è proprio sui vigneti autoctoni che si concentra la maggiore attenzione dei consumatori. Dichiarano di preferirli nel 39% dei casi. Il 44% afferma di riconoscere la “naturalità” del gusto ai vini biologici. Il 75% dei wine user è pronto a dichiarare di essere disposto a spendere anche di più se certo di acquistare un vino “sostenibile”. Con un valore di mercato dell’export del vino biologico calcolabile in 137milioni di euro e il 75% delle aziende produttrici di bio che esportano non è difficile comprendere la crescente voglia degli italiani di diventare vignaioli. 

A far registrare numeri in positivo, infatti, non è stato solo il settore biologico, ma l’intero comparto. Ecco che allora tutti, in Italia, si scoprono amanti della terra e la coltivazione. Stando ai dati dell’Unione Italiana Vini, infatti, sono 12mila 528 le istanze presentate nel 2016 per dar vita ad una propria vigna. Peccato che il gap tra domanda e offerta sia del 1.038%. Si tratta di 66mila ettari di differenza. Il plafond disponibile è infatti pari all’1% della superficie vitata nazionale che si calcola in 6mila 376 disponibili a fronte dei 66mila 197 richiesti.

A questo punto, vista l’autorevolezza di Wine Spectator , ci si potrebbe prendere un anno sabbatico. E potrebbe non essere un male per decidere la destinazione d’uso del proprio vigneto. Il 2016 è infatti l’anno della conferma o la smentita per un fenomeno che, comunque sia, è da grandi numeri.