Do you speak english? Master e stage in Italia e all'estero. Sempre più iniziative per formare gli enologi di domani.

Studiare il vino. Alla fine il Testo Unico del Vino non è arrivato ad approvazione nei tempi previsti e cioè prima dell’inizio della vendemmia. Tra le novità inserite in extremis c’era quella dei Wine Teller. Della formazione cioè di figure specifiche e professionali in grado di “raccontare” il vino. Magari nel 2017 la nuova materia, negli istituti specificati dal Mipaaf, arriverà. Nel frattempo però il vino sembra che nelle aule ci sia già approdato da tempo. Al di là dei corsi di laurea ormai una certezza, sono sempre di più i master e gli stage organizzati per formare gli “esperti” enologici di domani.

 

Studiare il vino: l’ultima novità è il Master tutto in inglese.

studiare il vino - lavoro in vigna

Leggendo la notizia la prima domanda che ci è balenata nella mente è stata: perché in una università italiana si dovrebbe tenere un master interamente in inglese? A primo acchitto la cosa ci ha lasciati perplessi. Passati i primi secondi e metabolizzato il fatto che sì, è vero che la terminologia anche in enologia ha molto dell’italianità, ci siamo resi conto che nel Master in “Viticulture and Enology” dell’Università Cattolica Sacro Cuore il senso c’era eccome. Al di là del poco nazionalismo terminologico che a differenza dei cugini francesi da sempre ci contraddistingue, è alla globalità che questo nuovo corso volge lo sguardo. Quella globalità in cui il vino italiano si conosce, si apprezza, ma si compra ancora troppo poco.

“Innovation meets tradition”. Senza nulla togliere alla lingua britannica proviamo a dirla all’italiana: l’innovazione incontra la tradizione. Come che lo si voglia dire la sostanza resta la stessa. Questo master guarda alle nuove generazioni. E’ a loro che si affida il rafforzamento del brand Italia e sebbene ormai fuori dall’euro con la Brexit, la lingua d’oltremanica resta comunque quella da conoscere per potersi rapportare ai mercati internazionali

Non può mancare lo stage conclusivo e i nomi sono tutti importanti. Gli studenti saranno infatti impegnati in 450 ore di attività dai Marchesi Antinori, mossi, Tenute Ruffino, Barone Ricasoli, Santa Margherita, Sella e Mosca, Mezzacorona, Contratto, Ca’ del Bosco, Zonin, Res Uvae, Marchesi Mazzei, Cavalieri di Malta, pico Maccario e Marramiero. 

 

Studiare il vino: Ais e università formano gli ambasciatori del vino.

Studiare il vino - wine tasting

Questa non è una novità, ma il successo conferma la formula. Le iscrizioni sono aperte fino al 12 ottobre. In aula si entra  il 10 novembre. Requisito fondamentale: laurea di primo livello in Viticoltura ed enologia, discipline agro-alimentari ed economiche, comunicazione, marketing e lauree di secondo livello in discipline attinenti al profilo professionale. E anche in qui l’inglese non manca. Alcune lezioni, infatti, si terranno proprio in lingua per favorire sempre l’approccio ai mercati internazionali. 

Ad organizzare il Master, come sempre, Ais, Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa e Università degli stranieri. Un corso di alta formazione per formare quelle figure che mancano. Quelle in grado di divulgare l’identità enologica italiana e le sue peculiarità così da arrivare a conquistare quei mercati ad oggi così ostici e confermare il trend positivo in quelli dove il vino italiano è già una certezza. D’altra parte il nome del master parla chiaro: “Vini italiani e mercati mondiali”. E di nuovo il marketing è protagonista. La parte pratica, con tanto di seminari e corsi di tecnica della degustazione oltre allo studio dei territori, non mancherà. La novità è, al suo interno, il corso di sommelier. Tante le aziende che da anni si mettono a disposizione per gli stage.

 

Studiare il vino: Confagricoltura contro i campanilismi. Si va a studiare negli Usa.

Studiare il vino Napa Valley

Sono nazioni dove il vino italiano piace. Ma è anche territori dove, la produzione locale, fa numeri da capogiro. Parliamo di Australia e Stati Uniti. Capire come si sia avuta un’evoluzione così veloce, capillare e travolgente può avere la sua importanza. Lo ha capito Confagricoltura che al di là dell’eccellenza italiana conferma la strada intrapresa: mandare gli under 30 a fare stage da 3 a 18 mesi proprio negli Stati Uniti. Un’idea che abbraccia l’intero comparto agricolo e, di conseguenza, anche quello enologico. 

La partecipazione è ovviamente riservata agli iscritti all’associazione con le iscrizioni che, per gli stage in Australia, aprono a partire da settembre. Si vola dall’altra parte del mondo a gennaio. Agli stage possono accedere giovani specializzati in enologia e viticoltura impegnati almeno una volta in una vendemmia. Ed ecco di nuovo l’importanza dell’inglese. “I nostri stage – ha infatti spiegato il presidente dei Giovani di Confagricoltura Raffaele Maiorano permettono di partire con il piede giusto, arricchendo in un contesto internazionale il proprio curriculum e rafforzare la propria conoscenza dell’inglese”. Le spese di viaggio sono a carico del giovane intraprendente, ma i tirocini, va detto, sono tutti retribuiti.

Australia ma non solo. Vi sentite più yankees? Niente paura. Anche gli Stati Uniti, per l’enologia, offrono ottime possibilità. Non solo la blasonatissima California, ma anche Oregon con la valle di Willamette e Yakima, nello Stato di Washington. Qui si producono alcuni dei pinot nero, Merlot e Riesling più apprezzati. 

Insomma. Studiare il vino sembra essere diventata ormai una professione globalmente riconosciuta. Ecco perché, almeno stavolta, restare indietro sarebbe una follia. Il patrimonio enologico italiano è tale che solo da qui, e permettetecelo un minimo di nazionalismo, potrebbero uscire talenti dotati di infinite conoscenze. 

 

Crediti fotografici. Dall’alto: Stefano Lubiana Wines – Flickr CC. Leon Brocard – Flickr CC. James Daisa – Flickr CC.