In Toscana Cantine Aperte in Vendemmia punta sui pokemon per raccogliere dati utili al marketing!

Vendemmia con Pikachu. Speriamo non amino l’uva o la vendemmia andrà in malora. Checché se ne dica il fenomeno Pokemon impazza. E la cosa assurda è che ad essere stati colpiti dalla pokemonmania non sono solo i ragazzini, ma anche i grandi. Persino loro: i winelovers. Il Movimento Turismo del Vino parla di provocazione, ma in fondo è solo marketing.

vendemmia con pikachu

 

Vendemmia con Pikachu: il 17 e il 18 settembre si va a caccia tra i filari.

Sono tante le iniziative pensate in occasione di Cantine Aperte in Vendemmia, ma quella della Toscana fa ben capire quanto l’nnovazione possa essere fonte di ispirazione. Certo, immaginarsi i winelovers che corrono per le vigne a caccia di Pikachu fa quasi quasi mettere le mani nei capelli. Ma che si ami o meno l’App che sta facendo impazzire il mondo innegabile è la sua utilità. Insomma in Toscana sembra proprio li abbiano arruolati per far sì che la caccia si apra anche tra i filari. 

 

Vendemmia con Pikachu: davvero è solo una provocazione?

Il presidente del Movimento Turismo del vino Toscana Violante Gardini lo ha detto subito: “si tratta di una provocazione”. Ma ha anche aggiunto: “l’idea di rendere geolocalizzabili i winelovers che arrivano nelle nostre cantine in vendemmia potrebbe servire a rafforzare la rete che Mtv ha creat con tante aziende aderenti all’iniziativa”. E in effetti l’idea non è sbagliata. Forse pochi hanno capito che il fenomeno è nato proprio per questo. Sostanzialmente giocando a Pokemon Go non facciamo altro che fornire dati di geolocalizzazione gratuitamente invece che a pagamento. Fessi? Forse un po’ sì, ma in alcuni casi ben venga la goliardia.

 

Vendemmia con Pikachu: geolocallizare per fare rete.

Sul discorso privacy potremmo anche aprire un dibattito. Ma a che pro? Se si accetta di farsi geolocalizzare va bene così. E giocando a Pokemon Go, di fatto, lo si accetta. Ecco perché l’intuizione della Gardini non è affatto sbagliata. Per un enoturismo che in Italia trova ancora molte difficoltà una raccolta dati potrebbe essere utile per capire dove preferiscono andare e cosa preferiscono fare i winelovers. Questo vorrebbe dire poter entrare in possesso di informazioni utili a costruire formule enoturistiche tali da invogliare e far crescere il fenomeno. Soprattutto farlo insieme a tutti i protagonisti della filiera enologica. Resta che in fondo, andando in vigna, sarebbe meglio spegnerlo lo Smartphone per riabituarsi a guardare il mondo attraverso i propri occhi piuttosto che attraverso uno schermo. E dopo qualche degustazione, ne siamo certi, i Pokemon riuscirete a vederli senza cellulare.